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È lunedì, un giorno per molti pesante da affrontare, ma non per il nostro fortunato Nomade Sportivo. I suoi pensieri non vanno al lavoro, alla scuola e agli altri impegni che riempiono la nostra vita quotidiana. Per lui è tempo di pensare al suo prossimo viaggio che si appresterà a fare, o meglio al “viaje”. Ebbene si, questa volta si va in Spagna, direzione Madrid. Il perché? Il Nomade Sportivo vuole assaporare una città splendida che in questa settimana respirerà un’aria importante e storica dal punto di vista calcistico. Parliamo del derby della capitale, una partita che non può mai passare inosservata, è giunta l’ora di Real Madrid – Atletico Madrid.
Un salto in città
Visitare una città grande come Madrid e riuscire a vedere le attrazioni che offre non è un compito facile. Resta il fatto che ogni angolo che si scopre, è una piacevole sorpresa sia per i turisti che per la gente locale.
Il Prado è un ottimo punto di partenza, uno dei più famosi musei d’arte del mondo. Lì si ha la fortuna di contemplare una travolgente collezione di capolavori di maestri del rinascimento e del barocco. Nell’ora di relax e verde, il Parque Retiro è la scelta giusta. Si trova a est del Prado ed è stato una proprietà reale fino al XIX secolo, quando poi fu aperto al pubblico. Ospita l’albero più antico della città: un cipresso Montezuma piantato nel 1633 e circondato da una recinzione di ferro. Parlando di reali, la rotta va verso il Royal Palace. Costruito nel 1700 per il Re Filippo V, il palazzo reale si trova ai pressi dell’Alcázar di Madrid, che fu distrutto da un incendio nel 1734. È il più grande palazzo reale dell’Europa occidentale e presenta una miscela di stili barocco e neoclassico.
Il prossimo “must” di Madrid è Plaza Mayor. Una bella piazza rinascimentale, allestita nei primi anni del 1600. Ci sono nove ingressi per la piazza e all’interno dei portici, ovvero nella parte inferiore degli edifici, ci sono diversi bar. Ordinare un caffè ad un tavolo all’aperto, guardando Madrid in azione anche per pochi minuti, è semplicemente magnifico. Nelle vicinanze, si trova la Gran Vía. È il centro nevralgico del divertimento, dello shopping e della cultura di Madrid, un viale animato spesso pieno di vita fino all’alba. Di giorno pullula di acquirenti che si fermano nei numerosi centri commerciali e negozi di alta moda. Di sera la strada pulsa e si accende attraverso cinema, teatri e discoteche.
Santiago Bernabeu versus Wanda Metropolitano: gli stadi di Madrid
La visita non può che terminare con gli stadi di calcio delle due squadre più famose di Madrid. La casa del Real Madrid si raggiunge facilmente con la linea 10 della metropolitana. Questo tempio sacro del calcio, detiene ancora il record per essere rimasto inespugnato per 121 gare di campionato tra il 1956 e il 1965. Fu costruito dal presidente Santiago Bernabeu Yeste, che dopo esser salito in carica nel 1945 ebbe l’impegno di ridare splendore al club dopo la Guerra Civile. Nel 1947 venne inaugurato lo stadio e nel tempo ebbe molti lavori di perfezionamento. Ad oggi è considerato un impianto all’avanguardia, capace di ospitare circa 85.000 persone.
Il Wanda Metropolitano ha sostituito di recente lo storico stadio Vicente Calderon. La nuova dimora dell’Atletico Madrid si trova nel quartiere di San Blas-Canillejas ed è raggiungibile sempre attraverso la metro, ma con la linea 7. È un vero e proprio gioiello per struttura e comodità, con 68.000 posti a sedere. Il Wanda, tramite un accordo del club con Philips Lighting è il primo stadio al mando ad essere 100% LED. Per questo il tetto dell’impianto utilizza un’illuminazione dinamica che visualizza 16 milioni di colori. Lo stadio è stato pagato per ben 310 milioni di euro.
Genesi “Merengues – Colchoneros”
Il Real Madrid e l’Atletico Madrid sono due club che poggiano le loro basi su diversi stereotipi culturali. I Blancos furono formati nel 1902 da laureati di Oxford e Cambridge. Il loro unico scopo fu quello di promuovere la cultura calcistica nel cuore di Madrid (la Spagna non era unita in quel momento). Gli studenti locali baschi vedendo questo, con l’aiuto dei birrai, dei lavoratori locali e della gioventù locale, fondarono l’Atletico Madrid un anno più tardi. In seguito, dei dissidenti del Real Madrid si unirono all’Atletico nel 1904. Questo fu un fattore determinante, perché acconsentì una crescita nel tempo più o meno uguale a quella dei “merengues”. Chiaramente tutto ciò portò ad un’accesa rivalità tra le due squadre, ma questo non ne fu l’unico motivo. Come in molti occasioni i derby sportivi nascono da conflitti extra-calcistici e questo è il caso di quello madrileno.
Sin da subito, infatti, si crearono tensioni anche dal punto di vista sociale. Il sud, povero e lavoratore apparteneva all’Atletico Madrid, il nord, ricco e privilegiato al Real Madrid. Tutto questo si inasprì di più dopo la guerra civile spagnola, dove il governo dava maggior rispetto e sostegno nei confronti del Real. In un periodo dove la Spagna era isolata a livello internazionale, un ministro disse: “Il Real Madrid è il miglior ambasciatore che abbiamo mai avuto”. A causa di ciò anche i membri dei colchoneros erano soliti infuriarsi di questa imparzialità e le conseguenze si videro negli accesissimi derby.
Le epoche cambiano, la storia un po’ meno
Dagli anni 50 in poi ci fu il definitivo sorpasso del Real Madrid che diventò “galacticos”. Da lì, tranne in alcuni momenti di leggera flessione, il Real ha vinto tutto. Sono passati giocatori del calibro di Puskas, Di Stefano, Gento, Zidane, Raul, Figo, Ronaldo, Cristiano Ronaldo, Hierro, R. Carlos e Casillas. Adesso è capitanata da Sergio Ramos, uno dei difensori più forti della storia del calcio. D’altro canto l’Atletico non si può lamentare, avendo avuto la possibilità di avere in squadra gente Francisco Campos, Aragones, Torres, Aguero e che ora ha come giocatore simbolo Antoine Griezmann.
L’aspetto delle differenze culturali, ai giorni d’oggi è drasticamente migliorata. Questo non toglie il fatto che le vicende del passato e certi credi siano ben radicati nel Dna di entrambi i club. Hanno delle identità e dei destini diversi, pur essendo tutte e due grandissime squadre. Il Real ha avuto comprensibilmente più successo nella sua storia. Negli ultimi è stato stratosferico, dal 2014 ha collezionato ben 4 Champions League, vincendo due finali proprio contro l’Atletico. Forse per questo nei “rojiblanco” ancora arde un “sentimento de rebeldia”. Quel senso di rivoluzione che in parte si è realizzato 1 mese fa, vincendo la finale di Supercoppa europea contro la nuova gestione madrilena di Lopetegui.
Al Santiago Bernabeu, sabato 29 settembre sarà un nuovo appuntamento con la storia e l’ennesimo derby di Liga andrà in atto. 220 scontri fino ad ora, con 109 vittore da parte del Real e 56 per l’Atletico. Diego Simeone, l’uomo che dal 2011 ha cambiato la storia per i Colchoneros, cerca il colpaccio, avendo a disposizione tutti i suoi migliori giocatori. Lo stesso vale per Lopetegui, i suoi uomini sono pronti, come il Nomade Sportivo del resto. Non ci resta che dire che vinca il migliore.