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Otto gli arbitri aggrediti dall’inizio della stagione, 300 da inizio 2018. Sono questi i dati riportati dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo l’ultimo grave episodio. Domenica 11 novembre, infatti, Riccardo Bernardini, un giovane arbitro di 24 anni, ha rischiato la vita a causa di un aggressione da parte dei “tifosi” della Virtus Olympia San Basilio. Al termine dell’incontro di Promozione laziale tra la Virtus e l’Atletico Torrenova, il direttore di gara della sezione di Ciampino è stato raggiunto da 4 spettatori, malmenato fino a perdere i sensi e trasportato al pronto soccorso perché “colpevole” di aver favorito la squadra ospite con il suo arbitraggio.
La decisione dell’AIA: nessun arbitro per il prossimo turno di campionato
Dopo quest’ultimo evento l’AIA, presieduta da Marcello Nicchi, ha deciso di non designare arbitri per il prossimo turno di campionato di tutte le categorie dilettantistiche nel Lazio. La decisione è stata presa per sanzionare una regione che è tra le prime in Italia per numero di aggressioni ai direttori di gara sui campi di gioco. Forse un turno di stop è un provvedimento fin troppo leggero e non aiuterà a risolvere la situazione. Nel calcio di oggi ci siamo abituati troppo facilmente a dare la colpa all’arbitro grazie anche agli esempi provenienti dalla Serie A. Questa brutta abitudine è dilagata fino a raggiungere i campi di provincia, dove ragazzi poco più che ventenni vengono insultati o addirittura malmenati dai tifosi solo per aver preso una decisione, secondo il loro punto di vista, sbagliata.
Se questi sono i “tifosi”, le società dovrebbero farne a meno. Ciò che non può mancare su un campo da gioco, invece, è la passione che 11mila ragazzi in tutta Italia mettono ogni fine settimana per far in modo che questi campionati vengano disputati. Grazie a loro, infatti, calciatori di tutte le età possono realizzare il loro sogno, altrimenti irrealizzabile. Per questo le società o le sezioni arbitrali dovrebbero tutelare al meglio questi ragazzi e non lasciarli in balia di quattro teppisti frustrati sugli spalti. A volte il ruolo dell’arbitro lo si dà per scontato. Non ci si rende conto però che il numero di questi ultimi in Italia scende vertiginosamente a causa di eventi come questo. Quando non sarà più possibile coprire tutti gli eventi dilettantistici per mancanza di direttori di gara allora forse capiremo che in fin dei conti non è sempre colpa dell’arbitro.