Euroleague 2020/21 – Top e Flop del girone di andata

Top Flop

Tempo di lettura: 8 min

Con le sfide della scorsa settimana si è concluso (almeno formalmente, visto che ci sono ancora 3 partite da recuperare) il girone d’andata della regular season 2020/21 di Euroleague. Tanti temi, tanti spunti e al solito tanto spettacolo nella massima competizione europea per club. Ma chi ha deluso e chi ha sorpreso sinora? Quali sono stati i top e i flop?

Top – CSKA-Barça-Real: le tre big hanno confermato le aspettative

Classifica alla mano non si resta sbigottiti nel vedere il CSKA Mosca davanti a tutti: il roster è completissimo, Mike James il capocannoniere della competizione (oltre 20 punti segnati a partita) e soprattutto i russi hanno a disposizione una batteria di lunghi nettamente superiore alle avversarie (citofonare per ultima Milano e i 16 rimbalzi offensivi catturati in faccia da Milutinov). Il CSKA ha perso 3 delle prime 5 partite, due di queste contro ALBA Berlino e Crvena Zvezda, per poi inanellare un filotto ancora aperto di 12 successi consecutivi. Ad ora sembra impossibile non ipotizzarli alle Final Four di Colonia.

Per Barça e Real il cammino nel girone d’andata e le caratteristiche del roster sono esattamente opposti: difatti mentre i blaugrana hanno vinto 8 delle prime 9 partite disputate, perso le ultime 3 sfide e innescato la pericolosa grana Heurtel da sbrigare il prima possibile, i Blancos sono stati sconfitti in 4 dei primi 5 round per poi conquistare 11 W intervallate solo dal KO all’ultimo secondo sul campo del CSKA. Per quanto riguarda lo stile di gioco, i catalani hanno immediatamente affidato le chiavi della squadra a Calathes, pagando tuttavia l’assenza di centri di rilievo aldilà di Davies, mentre i madrileni hanno superato alla grande l’impasse legato all’addio di Campazzo affidandosi allo sconfinato reparto ali (seppur d’ora in avanti privo di Randolph) e alla solidità di Tavares sotto i tabelloni. Insomma, le due squadre più importanti di Spagna sapranno sempre restare al centro dell’attenzione.

Top – Bayern Monaco, Zenit e Zalgiris le sorprese

Come ogni anno l’Eurolega regala qualche exploit inatteso e in questa stagione ce ne sono principalmente tre, rispettivamente al 4°, 5° e 6° posto in classifica. La sorpresa più inattesa è certamente il Bayern Monaco, la prima inseguitrice di CSKA e Real e squadra magistralmente allenata da Andrea Trinchieri, coach in grado di sommare le qualità dei singoli in un gioco corale, preciso e adattabile e alle caratteristiche di qualunque avversario. I leader Baldwin e Reynolds stanno attraversando un periodo di grazia ma riusciranno a mantenerlo fino a fine stagione?

Lo Zenit invece è una conferma più che una sorpresa dopo l’imponente campagna acquisti estiva. Pangos è tornato ai livelli di Kaunas e la fisicità mista all’esperienza dei russi li pone come principale mina vagante della competizione anche in ottica playoff. Lato Zalgiris, invece, più che di rendimento costante si parla di montagne russe: 5 vittorie nelle prime 6 partite, poi 6 sconfitte consecutive e infine ulteriore striscia di 5 successi filati ancora aperta. Coach Schiller sta facendo un gran lavoro da direttore d’orchestra e i suoi uomini sul parquet, seppur non dotati di fisicità e qualità comparabili con le big, danno sempre tutto sul parquet (in primis Grigonis, leader concretissimo e runner up nella corsa all’MVP di Mike James).

Top – Nonostante il COVID, la classifica è “corretta”

Appena fioccati i primi rinvii, i dubbi sulla “legittimità” di questa regular season si sono fatti sempre più invadenti. Tuttavia, si può affermare che l’unica squadra veramente penalizzata dal COVID-19 (e senza aver avuto possibilità di rinviare le proprie partite) sinora è stato il Khimki, ma soltanto durante i primi 4 round. Per il resto, si è parlato unicamente di positività isolate e che hanno colpito a rotazione tutte le 18 protagoniste dell’Eurolega. Per questo motivo la posizione in classifica rispetta perfettamente le qualità di ogni team. La speranza, ovviamente, resta quella di non doverci porre più questi “quesiti” per il prosieguo della stagione.

Flop – Efes, che succede?

“Squadra che vince non si cambia”. Questo era il motto dell’Efes dopo la strepitosa cavalcata della stagione 2019/20 interrotta solo dalla pandemia. Tuttavia, l’alone magico che avvolgeva questo gruppo ora sembra sparito. L’annata è sì cominciata peggio del solito con Larkin out per 6 round ma anche con il rientro del numero 0 il trend non ha preso la piega sperata. È vero, la stella turca non sta giocando bene (aldilà delle cifre, l’atteggiamento sul parquet spesso svogliato è un campanello d’allarme per coach Ataman) ma anche molti role player non hanno certamente brillato sinora. Singleton, Pleiss, Anderson e a tratti Beaubois e Moerman sembrano quasi “sfiduciati”, privi di quel fuoco interiore e di quella concentrazione che li ha fatti volare in alto lo scorso anno.

Mancano però ancora 17 round per raddrizzare il deludente 8-9 di record (che include comunque la vittoria prestigiosa contro il Barcellona frutto di un Larkin strabiliante) e tornare a brillare e incantare tutta l’Europa che conta. Ci riusciranno?

Flop – Niente più Grecia ai Playoff?

Era prevedibile alla prima palla a due della stagione 2020/21 e il girone d’andata ce lo ha confermato: PanathinaikosOlympiacos sembrano attrezzate al momento per raggiungere i Playoff. Soprattutto i verdi sembrano già adesso tagliati fuori dalla corsa, causa un gioco offensivo troppo dipendente dalle prestazioni di Nedovic (e in secondo luogo di Papapetrou) e un 16° posto in classifica che non fa sperare nulla di buono.

Sponda Pireo, qualche sconfitta di troppo contro avversari di livello inferiore come il Fenerbahçe o il Baskonia potrebbero costare caro a fine stagione. Comunque sia non si può parlare di vero e proprio flop per una squadra con esperienza (vedi Sloukas e Spanoulis come registi ancora di altissimo livello) e ampiamente in corsa per i playoff (Milano è distante solo una vittoria). Certo, ci sono dei dettagli da sistemare ma la speranza per la Grecia di vedere una propria rappresentante nella post-season resta ancora vivissima grazie ai biancorossi.

Flop – Khimki e Maccabi: c’è qualcosa che non va

Oltre all’Efes, le delusioni più grosse del girone d’andata sono state Khimki e Maccabi. Per quanto riguarda i moscoviti, come detto in precedenza, la “scusante” del COVID-19 non regge: la squadra è disunita, senza identità e con una difesa a tratti da minors. Anche all’interno dello spogliatoio la situazione non è affatto semplice, visto il già avvenuto cambio dell’intero coaching staff a disposizione di Kurtinaitis, il presumibile taglio di Monroe (ossia quella che doveva essere la seconda stella della squadra) e la messa alla porta di due giocatori centrali come Jerebko e Timma. Le 15 sconfitte su 17 sfide pregiudicano quanto di buono potrebbero fare nella seconda metà della regular season, periodo in cui dovranno cercare di salvare almeno l’onore.

Al contrario per il Maccabi Tel Aviv non tutto è ancora perso: il record 7-10 li pone al 12° posto e a 2 vittorie e mezzo da Milano ma il bel gioco fisico e concreto del recente passato sembra svanito. Zizic è il flop più clamoroso, Bender non ha ancora trovato la sua dimensione, Dorsey e Jones sono tutt’altro che affidabili accanto alla stella Wilbekin. Anche per gli israeliani c’è comunque possibilità di rimettere a posto la situazione e molto starà nelle mani del sapiente coach Sfairopoulos, il quale dovrà lavorare soprattutto sulla metà campo offensiva.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com