Giro d’Italia, il racconto di una corsa che unisce il Paese

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Nel nostro paese pochi sport uniscono come il ciclismo. In particolare molti appassionati attendono ogni anno la partenza del Giro d’Italia, seconda al mondo solo al Tour de France. L’Occhio sportivo ha seguito la quinta tappa, Orbetello-Frascati e la partenza il giorno dopo da Frascati per Terracina.

La passione

Tappa tranquilla quella che parte da Orbetello: la maglia rosa è Primoz Roglic. Gli altri big, essendo la corsa solo all’inizio, si limitano a non commettere passi falsi. Tappa che però è stata in dubbio fino a pochi giorni dal via del giro, causa forti polemiche in merito agli eccessivi costi. Il polverone mediatico ha interessato soprattutto Frascati,  a cui ha fatto seguito una polemica riguardante il percorso per arrivare in città.  Alcune strade, inizialmente interessate al passaggio della corsa, sono state rimpiazzate da altre creando non pochi disagi. Con l’arrivo a Frascati, la passione la gente travalica i confini dell’ordinario. Come di consueto i negozi, per l’occasione , hanno addobbato i loro ingressi con tanti palloncini rosa.

Nel frattempo i ciclisti partono dalla cittadina toscana in un viaggio lungo 235 km, una delle tappe più lunghe di questa edizione. Nell’attesa è possibile perdersi nei tanti stand che circondano Viale Vittorio Veneto. Alla loro varietà tematica, da quelli che regalano cibo fino a quelli che regalano magliette celebrative, se ne aggiunge uno che promuove l’Ungheria, nazione da cui partirà il Giro d’Italia 2020. Immancabili poi sono gli stand adibiti alla vendita del merchandising ufficiale e quello presenziato dalla madrina ufficiale dell’evento, Giorgia Palmas, accompagnata dal giornalista Marino Bartoletti. L’atmosfera di Orbetello testimonia il significato profondo del ciclismo: unione, condivisione, attesa per il verdetto.

Cadute e arrivo

Nel frattempo, minacciose nubi si addensano sul cielo di Frascati. Il timore di molti in sala stampa è che i corridori arrivino a Frascati con la pioggia. Gli stessi procedono ad una velocità bassa e consultando il Garibaldi (la guida ufficiale del Giro d’Italia, dove sono raccolte tutte le informazioni riguardanti la corsa e le città che attraversa) si capisce  che il gruppo arriverà a destinazione più tardi del previsto.  La tappa si accende con alcune cadute: a farne maggiormente le spese più di altri è l’olandese Tom Dumolin, già vincitore della corsa rosa nel 2017 e che ha già annunciato la sua partecipazione al Tour de France, per tentare di centrare l’accoppiata Giro-Tour che manca dal 1998 quando fu Marco Pantani a siglare una storica doppietta. Il ciclista olandese si rialza ma sanguina fortemente ad una gamba. Tra i big della corsa, da segnalare anche il rischio di caduta di Vincenzo Nibali.

La tappa si avvia alla conclusione e i giornalisti presenti in sala stampa si iniziano a spostare verso la zona di arrivo. La vittoria va a Richard Carapaz, ciclista ecuadoregno del team Movistar, mentre Roglic conserva la maglia rosa. I ciclisti reagiscono in modo diverso al termine della tappa: chi cade a terra stremato dalla fatica, chi invece serenamente raggiunge il pullman della propria squadra. In conferenza stampa Carapaz respinge le domande su un presunto dualismo con il compagno di squadra, Mikel Landa (entrambi capitani della Movistar). C’è spazio anche per Dumolin, vittima di una caduta nelle prime battute del giro e condotto in ospedale che è stato condotto da un’ambulanza al vicino ospedale per accertamenti.

La presenza di Conte

Il giorno dopo è la pioggia, incessante, la protagonista indiscussa a Frascati. Ci si avvia nell’area podio-firma, dove prima della partenza ogni singolo ciclista deve mettere la sua firma. Il palco è ben messo in mostra e il trofeo riservato al vincitore illumina una giornata uggiosa. I corridori si avviano alla firma, una grande ovazione viene tributata a Tom Dumolin, il cui destino sarà tutt’altro che fortunato. La scena però è dominata dal grande ospite della giornata: il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,affiancato da Nibali, incita i ciclisti italiani in gara mentre il ciclista siciliano sottolinea i pericoli che la pioggia può provocare per le sorti della gara. Verso le 14 il premier dà il via alla partenza, direzione Terracina, con la pioggia ancora protagonista, la cui intensità ha portato anche a pensare, seppur timidamente, a una neutralizzazione della tappa. Il vincitore è stato  Pascal Ackermann. Impareggiabili le emozioni del Giro d’Italia, corsa giunta all’edizione numero 102. Con gli anni, sono intatte le emozioni e il pathos che le gare suscitano negli appassionati. E noi dell’Occhio Sportivo, quando si tratta di emozionarvi, siamo sempre lì. In prima fila.

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Pubblicato da Christian Scala

Romano, diplomato al liceo linguistico Hegel, frequenta il corso di Scienze della Comunicazione all'Università Roma tre. Grande passione per il ciclismo e appassionato di calcio, ha collaborato con Centro Mare Radio e attualmente scrive per Torremare e L'ortica, due riviste online.