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Musica, calcio, arte e cultura. Siamo a Liverpool, la città dei Beatles. Appartenente alla contea di Merseyside nel nord-ovest d’Inghilterra, con i suoi 578.324 abitanti è uno dei luoghi simbolo del paese. Domenica si giocherà in città una di quelle partite che rappresentano appieno la parola calcio, Liverpool – Manchester United. Il Nomade Sportivo è già pronto al coro di “You’ll Never Walk Alone”, e voi?
La capitale della Rivoluzione Industriale
Pier Head è un congiunto di 3 edifici costruiti nel 20 secolo. Conosciuto anche come le 3 grazie, queste costruzioni sono il simbolo del potere commerciale e mercantile che ebbe la città durante la rivoluzione industriale. Accanto troviamo l’Albert Dock, luogo iconico che rappresentò questo periodo di splendore commerciale – marittimo. È formata da una serie di palazzi e hangars inaugurati nel 1846. Fu un vero e proprio masterpiece dell’ingegneria, essendo la prima costruzione fatta di solo ferro e mattoni e senza l’uso di legno.
Lasciando la zona del porto, ci incamminiamo verso il centro della città in cerca degli edifici più emblematici. Nello specifico ci imbattiamo nelle loro due cattedrali. La prima è la Cattedrale Anglicana, che ha uno stile gotico e fu costruita tra il 1904 e il 1978. È la struttura religiosa più grande di tutto il Regno Unito. La seconda cattedrale di Liverpool è la Metropolitana. Venne completata nel 1967, ha una forma circolare e ha l’altare al centro della chiesa. Le due cattedrali sono connesse tramite la via Hope Street. Esattamente in mezzo a questa strada c’è una piccola piazza, dove si trova una bellissima scultura chiamata “A Case History”. Ovvero un allestimento di valigie ammucchiate per terra, che va a rappresentare un tributo ai tanti migranti che lasciarono Liverpool per l’America. Ogni singola valigia è dedicata a ogni personaggio illustre della città.
Liverpool, questione di musica
Come potrete immaginare, la città offre tour organizzati che ripercorrono tutte le tappe della carriera dei Beatles. Le case dove nacquero, i posti dove si incontrarono, le abitazioni dove composero e certamente, i posti che ispirarono alcuni dei loro successi. C’è anche una statua dedicata al gruppo in città, perché i Beatles hanno fatto di Liverpool un posto emblematico per la storia della musica. Nell’edificio Pier Head in pieno centro, si trova il British Music Experience, un museo interattivo che fa rivivere la storia della musica inglese. Dentro vi è una sala espositiva capace ti trasportarti in un altro mondo, con oggetti personali e cimeli legati alle più importanti band inglesi. Chiaramente, ci sono i Beatles, ma anche David Bowie, i Queen, Rolling Stones, Six Pistols, Pink floyd, Amy Whinehouse; non manca proprio nessuno.
Liverpool – Manchester United, “The Derby”
La sfida tra Liverpool e Manchester United tratta di due città, due storie incredibili e due società che si ritengono entrambe le più importanti al mondo. C’è sicuramente molto orgoglio in ballo. Molto prima degli amorevoli tackle e strette di mano abbastanza snob date in campo, questa rivalità fu forgiata nelle ceneri della Rivoluzione Industriale. Entrambe le città erano il motore inglese nell’800. Liverpool possedeva uno dei più grandi porti del mondo e Manchester era “cottonopolis”, il centro dell’industria tessile. Forti alleati per anni, divennero nemici durante le ripercussioni della Grande Depressione. I mercanti di Manchester infatti, stufi di pagare enormi quote per esportare e importare le loro merci, decisero di costruire un canale navale. Il Manchester Ship Canal permise alla città di incrementare gli scambi commerciali, ridimensionando nettamente il porto di Liverpool.
Nonostante gli strascichi di quella crisi, entrambe migliorarono la loro notorietà in termini calcistici, diventando due delle più grandi società di calcio in Inghilterra. Il Manchester United vinse 5 campionati e una Coppa Campioni tra gli anni ’50 e ’60. Il Liverpool si assicurò 11 campionati e 4 Coppe Campioni, dominando incontrastata il ventennio successivo. Proprio in quel momento nacque la rivalità che noi tutti conosciamo ora. Il successo del Liverpool amplificò il risentimento a Manchester, ma lo United mantenne comunque grande reputazione e fascino, fattori che irritarono la tifoseria dei Reds. Fu in quel periodo che la tensione cominciò a crescere, dando luogo purtroppo a gravi incidenti. Come per esempio nel 1985, quando la squadra di Ron Atkinson fu assalita ad Anfield con gas lacrimogeni. In una semifinale di FA Cup, invece, due tifosi vennero addirittura accoltellati e un razzo venne sparato nel settore occupato dai tifosi dei Red Devils.
Uno scozzese pronto a fare la storia, a spese del Liverpool
Sicuramente ora non c’è il rischio di scontri chimici allo stadio, ma l’odio sportivo non è certamente diminuito. Alla fine degli anni ’80 un nuovo e giovane allenatore scozzese arrivò alla guida dello United, consacrando a dovere l’estremo attrito tra i due club. Stiamo parlando chiaramente di Sir Alex Ferguson. La sua idea era chiara e precisa, far diventare il Manchester United la migliore squadra d’Inghilterra e di conseguenza, togliere lo scettro al Liverpool. Celebre è la sua frase che alimentò non di poco l’accessa rivalità: “la mia più grande sfida è far scendere il Liverpool dal suo f****** piedistallo”. Da quel momento in poi arrivarono 13 Premier League in 20 anni, trionfi che portarono al sorpasso ai danni del Liverpool nei campionati vinti. Inoltre, si aggiunsero alla bacheca altre 4 FA Cup e due Champions League.
Ogni nuova generazione di giocatori arrivati dopo tutti questi successi, fu forgiata dal sentimento di Ferguson, non propriamente “all you need is love” nei confronti del Liverpool. Le parole di Gary Neville lo confermano: “non sopporto Liverpool, non sopporto la gente di Liverpool, non sopporto tutto quello che è legato a Liverpool”. Ad un giovane Steven Gerrard gli fu inculcato un sentimento simile da suo padre. Quest’ultimo, infatti, si imbestialì appena lo vide indossare la maglia di Bryan Robson, allora centrocampista del Man United, levandogliela di dosso e gettandola dalla finestra.
Una partita senza eguali
Recentemente altri derby sono diventati sempre meno amichevoli. L’Everton è sempre stata una spina nel fianco per il Liverpool, e il Manchester City è diventato molto di più di un semplice vicino rumoroso per lo United. Resta il fatto che entrambi le compagini rosse, divise tra di loro dalla M62 Road per 65 chilometri, rappresentano la più grande rivalità d’Inghilterra. Insomma, prepariamoci ad una calda e bellissima atmosfera allo stadio Anfield: il rosso della Kop, l’inno “You’ll Never Walk Alone” e tanto altro ancora.
Possibili formazioni:
Liverpool (4-3-3): Allison; Milner, Lovren, Van Dijk, Robertson; Wijnaldum, Fabinho, Keita; Salah, Firmino, Mane.
Manchester United (4-3-3): De Gea, Young, Bailly, Jones, Shaw; Fellaini, Matic, Herrera; Lingard, Lukaku, Rashorfd.