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Lo scorso 21 agosto verso le ore 17 ha preso fuoco la Polisportiva Joyce, da 33 anni centro di riferimento per i ragazzi del quartiere Laurentino 38. Centro di aggregazione con campo di calcio, tavoli da ping pong e calcio balilla, la Polisportiva Joyce ha visto la luce nel lontano 1986 grazie al lavoro di 116 persone della cooperativa Casa Lieta. Fra loro Alfredo Tonelli, per tutti “er sor Tonelli”, che dalla metà degli anni ’80 ha permesso a tre generazioni di ragazzi di giocare a calcio e partecipare a tornei autofinanziati anche per tenerli lontani dalle insidie che si nascondono dietro i quartieri popolari come i “Ponti del Laurentino”.
La struttura è stata infatti danneggiata in seguito ad un vasto incendio divampato da via Gadda. Sterpaglie in fiamme che hanno preso forza rapidamente con una cappa di fumo ad oscurare i tetti dei palazzi del quartiere che ha interessato anche l’area di via James Joyce e via Paolo Buzzi. Domato l’incendio da protezione civile e vigili del fuoco dopo oltre un’ora di intervento, ad avere la peggio è stata appunto la Polisportiva Joyce, danneggiata dalle fiamme. Da qui i post sulle pagine social del quartiere con tanti messaggi a sostegno di Tonelli.
Per l’occasione abbiamo intervistato un ragazzo, Emiliano Moroni, che vive nel quartiere ed è cresciuto in questa Polisportiva.
Che ricordi hai della Polisportiva Joyce? Quando hai iniziato ad andarci e quanto è stata importante per te col passare del tempo?
“La polisportiva Joyce per me è il simbolo del quartiere dove sono cresciuto ed è probabilmente l’unico posto dove i ragazzi di ogni età si ritrovano da più di 30 anni e molti dei quali potevano finire per strada o in brutti ambienti che in un quartiere come questo sono purtroppo molto comuni. Ho iniziato a frequentarla da quando avevo 5 o 6 anni ed è il più bel ricordo della mia infanzia e adolescenza in quanto ci andavo anche dopo scuola il pomeriggio, io come tutti gli altri ragazzi. Lì ho imparato a giocare a calcio e a divertirmi con spensieratezza. Le più belle immagini della mia infanzia sono in questo campo, tutto questo grazie ad un uomo fantastico come Alfredo Tonelli.”
Che rapporto avete voi ragazzi proprio con Alfredo Tonelli, e quanto è stato importante nella vostra infanzia?
“Il rapporto con Alfredo è un qualcosa di speciale per tutti noi. Molti ragazzi di questo quartiere sono stati anche ospitati da lui a casa sua, ragazzi con problemi di famiglia o altro, ma che Alfredo senza pensarci due volte ha accolto e aiutato nel momento del bisogno. Io potendo parlare personalmente gli voglio un bene dell’anima perché è una di quelle persone che sono rare nel mondo. Mi ha regalato un sogno da bambino essendo cresciuto in un quartiere difficile, la polisportiva Joyce era l’unico posto dove potevi essere libero e divertirti. Spesso quando ero piccolo Alfredo prendeva me e altri ragazzi miei coetanei, ci caricava in macchina e ci portava al mare o a prendere un gelato e passavamo le giornate con lui. Non ci sono parole per il bene che ha fatto alla mia infanzia, non oso immaginare senza di lui come sarebbero diverse le cose; è il numero uno, e purtroppo non è mai stato aiutato come meritava dalla comunità e dal Comune di Roma.”
Che emozioni hai provato quando hai visto il centro sportivo in fiamme?
“Il giorno in cui il centro sportivo ha preso fuoco per poi essere ridotto a delle macerie, penso sia stato uno dei più tristi della mia vita. Ho provato a parlare subito con Alfredo per poter cercare di risollevare un minimo il suo morale e di fargli sentire la vicinanza di chi gli vuole bene. Purtroppo però si è visto crollare addosso ciò che ha costruito in una vita. Dal giorno seguente io e molti altri ragazzi del quartiere siamo intervenuti sul posto e abbiamo sistemato il campo per quanto potevamo fare, nonostante l’ambiente ancora tossico dovuto dall’incendio. Purtroppo al momento ciò che ne rimane è ben poco ed è un colpo al cuore per chi ha amato quel posto e ci è cresciuto.”
Quale è stato il momento che hai passato in questo posto e che ricordi con più piacere?
“Trovare un momento specifico da raccontare passato alla Polisportiva Joyce è impossibile, perché ogni giorno della mia vita, e sono tanti che ho passato lì, sono tutti speciali. Il solo fatto di aspettare Alfredo che scendeva dopo pranzo per aprirci il campo e iniziare a correre dietro ad un pallone per ore era qualcosa di unico, la cosa più bella del mondo per quanto mi riguarda, darei tutto per poterlo rivivere. Solo chi ci ha passato veramente anni e anni a divertirsi può comprendere la bellezza di tutto questo, perché con due porte, un campo di terra e un pallone, ha creato un posto magico, che deve assolutamente tornare ad essere agibile.”
Quando pensi potrai tornare a divertirti e a passare del tempo con i tuoi amici alla Polisportiva?
“Rispondere a quest’ultima domanda non è facile, come ho già detto, essendo la Polisportiva Joyce un posto talmente speciale e importante per il quartiere, un luogo che toglie i ragazzi dalla strada e gli insegna alcune piccole regole di vita, un posto così dovrebbe essere salvaguardato dal Comune, e se purtroppo viene colpito da un incendio che lo riduce a delle macerie, il Comune stesso dovrebbe intervenire per aiutare un uomo che nella sua vita ha fatto solo del bene agli altri, senza mai chiedere nulla in cambio. Fino ad ora io e gli altri ragazzi intervenuti abbiamo messo soldi di tasca nostra per poter sistemare il campo, e per fortuna anche una piccola donazione su Facebook sta aiutando, ma purtroppo non basta. Alfredo Tonelli merita un aiuto da parte di tutti, perché se non si salvaguardano posti del genere, io mi chiedo cosa deve essere salvato. Spero al più presto di tornare a vedere sorridere Alfredo, magari mentre vede i ragazzi correre e giocare nella sua Polisportiva Joyce.”