Boateng e le sue otto miglia calcistiche

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Da anni, lo sport è diventato tema con cui il cinema ama andare a braccetto. Molte storie sportive sembrano perfette per essere raccontate o riproposte attraverso una cinepresa. Noi dell’Occhio Sportivo lo sappiamo ed amando le sfide, sperimentandone nuove, abbiamo così deciso di inaugurare una rubrica che provi a raccontare storie sportive di personaggi, squadre, o eventi, che siano legate con alcuni film. Per cominciare abbiamo scelto di raccontare la controversa quanto peculiare storia di Kevin Prince Boateng, tornato in Italia quest’anno. Controverso quanto realistico è anche 8 mile, il film che racconta la storia di un altro personaggio che ama essere diretto e lasciare il segno: Eminem. Boateng ed Eminem. Due storie di sofferenza, riscatto e successo.

Il ritorno del principe Boateng

Partiamo dalla fine, o meglio dall’inizio dell’ultimo capitolo. Dopo essere stato protagonista nell’ultima stagione con l’Eintracht di Francoforte, Boateng ha deciso di tornare in Italia, al Sassuolo. Troppa la nostalgia del Bel paese e della sua famiglia, come anche lui ha dichiarato in un’intervista alla Bild. “Rispetto a Francoforte qui ho l’autostrada per Milano. Qui inoltre c’è la pasta. Una pasta molto, molto buona. Recentemente sono andato in un ristorante ed era talmente buona che sono perfino entrato in cucina e per abbracciare la cuoca.” E questo estratto, è dedicato a chi ancora non ha avuto a che fare con l’estroverso carattere del tedesco di origine ghanese.

Una nuova vita: Reggio Emilia e il Sassuolo

Reggio Emilia sembra essere il posto perfetto in cui dimostrare ancora un talento sconfinato. Il tecnico De Zerbi lo ha subito messo al centro del progetto, responsabilizzandolo come leader tecnico di una squadra giovane. L’ultima stagione tedesca aveva già visto un Boateng molto più responsabilizzato. Ed in effetti qualcosa lo si era intravisto già due anni fa nel Las Palmas, come anche da lui dichiarato.

“Devo dire che nelle ultime 3-4 stagioni mi sto impegnando di più. Prima non ero bravo per quel che riguarda la disciplina.” Già, perché i litigi e la sregolata vita che il ghanese conduceva ai tempi dello Schalke, sembravano l’ultima fiamma di un eterno giocatore incompiuto. Macchine lussuose, belle donne, discoteche. Il classico “copione” che i calciatori amano recitare del resto. Un carattere esuberante, estroverso, che attraverso il calcio esplodeva in prodezze tecniche e balistiche.

La famiglia che si è però poi costruito con Melissa Satta e l’esperienza in giro per l’Europa, lo hanno reso oggi un uomo. 3 gol in quattro partite di campionato, leader del Sassuolo, vicino alla propria famiglia. Tutto sembra andare finalmente per il verso giusto, e come se non bastasse, recentemente “KPB”, ha anche esordito come rapper. È stato infatti rilasciato un videoclip con il suo singolo rap “King”, sotto il suo pseudonimo “Prin$$”.

La musica dunque, come strumento di espressione oltre il calcio. Il rap come genere adatto per sfogare e mostrare il proprio ego. Ma anche come tema, centrale, del nostro piccolo viaggio.

8 miglia per il successo

“Se avessi un’occasione, un’opportunità per prendere tutto ciò che hai sempre voluto ne approfitteresti o la faresti sfuggire?” chi ama o apprezza Eminem non può non conoscere questa frase del film 8 mile, la pellicola del 2002, che racconta la storia del rapper più controverso e famoso del mondo. La storia di un ragazzo cresciuto nel difficile tessuto sociale di Detroit, con la madre tossicodipendente e costretta a lavorare come prostituta. Jimmy si fa spazio nel mondo del rap attraverso molte esperienze che lo segneranno nel suo percorso. Dall’amore per una ragazza, al prendersi cura della sua sorellina, fino alla sua prova più difficile: sfidare un noto rapper locale in una “battaglia” a suon di flow e rime.

Eminem e il Boa, tanta “vita” in comune

In 8 mile, e in generale nella vita, il rap è stata la salvezza per Eminem come il calcio per Boateng. Il rapper si è fatto strada in un mondo dove a regnare sono gli afroamericani, crescendo senza padre e con tutte le difficoltà annesse a crescere nella periferia di una città come Detroit. Eminem, un po’ come Boateng, non ha mai voluto farsele mandare a dire.

Accusato di aver trattato temi omofobi nei suoi testi, Eminem è riuscito a diventare con dedizione il rapper più famoso della storia. 8 mile è una storia di riscatto, di evasione da un’infanzia difficile e dal degrado. All’apparenza un film con molti luoghi comuni che però attraverso la potente arma che rappresenta la musica, riesce a dare spazio all’importanza dei temi trattati.

Ebbene, l’infanzia del “Boa” non sembra essere così diversa da quella del rapper. Entrambi infatti non hanno avuto mai potuto avere a che fare con il loro padre. Quello di Eminem è andato via quando Marshall aveva 1 anno e mezzo. Anche Boateng è cresciuto in un ambiente tutt’altro che facile. Wedding, è una delle zone più povere di Berlino, cuore forse negli ultimi trent’anni, di molte storie di integrazione sociale e culturale. Proprio a Wedding, Kevin Prince è cresciuto nei campetti, giocando a calcio insieme al Fratello George, per molti il più bravo a calcio ma che oggi canta Hip-hop, e Jerome.

Un lieto fine insperato

Kevin Prince ha anche due fratellastri. George, il più grande, è cresciuto con lui. Jerome Boateng invece, campione del Mondo con la Germania oggi al Bayern Monaco, è cresciuto nei quartieri alti della capitale tedesca. Un rapporto burrascoso quello che lega Kevin Prince a Jerome, come quello che lega Eminem a sua madre, la quale lo aveva persino citato in causa per una canzone.

Mentre per Eminem il rapporto con la madre non è mai stato recuperato, per i Boateng è stato diverso. Dopo aver militato insieme nelle giovanili della nazionale tedesca, Kevin Prince decise di chiedere la nazionalità ghanese dando di fatto vita a polemiche, e alla rottura con suo fratello.

I due si sono ritrovati più volte contro in campo, prima nel Mondiale del 2010 sudafricano e poi in Bundesliga ai tempi dello Schalke 04. Oltre alle critiche fuori dal terreno di gioco. In una finale di Coppa d’Inghilterra, un intervento duro di “KPB” costa a Ballack i mondiali.

“Mio fratello doveva essere espulso”, aveva dichiarato Jerome Boateng all’epoca. “Con mio fratello ho chiuso”, la replica invece di Kevin Prince.

Tuttavia, a distanza di anni, i due sembra abbiano deciso di mettere da parte i vecchi rancori. Lo scorso anno, Jerome, ha infatti postato una foto sui social per fare gli auguri al fratello, con scritto “fratello amico e grande persona. Ora e per sempre. Buon compleanno fratello mio.”

Personalità forti

D’altronde sia Eminem che l’ex centrocampista del Milan non hanno mai amato la banalità. Testi espliciti quelli del cantante. Gonfi di rabbia, veri, sinceri, coerenti. Coerenza, come quella di Boateng nello scegliere il Ghana come nazionale. Suo padre, decise infatti di emigrare in Germania negli anni ’80 per poter studiare economia. Le origini non vanno dimenticate. Mai.

Se Eminem è riuscito a cavarsela anche grazie allo zio, il “Boa” ha invece potuto contare su sua mamma, Christine, ex calciatrice tedesca. Il rap e il calcio hanno dunque salvato da chissà quale futuro le vite di due talenti così estroversi, così puri. Cause penali, litigi, accuse. Entrambi hanno sempre fatto parlare di sé.

8 mile termina con la famosa “rap battle” in cui Eminem, nel film B-Rabbit, riesce finalmente a salire sul palco e a dar sfogo a tutta la sua rabbia repressa, attraverso il rap. La carriera di Boateng non è invece ancora terminata, ma la fase Zen che ora sta vivendo a Sassuolo, sembra essere il lieto fine che tutti auguravamo al giocatore.

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Pubblicato da Nicolò Savini

Diplomato presso il Liceo Scientifico Pasteur e laureato in Scienze della Comunicazione, frequenta attualmente il corso magistrale di Editoria e Giornalismo a Roma Tre. Ama il calcio, soprattutto la Premier League e tifa Lazio. Scrive anche di politica, cronaca e attualità, presso Zona, il giornale di Roma nord.