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Fenerbahce, CSKA, Real Madrid ed Efes. Mancano esattamente 10 giorni alla prima palla a due delle Final Four di Vitoria. Per l’occasione L’Occhio Sportivo ha intervistato Alessio Teresi, uno dei più grandi esperti di basket greco ed europeo.
Negli ultimi 5 anni, compreso questo, l’Eurolega è stata prettamente un discorso tra Real, Fenerbahce e Cska. Quanto influiscono i tre coach sulle rispettive squadre?
Molto, perchè è si facile sedere sulla panchina delle squadre che hanno i tre budget più alti della competizione, ma ci vuole anche la personalità per sopportare sempre e comunque la pressione dell’ambiente, e saper gestire i giocatori ed in particolar modo le star, che se non hanno il rispetto di chi li guida, possono creare danni inenarrabili.
Sorpresa Efes alle Final Four. Partecipazione meritata vista l’ottima stagione: più meriti di Ataman o dei nuovi giocatori?
L’Efes ha scommesso bene ed è passata alla cassa. Perchè è vero che ha deciso di investire 1.8 milioni di dollari per garantirsi un fuoriclasse come Larkin, ma anche fatto l’affare prendendo uno come Pleiss, con un biennale da 800 mila euro a stagione, confermando Dunston e creando un contesto stimolante per Simon e quel Micic, che era sui taccuini degli scout del club più titolato di Turchia, fin dai tempi del Tofas Bursa. Affidandosi poi ad un allenatore che non sarà certamente tra i più simpatici in giro, ma che ha pur sempre vinto tutte le manifestazioni europee eccetto l’Eurolega…
Senza nulla togliere all’Efes, chi è tra Real, Fenerbahce e CSKA la candidata numero uno a vincere l’Eurolega?
Sarebbe bellissimo vedere ancora una volta Obradovic sul trono d’Europa, quindi dico Fener perché ha giocatori vincenti che fanno parte dello stesso gruppo oramai da anni, perchè è una società con le idee chiarissime ed un senso della programmazione che altre non hanno, ed in ultima analisi per i “nostri” Datome (anche se probabilmente salterà le Final Four) e Melli, e per quel grande campione che è Kostas Sloukas.
Quale può essere il giocatore più decisivo in queste Final Four?
Mi aspetto una grande Final Four da Dixon, o da Alì Muhammed, chiamatelo un po’ voi come preferite. Fino a qualche mese fa era stato dipinto da parecchi come un “giocatore finito”, Obradovic ha saputo ricostruirlo usando il bastone e la carota, ed i risultati si sono visti, soprattutto nei momenti finali e decisivi della stagione. Giocatore che ho sempre apprezzato fin dai tempi di Treviso e Brindisi, con un carattere particolare ma anche con un talento ed una visione di gioco che pochissimi hanno in Europa.
Parlando delle escluse, cosa è mancato a Pana, Baskonia, Zalgiris e Barça?
Nulla, perchè secondo me hanno ottenuto il massimo a cui potessero aspirare per come sono state costruite l’estate scorsa. Panathinakos, Zalgiris e Baskonia hanno raddrizzato in extremis una annata iniziata in maniera imbarazzante. Semmai qualche rammarico può averlo il Barcellona, che ha speso parecchio (secondo budget tra le sedici) ed è arrivato ad un passo dal Paradiso, ma ricordando la squadra senza senso degli ultimi anni credo che in Catalogna possano essere soddisfatti perché i risultati di questa stagione potranno forse aprire un ciclo vincente in futuro.
Il tuo giudizio sulla stagione di Milano. Quali sono state le cause, secondo te, dell’esclusione dai playoff?
Milano la qualificazione l’ha persa sul campo in casa contro Gran Canaria e Bayern, ma questo è il risultato di una gestione tecnica e societaria a dir poco rivedibile. Non è stata capace di valorizzare le “risorse” indigene dando pochissimo spazio ai giocatori italiani, Della Valle in primis, ed ha gestito malissimo la questione Bertans, perchè un giocatore di questo livello non può essere lasciato andare via così a cuor leggero. Gli infortuni patiti sono soltanto una scusante che non regge, perché tutte le squadre quest’anno hanno dovuto fare i conti con una marea di assenze forzate più o meno importanti.
Quale squadra e quale giocatore ti hanno deluso maggiormente in questa Eurolega?
Ha fatto malissimo l’Olympiacos, crollata clamorosamente nel finale di stagione, anche per vicende che con il basket ci azzeccano poco. L’errore estivo di pensare ad un Blatt che potesse avere la formula magica scaccia problemi, e quello ancora più grave di sperare che il trio Spanoulis-Printezis-Papanikolaou (tutti e tre con un anno in più sul groppone) unito alla riconferma costosa di Milutinov, potessero bastare per continuare a viaggiare in Eurolega ad alti livelli, sono stati davvero fatali ed inusuali per un club che negli ultimi anni aveva sempre agito sul mercato con grande attenzione. A questo aggiungiamoci un ingiustificato ostracismo da parte del tecnico ex Maccabi verso alcuni giocatori (Mantzaris, che aveva fatto le fortune in passato di Spanoulis, e Tillie), qualche malumore di spogliatoio (a causa di stipendi più o meno pagati puntualmente), ed ecco che la frittata è bella che fatta.
È giusto dare il premio di MVP a Calathes, o le brutte prestazioni nella serie con il Real possono incidere sulla consegna del titolo?
Quando l’estate scorsa il Panathinaikos, per esigenze di budget, fu costretto a scegliere tra lui e Mike James, molti storsero la bocca. L’ex Memphis credo abbia pienamente ripagato quest’anno le scelte del club di Kifissia, se non altro per aver portato la sua squadra ai playoff e si può davvero dire che Nick abbia avuto un ruolo da protagonista, quasi assoluto, nelle sette delle ultime otto partite vinte dal Panathinaikos. A dispetto di alcune facili, ed oramai poco divertenti ironie sulle sue capacità al tiro dalla distanza, il giocatore ha dimostrato di essere una vera e propria star di questa competizione, forse uno degli ultimi uomini-squadra (o franchigia come si usa dire al di là dell’oceano) rimasti. Ruolo che non può essere cancellato da una serie non brillantissima contro il Real, pesantemente condizionata da alcuni fattori esterni che hanno influito sul risultato di gara uno, vero spartiacque della contesa.
Come vedi la prossima stagione regolare a 18 squadre? Si parla di possibili retrocessioni/promozioni dall’Eurocup. Ti convince questo eventuale nuovo format?
Tenderei a ricordare come l’Eurolega sia una manifestazione ad inviti, le cui regole vengono scritte in quel di Barcellona da personaggi che, prima di tutto, vogliono fare e creare business. Questa scelta quindi non mi sorprende, purchè oltre a benefici economici riesca a portare anche un innalzamento del livello tecnico. Cosa di cui non sono del tutto sicuro, dal momento che, per quello che ho visto quest’anno, forse soltanto Valencia e Berlino avrebbero i mezzi per poter giocare una Eurolega dignitosa.