Mondiali 2018, Girone G: BREX-Inghilterra una partita che ancora deve finire

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L’attesa per i Mondiali di Russia 2018 ormai è finita. Poco più di 24 ore infatti ci dividono dall’inizio della competizione iridata più importante nel panorama calcistico. Il sogno di ogni bambino, l’ambizione di ogni professionista, difendere i colori della propria bandiera spinti dal tifo di un intero popolo, che per 30 giorni ogni quattro anni, si unisce e si scalda intonando le note del proprio inno fino ad esplodere di gioia per un gol della propria nazionale. Però il Mondiale non è solo sport, non è solo calcio, ma un’importante vetrina politica dove incontrare le massime autorità mondiali. In Russia infatti sono attese le più importanti cariche politiche delle nazioni partecipanti e le partite che si giocheranno non saranno solamente all’interno di un rettangolo verde.  Il girone G vede tra le protagoniste Belgio e Inghilterra che sulla carta dovrebbero avere vita facile contro Tunisia e Panama, per poi giocarsi il primo posto nello scontro diretto del 28 giugno all’Arena Baltika di Kaliningrad.

Brexit vs UE: una partita che ancora deve finire

Il girone G offre moltissimi spunti tecnico-tattici, ma ancor prima offre degli argomenti di dibattito politico internazionale attualissimi.
Nel maggio 2015 il partito conservatore britannico, guidato da David Cameron, ottenne la maggioranza dei seggi alla Camera dei Comuni nelle elezioni generali. La vittoria elettorale portò il partito conservatore ad indire il referendum per staccarsi dall’Unione Europea. Un anno più tardi, precisamente il 23 giugno 2016, i cittadini del Regno Unito votano a favore dell’uscita dall’UE. Una data storica per il Vecchio Continente. Da quel giorno  cominciò una partita di cui ancora non conosciamo precisamente il risultato. Dopo primi mesi di ‘studio’, Regno Unito e UE cominciarono a convenire insieme quanto fosse necessario, per entrambi le parti, iniziare le fasi di negoziazione per il divorzio. A settembre un primo segnale di scongelamento. Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, si recò a Londra per incontrare la neo Primo Ministro Britannico Theresa May. L’incontro sancì una necessità di chiarezza per garantire credibilità agli occhi dell’Europa e dei suoi investitori.

Questo bisogno fu subito accolto dal Primo Ministro Inglese che un mese dopo annunciò l’attivazione dell’Articolo 50 entro la fine del mese di marzo 2017. Questa normativa, presente nel Trattato di Lisbona, è la procedura per lasciare volontariamente l’Unione Europea e necessaria per l’avviamento di una fase di negoziazioni. Con precisione svizzera il 29 marzo il Regno Unito notificò l’attivazione formale dell’Articolo 50, chiedendo così ufficialmente di uscire dall’Europa. Questa importante data stabilì inoltre l’inizio ufficiale delle negoziazioni per ottenere una separazione definita “meno dolorosa possibile”. L’atteggiamento “attendista”, quasi catenacciaro, espresso dalle parti, inizia a mutare contemporaneamente all’inizio delle trattative. L’UE, rispettosa della scelta compiuta dal popolo britannico, impone chiaramente la propria volontà di condurre le negoziazioni secondo le proprie necessità.

L’atteggiamento preso dal Consiglio Europeo è molto aggressivo, un pressing molto alto nei confronti dell’Inghilterra. Nei due mesi successivi l’Europa prepara una strategia molto chiara per le negoziazioni e nomina una Commisione che si occuperà di queste trattative, capitanata da Michel Barnier. Il 19 Giugno 2017 il capo negoziatore dell’UE Barnier e David Davis, ministro britannico per l’uscita dall’Unione Europea, avviano il primo ciclo di negoziati sulla Brexit. L’incontro ha luogo a Bruxelles. In questo primo ciclo vennero stabilite la struttura dei negoziati e la centralità di alcuni temi come: i diritti dei cittadini europei, la liquidazione finanziaria e il confine dell’Irlanda del nord. Secondo e terzo ciclo di negoziati servirono a presentare le rispettive posizioni sui temi di discussione. Ma è solo dopo 10 mesi, nel marzo 2018, che Unione Europea e Regno Unito raggiungono un accordo di recesso firmato da entrambi.

Questo accordo prevede una fase transitoria, che va dal marzo 2019 al dicembre 2020, per la definitiva uscita del Regno Unito dal Vecchio Continete. Questo accordo mantiene la tutela dei cittadini europei presenti nel Regno Unito, che potranno dunque continuare a svolgere le proprie attività lavorative e di usufruire degli stessi diritti aventi prima del referendum. In aggiunta il divorzio costerà tra i 45 e i 60 miliardi di euro. Una cifra ricavata dagli impegni che il Regno Unito aveva preso con i Stati membri dell’UE, ma che dal dicembre 2020 non potrà più rispettare.

Infine l’impedimento di un confine fisico fra Irlanda del Nord, parte del Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che avrebbe interrotto un’economia che è interdipendente. Infatti l’accordo prevede l’integrità del Regno Unito con uno statuto speciale per L’Irlanda del Nord. Le condizioni dunque dettate dal Consiglio Europeo furono rispettate. Calcisticamente parlando il primo tempo di “questo match” vede l’Inghilterra sottomessa ai voleri di Bruxelles. Il secondo tempo è ancora tutto da giocare.
Saranno i prossimi mesi a decidere quali rapporti Regno Unito e UE decideranno di intraprendere alla fine del periodo di transizione. Il finale di questo lungo incontro è ancora incerto è il futuro del Vecchio Continente è ancora tutto da scrivere.

Girone G: palla al campo

Il girone G partirà lunedì 18 giugno con Belgio-Panama e Tunisia-Inghilterra. Molta l’attesa per Belgio e Inghilterra chiamate entrambi a disputare un grande Mondiale.

Belgio, mix esplosivo. La squadra dei Diavoli Rossi arriva in Russia con ambizioni nobili e voglia di stupire. Tecnica e qualità a disposizione del ct Roberto Martinez già al centro di copiose polemiche per non aver convocato Radja Nainggolan. Il 3421 di Martinez vede una squadra senza grossi punti deboli e con pochi punti interrogativi. Ferreira Carrasco esterno sinistro è forse l’unico vero punto interrogativo di questa nazionale, il ruolo di tutta fascia necessita di attenzione e diligenza che stride un po’ con le caratteristiche funamboliche dell’ala ex Atletico. I problemi per gli avversari iniziano li davanti, a partire da De Bruyne, centrocampista totale e scheletro di questa squadra, che supporterà un trio composto da  Hazard, Mertens e Lukaku. Mix perfetto di tecnica, forza e imprevedibilità che poche nazionali possono permettersi. Per una squadra come il Belgio il limite è il cielo ed è propio verso il cielo che Hazard e compagni vorrebbero alzare la coppa nella notte del 15 luglio allo Stadio Luzniki di Mosca.

La Nuova Inghilterra. La squadra dei Tre Leoni arriva in Russia con l’obbligo di non ripetere la brutta figura fatta in Brasile, ma con la testa sgombra da grosse pressioni. Una novità per la nazionale britannica abituata ad una vera e propria lotta con la stampa locale durante queste competizioni. Questo clima potrebbe essere il punto di forza della squadra allenata da Southgate. Infatti serenità e spensieratezza aiuteranno i tantissimi debuttanti ad esprimersi al meglio. L’altra faccia della medaglia sarà la grande emozione: durante il primo God Save the Queen saranno molte le ginocchia a tremare. L’equilibrio tra questi due stati d’animo potrebbe essere la chiave per disputare un grande Mondiale. Tatticamente sono ancora alcuni i dubbi da sciogliere per il ct inglese. Il modulo prescelto dovrebbe essere il 3-5-2. Il compito di offendere verrà lasciato al talento di Lingard e Dele Alli. Davanti si punta sull’imprevidibilità di Sterling e i gol di Harry Kane. L’Inghilterra è sicuramente una mina vagante di questo mondiale e i suoi tifosi potrebbero rappresentare una spinta in più per i Three Lions.

Occhio alla Tunisia. La nazionale Tunisina alla quinta apparizione al Mondiale non ha mai superato il primo turno. Le Aquile di Cartagine di certo non vogliono volare in Russia per una piacevole vacanza, anzi cercheranno di scrivere la storia del proprio paese. Il ct Nabil Maâloul, al secondo mandato sulla panchina della nazionale magrebina, conosce a fondo i propri giocatori, li ha visti crescere e migliorare, diventando così una sorta di padre calcistico per i suoi ragazzi. La Tunisia si presenta al Mondiale come prima squadra africana nel Rankig Uefa, 20esimo posto. Qualità tecnica elevata e tatticamente molto preparata, queste le migliori armi a disposizione della nazionale tunisina. Il 4-3-3 con il falso nueve utilizzato dal ct Maâloul mette in mostra un gioco fatto di fraseggi nello stretto e rapidi triangoli, infatti è proprio in mezzo al campo che la Tunisia ha ottimi giocatori. Da tenere d’occhio Anice Badri e Naim Sliti. Decisiva sarà la prima contro l’Inghilterra. Occhio, quindi, alle Aquile di Cartagine pronte a spiccare il volo.

Panama, Sogno o Son Desto. Probabilmente è questa la sensazione che avranno Los Canaleros il 18 giugno quando scenderanno in campo contro il Belgio nello Stadio Olimpico Fišt di Krasnodar. Nella loro prima apparizione alla Coppa del Mondo sarà tanta l’emozione nei loro occhi, quell’emozione che travolgerà una nazione intera durante le prime note dell’Hymno Istmeño. Il momento sarà intenso e sicuramente storico per i panamensi. Purtroppo però il campo non lascia buoni auspici, con Belgio ed Inghilterra a comandare il girone e la Tunisia che proverà ad essere il terzo incomodo, Panama sembra essere la squadra cuscinetto del girone G. Il ct della nazionale Hernán Gómez, detto ‘estanquero’ il tabaccaio, cercherà di sovvertire il pronostico attraverso un 4-4-2 di Sacchiana memoria. Il faro del gioco, nonché stella della squadra, è affidato ad Aníbal ‘el Martillo’ Godoy. In avanti faranno affidamento all’uomo della storia Ramon Torres, colui che siglò all’88esimo minuto lo storico 1-0 contro il Costa Rica che permise questa splendida favola. La possibilità di giocare un mondiale se la sono guadagnata sul campo, ora non svegliate Los Canaleros. 

Precedenti e curiosità

Nei mondiali solo due i precedenti tra Inghilterra e Belgio. Il primo nel 1954 in Svizzera, un pirotecnico 4-4 durante la fase a gironi. Il secondo a Italia 90 vide vincitrice l’Inghilterra dopo i tempi supplementari grazie a un gol di David Platt, conoscenza del calcio italiano, che mando i biancorossi ai quarti di finale. La Tunisia invece affrontò una volta la squadra della Regina, nel ‘98 in Francia dove venne sconfitta per 2-0. Invece terminò 1-1 l’unico precedente con i diavoli rossi, nel Mondiale Nippo-Koreano del 2002. Ovviamente nessun precedente per Panama alla sua prima partecipazione.

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Pubblicato da Omar Ben Cheikh

Nato a Roma, con origini tunisine, l’8 marzo 1994. Laureato in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, con testi sulle condizioni socio-politiche della Tunisia durante la Primavera Araba. Lo sport, in ogni sua forma, in ogni suo luogo, in ogni sua sfaccettatura è la passione che muove dentro di me le reazioni più forte e che mi evoca ricordi idimenticabili. Conoscere di sport, parlare di sport, scrivere di sport più che una passione è uno stile di vita.