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Dopo 48 partite è finalmente definito il tabellone tennistico degli scontri diretti che ci porterà a scoprire chi sarà il campione del mondo 2018. Nella parte sulla carta più semplice dei turni ad eliminazione diretta è prevista per oggi la sfida tra i padroni di casa della Russia e la Spagna. Il teatro dell’evento sarà il Luzhniki Stadium di Mosca, stadio con la più elevata capienza tra quelli di Russia 2018 che sarà protagonista anche della finale della rassegna.
Spagna: il cammino difficile della squadra di Hierro
La Spagna ha vinto il suo girone ma con grande difficoltà e aiutata dai risultati altalenanti del Portogallo che nell’ultimo incontro ha perso il primato del gruppo B andando a pareggiare contro l’Iran. La Roja ha avuto la preparazione più tribolata ad un mondiale dal suo esordio nella competizione. Ad un solo giorno dall’inizio del torneo, infatti, la RFEF (Real Federacion Espanola de Futbol) ha esonerato il tecnico Lopetegui per aver firmato un contratto con il Real Madrid dopo aver rinnovato come CT solo due settimane prima, sostituendolo velocemente con una bandiera del club di Madrid, Fernando Hierro. L’andaluso si è trovato quindi a gestire una squadra non da lui selezionata in cui è forte la rivalità tra i giocatori del Real Madrid (sei) e quelli del Barcellona (quattro).
Il primo match del gruppo B era, oltre che la gara d’esordio per il nuovo CT, anche la partita sulla carta più difficile del gruppo. Gli spagnoli infatti affrontavano il Portogallo del fenomeno Cristiano Ronaldo, particolarmente ispirato nella notte di Sochi. CR7, infatti, dopo soli 4 minuti aveva già portato avanti la sua nazionale mentre la Spagna si è invece aggrappata alla vena realizzativa di Diego Costa, che da solo al 24′ dribblava tutta la difesa avversaria per appoggiare il pallone in rete. Un grave errore poi di De Gea faceva però finire in svantaggio la prima frazione alla Roja. Nel secondo tempo in 3 minuti la Spagna ribaltava il match prima con Diego Costa e poi con un diagonale di Nacho. Ma a due minuti dal termine, quando Hierro pregustava la prima vittoria nella sua carriera di selezionatore, una punizione di Cristiano Ronaldo rimetteva la partita in parità.
Il 20 Giugno era diventata quindi fondamentale la partita contro l’Iran (primo del gruppo grazie alla vittoria sul Marocco) e ancora una volta Diego Costa toglieva le castagne dal fuoco ai suoi, realizzando la rete decisiva in una partita tutt’altro che agevole per gli iberici. Infine la Roja, come anticipato, nonostante nell’ultimo match disputato abbia “solo” pareggiato con il Marocco, sfruttando uno scivolone del Portogallo, si è comunque qualificata per prima nel gruppo B. Per quanto riguarda il gioco espresso non abbiamo visto una manovra fluida da parte degli iberici.
E’ sempre attivo il dogma post era Barcellona di Guardiola che permette agli spagnoli di imbrigliare gli avversari in una fitta rete di passaggi orizzontali tra compagni di squadra con un elevato tasso tecnico. Tuttavia l’esaltazione di questo tiki taka porta la Roja a scontrarsi contro i muri eretti dai loro oppositori in un torneo dove le difese per ora sono stata più attente e decisive in confronto agli attacchi. Le reti spagnole sono sembrate frutto soprattutto di grandi giocate individuali (Diego Costa e Aspas) e meno delle trame di una squadra schierata sempre in campo con il 4-2-3-1 con Iniesta e Silva titolari. I due però hanno evidenziato uno stato di forma precario frutto anche delle primavere spese in questo sport.
Russia: la sorpresa del Mondiale
La Russia è stata la sorpresa dell’inizio del mondiale. Molti credevano che i padroni di casa non avrebbero ben figurato nella rassegna irridata, nonostante da anni si stessero preparando alla competizione. Il tasso tecnico della squadra allenata da Cherchesov era oggettivamente non di livello sufficiente e a comprovare ciò è stato il ranking FIFA che li posizionava al 70 posto (peggiore di tutte le altre 31 partecipanti al mondiale e per intenderci con la metà circa dei punti ranking dell’Italia non qualificata a Russia 2018). L’essere però la nazione ospitante le aveva permesso un cammino facilitato, inserendola nell’urna delle teste di serie. Il girone le aveva messo di fronte Arabia Saudita, Egitto ed Uruguay. Nella partita d’apertura del torneo la Russia aveva battuto con gran facilità l’Arabia per 5-0 sospinta dal pubblico di Mosca (ben 78000 spettatori accorsi ad inneggiare verso i propri beniamini) e tra i festanti c’era anche Vladimir Putin che si è esposto fortemente nell’organizzazione del mondiale.
Nonostante l’infortunio in campo del giocatore più tecnico Dzagoev, i russi avevano quindi ottenuto grazie ad un risultato così roboante il sostegno del proprio pubblico e le attenzioni del mondo. Nel secondo match i padroni di casa se la sono vista con l’Egitto. Anche gli africani, nonostante fossero costretti a vincere per non essere eliminati dal torneo, sono stati surclassati sul campo dalla fraschezza atletica dei padroni di casa, andando a perdere per 3-1. L’ultima partita del girone vedeva quindi la Russia già qualificata di fronte all’Uruguay anche esso con il pass per gli ottavi già strappato.
Al primo match contro squadre di livello i padroni di casa hanno deluso, evidenziando le loro lacune tecniche e non riuscendole a colmare con l’atletismo trovandosi presto in 10 per l’espulsione di Smolnikov. Come una tempesta perfetta Cavani & co. hanno regolato 3-0 la Russia ed anche il matador, fino a quel momento a secco di reti, ha ritrovato la via del goal. L’ultima partita è quella che ci dice di più della squadra russa. Cherchesov li ha sempre schierati in campo con un 4-2-3-1 simile a quello spagnolo per posizioni, ma completamente diverso per mentalità.
Se la Spagna è una squadra con tante menti pensanti, la Russia sembra aver perso il suo uomo in cabina di regia già durante il primo match (Dzagoev). E se contro squadre del calibro dell’Arabia Saudita e dell’Egitto è bastato l’atletismo per rendere evidenti i limiti delle avversarie, contro la Spagna la musica sarà diversa ed in mezzo al campo qualcuno dovrà improvvisarsi direttore d’orchestra. Cherchesov avrà dalla sua però il calore del pubblico di casa e la speranza che giocando ad un ritmo diverso degli avversari anche i tanti piedi buoni della Spagna possano soffrire l’intraprendenza fisica dei suoi uomini che vorranno riscattare una sconfitta per 3-0 dentro alle mura amiche.