Lo sbarco inglese a Roma: “Gazza” Gascoigne arriva alla Lazio

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Genio e sregolatezza. Questo è in due parole Paul John Gascoigne, ex calciatore inglese che ha fatto le fortune, tra le altre, di Tottenham, Lazio, Glasgow Rangers e nazionale. E di tutti i giornalisti che gravitavano nello stesso ambiente del folle e talentuoso Gazza.

Primi abboccamenti

Marzo 1991. Il Tottenham Hotspurs, squadra londinese proprietaria del cartellino di Gascoigne, è in un momento di grande crisi sia tecnica che economica. Il club è con l’acqua alla gola. Per tentare di risollevarsi, la società decide allora di mettere in vendita i suoi due gioielli: il ventiquattrenne Paul e il più stagionato attaccante Lineker. Il prezzo fissato per il solo Gazza è intorno ai 20 miliardi di lire, davvero tanti per qualsiasi club italiano (Juventus a parte). Ma è la Lazio la squadra più interessata.

Dopo i bui anni ’80, la società romana ha trovato una stabilità finanziaria invidiabile, grazie all’oculato lavoro del presidente Gianmarco Calleri e del direttore sportivo Carlo Regalia. La ricetta è semplice: ingaggi bassi e disponibilità a cedere i pezzi pregiati. Ma l’affare Gascoigne tenta e non poco Calleri, convinto di poter fare un boom di abbonamenti con l’acquisto dell’inglese e, allo stesso tempo, di poter far quadrare i conti. Ma come? Grazie a qualche cessione e all’indennizzo ricevuto per i disagi causati con il Mondiale del ’90 all’Olimpico, la Lazio potrà permettersi Paul Gascoigne.

La trattativa

Il blitz biancoceleste è nell’aria e arriva il 15 marzo: Calleri è a Londra per incontrare Gazza e i suoi agenti e crede nella buona riuscita della trattativa. Altro tassello del puzzle il 19 marzo, questa volta a Roma. In scena un incontro tra Calleri, Regalia e il team manager Manzini e i due rappresentanti dell’inglese. È tutto fatto: il giocatore è convinto di venire in Italia. Si parla di un contratto di 5 anni a quasi un miliardo di lire a stagione, casa ai Parioli inclusa. Da Londra manca solo il sì della borsa inglese, essendo il Tottenham una S.p.A. è strettamente necessario. Ma ormai è cosa da poco. La trattativa è in fase conclusiva, Calleri ha bruciato la concorrenza del Marsiglia e punta a depositare il contratto firmato già nel mese di aprile.

 L’infortunio

La strada che porterà Gascoigne ad indossare la maglia della Lazio, però, è ancora lunga e tortuosa. Come spesso accade nella storia ultracentenaria dei biancocelesti, il lieto fine non è mai scontato. L’imponderabile è dietro l’angolo. Il 18 maggio 1991 il povero Paul si infortuna gravemente al ginocchio sinistro durante Tottenham-Nottingham Forest, finale di FA Cup. Poco importa che gli Spurs vincano 2-1 aggiudicandosi per l’ottava volta nella loro storia quel trofeo. Il legamento crociato del giovane più talentuoso d’Inghilterra ha fatto crack, un po’ come la situazione finanziaria del Tottenham e i piani della Lazio. Le prime visite mediche parlano di tempi di recupero lunghi, anche di un intero anno.

Ma la società biancoceleste è convinta dell’investimento, nonostante l’infortunio e il carattere per niente facile del ragazzo. Ovvio che l’accordo vada rivisto. Il 25 maggio, dopo un incontro fiume nella sede degli Spurs, Lazio e Tottenham hanno definitivamente trovato la formula del trasferimento. Paul Gascoigne resterà per un altro anno di proprietà degli inglesi che seguiranno tutto il processo riabilitativo del ginocchio, sotto l’occhio vigile della Lazio pronta a tesserarlo dall’annata ’92/’93. I biancocelesti hanno versato 16 miliardi di lire per un’opzione di acquisto sul calciatore fino al 1998. Il 31 maggio 1992 sono già fissate a Roma le visite mediche che scioglieranno le riserve sulle condizioni di Gascoigne e renderanno ufficiale l’acquisto della Lazio. Nel frattempo il giocatore si prepara al primo contatto coi suoi nuovi tifosi. La società biancoceleste, infatti, decide di convocare Gazza nella capitale già nell’estate del 1991.

“Ciao Bagascia”

Il 21 agosto 1991, Paul Gascoigne atterra all’aeroporto di Fiumicino. I tifosi biancocelesti sono assiepati nello scalo romano, avvolti in un trepidante delirio per quel grande colpo di mercato che mancava ormai da tanti anni. Un giocatore forte, talentuoso, dalle straordinarie qualità. Un personaggio eccentrico, irriverente, fuori dagli schemi: semplicemente folle. Come piacerebbe a ogni tifoso, come piace alla Curva Nord. Come piace alla stampa, che su Gazza avrà fiumi di parole da scrivere. Per le sue giocate geniali in campo e per i suoi altrettanto geniali scherzi a compagni, allenatori e membri dello staff. Per i suoi comportamenti verso l’arbitro, i tifosi e la stampa stessa.

Proprio al momento dell’arrivo a Fiumicino, una giornalista gli chiede se sa già qualche parola di italiano. “Ciao bagascia”  è la puntuale risposta di Gazza, il suo benvenuto alla stampa, all’Italia e al calcio nostrano. È il biglietto da visita di un calciatore fantastico del quale anche i più giovani conoscono i movimenti, i lampi di classe cristallina. E il primo goal in biancoceleste, pareggiando all’ultimo respiro il derby contro la Roma.

Allo stesso modo, questo è parte della carta d’identità di un uomo dalla personalità istrionica e inguaribilmente confusa. A tratti problematica, che ne ha frenato, insieme agli infortuni, una carriera che avrebbe potuto essere davvero stellare. Ma se oggi ci troviamo a scrivere e a leggere ancora di lui, vuol dire che Paul Gascoigne è molto più di un semplice giocatore di calcio. Soprattutto per noi tifosi biancocelesti. Nonostante i suoi seri problemi personali, Gazza è stato per il nostro popolo simbolo di rinascita e riscatto dopo la dura parentesi degli anni ‘80, di puro divertimento e libertà.

“Qualunque cosa faccia nella vita deve essere divertente: se non lo è vuol dire che ho fallito”, (Paul Gascoigne).

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Pubblicato da Andrea Esposito

Nato a Roma il 6 marzo 1994, si interessa di sport da quando è bambino. Dopo il diploma di liceo scientifico, nel luglio del 2017 consegue la laurea con 110 e lode alla facoltà di Scienze della Comunicazione a Roma Tre. Nel novembre del 2019, invece, consegue la specialistica in Informazione, Editoria e Giornalismo, sempre presso l'ateneo di Roma Tre e sempre con la votazione di 110 e lode. Il percorso di studi non ha intralciato la sua carriera agonistica: gioca a pallanuoto dal 2004 e, dopo aver militato nelle nazionali giovanili e nei maggiori campionati italiani, è oggi giocatore semiprofessionista e addetto stampa ufficiale della R.N. Frosinone e allenatore delle giovanili.

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