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Mentre impazza la lotta per il titolo, con protagoniste City, Liverpool e Tottenham, la bagarre per non retrocedere in Championship non sembra affatto essere da meno. L’unica condannata sembra essere l’Huddersfield, ultimo ad 11 punti, mentre tra il Fulham penultimo a 14 e il Burnley quindicesimo a 21, ci sono 7 lunghezze. Abbiamo fatto il punto sulla lotta salvezza, con il mercato che potrebbe essere una variabile importante per quel che riguarda la relegation zone in Premier.
Boccata d’ossigeno
La vittoria del Burnley, che si è imposto per 2-1 ai danni del Fulham, rischia di pesare come un macigno per l’economia nel campionato degli uomini di Dyche. Eppure sembra paradossale ritrovare nella corsa-salvezza oggi una squadra che, a luglio, disputava i preliminari di Europa League. Ma è altrettanto vero che di parabole come quella del Burnley ne abbiamo viste tante in Premier. L’annata del club di Turf Moor è partita storta, con l’eliminazione appunto nel playoff continentale e rischia di finire nel peggiore nei modi.
La forza dei claret and blue sta tutta nella solidità e nella “chimica” di gruppo. Sean Dyche, uomo della promozione del club, guida da anni gli stessi giocatori esperti e il club è da anni una realtà convincente in Premier. Tanto persuasiva che il Liverpool monitora costantemente la situazione contrattuale nei confronti del nazionale inglese Tarkowski. Il club del Lancashire, avrebbe addirittura chiesto 45 milioni di sterline per uno dei suoi pilastri difensivi.
Ecco che forse, proprio nel mancato rinnovamento e ritocco della rosa, si nascondono i limiti tecnici di un gruppo i cui stimoli scarseggiano e che sembra aver raggiunto il proprio apice nella scorsa annata. Tuttavia, il Burnley, sembra avere qualcosa in più rispetto alle dirette concorrenti, così da potersi salvare anche con un certo anticipo. Ma i campanelli d’allarme ci sono. Dyche e proprietà sono avvertiti.
Il mercato salvi chi può
L’arrivo di Ranieri sulla panchina del Fulham aveva portato speranze e tranquillità, oltre che miglioramenti generali nel rendimento di squadra. Eppure, la situazione di classifica recita penultimo posto e 14 punti in cascina. Nella sconfitta col Burnley, pesano i due autogol dei difensori Bryan ed Odoi; proprio la difesa è il reparto più debole di una compagine che nel mercato estivo aveva speso oltre 100 milioni di sterline.
“Il mercato è aperto ed il presidente mi ha garantito che farà qualcosa.” Ha più volte dichiarato King Claudio nel corso di questi giorni. Ed il mercato sembra essere ormai il principale alleato per i Cottagers, che rischiano di retrocedere dopo una sola stagione in Premier. Tanti i nomi che circolano in orbita Fulham: dai fedelissimi di Ranieri ai tempi del Leicester, Drinkwater, King e Okazaki, passando per Cahill e Moses, esuberi del Chelsea.
L’ultimo nome uscito oggi dalla stampa olandese è infine quello di Babel del Besiktas. La certezza è che il Fulham ha bisogno di un difensore ed un centrocampista d’esperienza. Ma non solo: urge un esterno offensivo di qualità. 5 punti separano il Fulham dal penultimo posto, una distanza non insormontabile per Ranieri, chiamato però ad un altro miracolo sportivo.
Aptitude to fight
Cardiff e Newcastle, separate da 1 punto in classifica, sono accomunate dalle difficoltà nell’investire e nel migliorarsi, ma anche e soprattutto dallo spirito combattivo. Il Cardiff City di Warnock, che nel mercato estivo ha investito poco nonostante il ritorno in Premier è, per caratteristiche, abituato a lottare. Classica squadra fisica, agonisticamente cattiva e di esperienza, il Cardiff incarna le tipiche attitudini e mentalità british.
Trovarsi a +1 dal terzultimo posto dopo la prima del giro di boa, è già un ottimo risultato per i Blue Birds. Warnock e i suoi sono riusciti a calarsi nel contesto della Premier e, fin dalla prima giornata, lottano su ogni pallone per salvarsi. L’esperienza e lo spirito hanno fatto fino ad ora la differenza ma servirà di più, considerando che non arriveranno rinforzi importanti dal mercato per salvarsi.
L’attitudine a lottare contraddistingue invece da pochi anni una nobile decaduta come il Newcastle. I Magpies devono fare i conti con una crisi societaria senza precedenti, affidando ogni speranza a Rafa Benitez. L’ex tecnico di Napoli e Chelsea, viene spesso nominato tra i manager dell’anno dai vari addetti ai lavori. Il materiale tecnico a sua disposizione è di media/bassa qualità e, ogni anno, il Newcastle si ritrova puntualmente immischiato nella lotta per non retrocedere. La sconfitta subita, di misura, a Stamford Bridge con il Chelsea ha momentaneamente spedito al terzultimo posto i bianconeri, fermi a quota 18 punti. Il mercato non aiuterà, a meno di colpi di scena, Benitez ed i suoi che saranno chiamati a combattere fino a maggio per difendere la categoria, contando sulla tradizione del club e sulla spinta dei soliti 60mila di St. James Park.
Ventata d’aria nuova (austriaca)
Chi ha momentaneamente lasciato le sabbie mobili del torneo è il Southampton. Sono lontani gli anni in cui i Saints sfornavano e talenti del calibro di Bale e Walcott. Da circa 2 anni, la squadra del sud d’Inghilterra si ritrova nei bassifondi, immischiata nella relegation zone. Ad inizio dicembre si è consumato il divorzio con il tecnico Mark Hughes, arrivato lo scorso anno in corsa, riuscendo a salvare il club dalla retrocessione.
Condannati a vincere
Fanalino di coda ad 11 punti in classifica, c’è L’Huddersfield. Con il peggior attacco del campionato, gli uomini di Wagner – che continua ad avere la fiducia dalla società – sono la squadra più vicina a un ritorno in Championship. I The Terriers, che avevano stupito tutti lo scorso anno da neopromossi, hanno perso la solidità difensiva e l’atmosfera battagliera tipica del John’s Smith Stadium.
Il mercato può dare una mano ad una compagine in piena crisi identitaria. Wagner è sul lastrico da tempo e, forse, un cambio tecnico potrebbe giovare al club del West Yorkshire. I The Terriers però sono chiamati a un autentico miracolo. 8 punti di svantaggio dal quart’ultimo posto non sono tanti, ma nemmeno pochi per un team che non ha mai convinto né trovato continuità. Ma “never say never”, soprattutto quando si parla di Premier League.