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L’Olimpia Milano è campione d’Italia. La squadra guidata da Pianigiani vince lo scudetto dopo una serie sofferta contro Trento (4-2), ripetendo così la vittoria ottenuta due anni prima e conquistando il suo 28esimo scudetto senza arrivare a gara 7. La sfida è stata dominata completamente dall’EA7. L’emotività e la frustrazione per la sconfitta al fotofinish in gara 5, hanno preso il sopravvento per la squadra trentina, che ha mostrato stanchezza e confusione soprattutto nella seconda parte del match.
La Dolomiti Energia Trentino è tornata quindi a rivivere la sconfitta del 2017 nella serie tricolore contro Venezia, anche in quel caso in gara 6. Il tifo della Blm Group Arena, col tutto esaurito, ce l’ha messa tutta per spingere la squadra di casa a conquistarsi la possibilità di giocarsi la “bella” al Forum, ma non e’ bastato.
Gara 1 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 98 85 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO
Gara 2 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 90 80 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO
Gara 3 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO 72 65 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Gara 4 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO 77 74 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Gara 5 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 91 90 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO
Gara 6 DOLOMITI ENERGIA TRENTINO 71 96 EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Una stoppata frena i sogni di gloria di Trento
Se c’è stato un momento decisivo, ai fini del risultato di questa serie scudetto, questo è stato sicuramente l’ultimo minuto di gara 5. Una partita tiratissima dove le due squadre si sono risposte colpo su colpo. Trento, trascinata ad una tripla di Shields (126 punti segnati nell’intera serie, con una media di 21 punti a partita), si porta in vantaggio a pochi secondi dal termine del match. Dopo il timeout chiamato da Pianigiani, la squadra biancorossa trova il fallo sulla penetrazione di Curtis Jerrels, che gli permette di andare in lunetta quando sul cronometro mancavano appena 6”. L’americano rimane freddo dalla linea della carità e fa 2/2. Nell’azione seguente i bianconeri cercano il tutto per tutto, e quando la palla arriva sotto canestro a Sutton, sembra che il colpaccio dell’Aquila al Forum non sia solo un’utopia. Dal nulla però spunta Andrew Goudelock, che infila sulla sirena un’immensa stoppata ai danni del lungo trentino, chiudendo la partita e virtualmente la serie.
Dominio Milano in gara 6
Una partita dominata dall’Emporio Armani, che ha trovato una serata straordinaria al tiro da tre punti (18/35), riuscendo a sbancare per la prima volta in questa finale il PalaTrento. Una finale che probabilmente si era decisa, come detto prima, sulla stoppata all’ultimo secondo di gara-5 di Andrew Goudelock, che è stato votato MVP della serie scudetto. L’americano è stato il grande protagonista anche nell’ultima gara con 21 punti e con cinque triple su nove tentativi. Fondamentali per Milano anche i 15 punti a testa di Mindaugas Kuzminskas e Dairis Bertans, e i 14 punti, conditi con nove rimbalzi, di Arturas Gudaitis. A Trento non bastano i 15 punti di Dominique Sutton e i 14 di Shavon Shields, entrambi comunque condizionati troppo dai falli. Grande prova anche di Toto Forray, ultimissimo a mollare, che chiude con 14 punti.
Le dichiarazioni degli allenatori
Pianigiani – “Armani e Proli hanno creato un bellissimo ambiente per lavorare e non sono andati dietro la schizofrenia di un pallone che entra ed esce, è il loro scudetto. Contenti che l’Olimpia sia tornata a vincere con un grande spirito per i giocatori. Non deve diventare una maledizione per me vincere ogni volta, ma non esiste nessuno che vince sempre. Per ora sono stato molto fortunato a lavorare con grandi persone, si deve pensare a quello che si costruisce e non al risultato, sennò si divide tutto tra vincenti e perdenti ed è troppo semplicistico”.
Buscaglia – “Abbiamo sempre inseguito e abbiamo fatto una gran fatica per tutta la partita. Ho avuto giocatori fantastici, con cinque cuori. Abbiamo lavorato come matti affinché le cose buone che abbiamo diventassero cose positive. Abbiamo fatto un grande playoff in generale, giocando con grandi attributi, poi la pallacanestro è affascinante per questo, basta un canestro per cambiare tutto. Più si gioca a questi livelli, più cresci. Siamo stati bravi a mettere pressione a una squadra che era stata costruita per vincere dall’inizio. Se resterò qui? Io faccio quello che dice il presidente”.