Calcio femminile, futuro in bilico tra campo e stipendi

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Aldilà degli aspetti puramente sportivi, sono tanti i punti interrogativi che incombono sul calcio femminile in questo terribile periodo di emergenza causato dal Coronavirus. Perché ci siamo lasciati poco più di un mese fa, non ancora consapevoli di ciò a cui saremmo andati incontro, con ben altre prospettive. Adesso a regnare è invece l’incertezza, e solo il tempo saprà darci risposte più precise sul futuro che ci attende.

Lo scenario più probabile

La volontà della FIGC, al momento, è quella di portare a termine questa stagione. Conclusione dei campionati, promozioni, retrocessioni e scudetto sono temi che valgono anche per il calcio femminile, che si trova a dover fare i conti con l’emergenza. Insomma, la speranza è quella di ricominciare ed affidarsi al verdetto del campo.

Questo è stato l’esito di una videoconferenza a cui hanno partecipato club di serie A e B femminile. Ovviamente, sarà difficile stabilire una data per la ripresa delle attività, e sulle modalità di assegnazione dei titoli sportivi sarà necessario attendere ancora, ma la linea sembra tracciata.

Fronte stipendi, che succederà?

Se l’aspetto sportivo, tra le tante difficoltà di riprogrammazione, deve comunque attendere che la pressione della pandemia si allenti sulle nostre vite, a non poter essere rimandato è il discorso economico. I mancati introiti dovuti a questo periodo di inattività pesano enormemente sulle casse dei club. L’accordo tra la Juventus e i propri giocatori per la riduzione dei rispettivi ingaggi, farà da riferimento per gli altri. E’ altrettanto evidente come questi tagli non possano essere riproducibili a categorie dilettantistiche, come ad esempio il calcio femminile. A tal proposito, si è espresso il tecnico del Milan Maurizio Ganz: “se questa soluzione può essere applicata anche al calcio femminile? No, semplicemente perché gli stipendi delle calciatrici non sono paragonabili a quelli dei calciatori. Nelle categorie professionistiche sarebbe un provvedimento sensato, ma nel mondo dilettantistico sarebbe troppo pesante”.

 Il piano per ripartire

“In questo senso è stata evidenziata come nelle diverse categorie siano diverse le esigenze ma si è stati tutti concordi nell’obiettivo di tutelare le posizioni delle categorie più in difficoltà. Il mondo dilettante, il calcio femminile e i redditi più bassi delle categorie professionistiche dovranno essere tutelati, anche attraverso il ricorso a risorse interne al mondo del calcio e aiuti che dovessero venire dal sistema mutualistico generale”. Così l’AIC si è espressa in una nota diramata pochi giorni fa. Per evitare che il calcio femminile sia destinato ad un regresso molto più rapido di quanto sia invece durato il momento di splendore, il Governo si sta muovendo con decisione. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha già prospettato un piano di 400 milioni per sport di base e associazioni dilettantistiche.

Proprio nella settimana in cui è stato celebrato il 125° anniversario della nascita del calcio femminile, e in un anno in cui sono stati compiuti enormi passi avanti per il riconoscimento della categoria, sia dal punto di vista lavorativo che di immagine, sarebbe un peccato mortale buttare al vento quanto di buono fatto fino a questo momento.

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Pubblicato da Lorenzo Piersanti

Nonostante un diploma al liceo scientifico ho capito che la matematica non sarebbe mai stata il mio mestiere. Ho quindi conseguito una Laurea triennale in Scienze della Comunicazione prima, e una Laurea specialistica in Media, Comunicazione e Giornalismo poi. Redattore presso la testata giornalistica Wild Italy, prima di sposare il bellissimo progetto del L'Occhio Sportivo. Nel mezzo ho anche effettuato un tirocinio presso Calciomercato.com. Tutto questo perchè sono un amante dello sport a tutto tondo, in particolare del calcio. Mi piace raccontare il pallone in tutte le sue sfaccettature, senza compromessi.