Euro 2020, atto finale: football coming home o to Rome?

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Ci siamo. L’attesa è quasi terminata: l’Europa è pronta a coronare la sua regina. La posta in palio è altissima e le parole dei protagonisti – nelle ore che ci separano dalla finale di Wembley – rappresentano solamente un mero strumento per stemperare le dilaganti tensioni della vigilia. Attesa febbrile, ultimo atto di Euro 2020 a un passo. Siamo davanti al bivio: il calcio tornerà nel suo naturale habitat, quello inglese, dopo un digiuno di 55 anni oppure imboccherà la strada di Roma? Calcio d’inizio in programma domani, alle ore 21, nel maestoso scenario di Wembley.

Qui Italia: la storia è a un passo

Negli occhi, nel cuore e nelle vene scorrono ancora nitide immagini e adrenalina per il successo degli Azzurri sulla Spagna. Un successo goduto “da Trieste in giù” nel ricordo di Raffaella Carrà, la cui prematura scomparsa non ha lasciato indifferente l’universo calcio tanto nel Belpaese quanto nella “Península ibérica“. Una serata londinese da “fantastica fiesta” a tinte tricolori: l’Italia riassapora il gusto della finale europea nove anni dopo la sconfitta di Kiev contro la versione massima della Roja spagnola. Un exploit, a Euro 2020, targato Roberto Mancini: se oggi un italiano residente all’estero gonfia il petto con fierezza e contagioso orgoglio lo deve al commissario tecnico azzurro. Raccogliere il testimone dalle mani di Ventura all’indomani della Waterloo mondiale inscenata a San Siro con la Svezia era impresa per pochi eletti. Un Everest da scalare, un’impresa titanica in un orizzonte dominato da sole macerie, sportive e non. L’ex tecnico di Inter e Manchester City ha avuto l’indubbio merito – unito a una discreta dose di coraggio – di rivoluzionare la struttura dalle fondamenta: un “grazie e arrivederci” neanche troppo celato ai senatori della precedente gestione, sostituiti da un nucleo di giocatori giovani e di belle speranze.

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Dalla certezza Donnarumma tra i pali alla costante crescita dello sfortunato Spinazzola fino all’esponenziale crescita di Locatelli e Berardi in quel di Sassuolo sotto l’ala protettrice di De Zerbi. Elementi chiave e decisivi ai quali sommare la maturità di Verratti, la centralità nel progetto azzurro di Jorginho, l’esperienza della coppia centrale difensiva Bonucci-Chiellini fino alla dimensione internazionale raggiunta senza troppi patemi da Nicolò Barella e Federico Chiesa. Il processo di crescita è sotto gli occhi di tutti: gli attestati di stima della stampa europea – dalla “Leçon d’italiendell’Équipe nel post Italia-Belgio fino al “È tornata l’Italia” di Marca e Mundo Deportivo – mettono l’accento sulla “rivoluzione manciniana: il paradigma catenacciaro e difensivista ha lasciato spazio a un’idea di calcio propositivo, verticale, di qualità unito a un ottimo pressing in fase di non possesso e, di riflesso, un’aggressività che di rado l’ecosistema pallonaro ha attribuito ai colori azzurri come caratteristica peculiare. Tra l’Italia e un trionfo atteso dal 1968 c’è solo l’Inghilterra, il banco di prova più impegnativo per spiccare definitivamente il volo.

La probabile formazione dell’Italia: pochissimi dubbi, tante certezze

L’unico dubbio di Mancini è sull’out di destra: ballottaggio Di Lorenzo-Florenzi con il fluidificante napoletano al momento favorito per una maglia da titolare. Centrocampo e attacco intoccabili.

Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne.

Qui Inghilterra: il calcio tornerà finalmente a casa?

Football it’s coming home” è la frase del momento in Terra d’Albione: dai sobborghi di Londra passando per Liverpool, le industrie d’acciaio di Sheffield fino alla “Second CityBirmingham. La Nazionale dei Tre Leoni di Gareth Southgate fa sognare un paese intero: pur non bellissima da vedere, l’Inghilterra ha fatto il vuoto intorno a sé indirizzando le gare finora disputate sul piano dell’aggressività e della compattezza tra le linee. Un mix vincente che ha prodotto dieci reti in cinque gare disputate e un solo gol subìto, quello di Damsgaard su calcio piazzato, nella semifinale con la Danimarca. Dopo aver eliminato Germania, Ucraina e la Selezione danese, Southgate non può più nascondersi dietro la pretattica: sono gli inglesi i grandi favoriti per la vittoria finale. Giocare davanti al proprio pubblico nonostante le ultime – e poco confortanti – notizie sulla Variante Delta del Coronavirus e aver ritrovato un Harry Kane in formato “uragano” dopo le opache prove delle prime uscite rappresentano le sliding doors di un torneo sempre più a tinte biancorosse.

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La forza inglese verte tutta sulla qualità e quantità degli undici titolari e dell’ampia scelta di Southgate in panchina. Maguire-Stones in difesa hanno finora garantito un rendimento di altissimo livello, concedendo poco o nulla agli avversari di turno tra fase a gironi e a eliminazione diretta. A centrocampo spicca il muro invalicabile eretto dal duo Declan RiceKalvin Phillips. Se il mediano del West Ham si conferma un interprete di livello nonostante la giovane età, l’Inghilterra si stropiccia gli occhi con il “tuttocampista” del Leeds United, vera rivelazione dell’Europeo inglese. La “cura Bielsa” si è rivelata efficace per un giocatore il cui destino non potrà che appartenere a una big di Premier League (Liverpool in testa). Gli attestati di stima del mondo del calcio sono infatti unanimi: da “Pirlo dello Yorkshire“, soprannome affibbiatogli dai tifosi whites di Elland Road, passando per la nomination della Uefa come uno dei giocatori più aggressivi dell’intera rassegna. Certezze inglesi che non si fermano alla linea mediana: Harry Kane si è finalmente sbloccato (quattro reti nelle ultime tre uscite) e non ha alcuna intenzione di fermarsi proprio ora; Raheem Sterling crea costante superiorità sull’out mancino e Mason Mount incanta fans e addetti ai lavori sulla trequarti con la solita e inconfondibile classe. E se i titolari non dovessero rendere come ci si aspetta? Nessun dramma: le seconde linee rispondono ai nomi di Grealish e Sancho fino a Rashford, Foden ed Henderson. Abbondanza, qualità e molteplici soluzioni: basterà questo per coronare un trionfo atteso da 55 anni?

La probabile formazione dell’Inghilterra: nessuna sorpresa, confermato l’undici anti-Danimarca

Southgate va sul sicuro: conferma in toto la formazione che ha battuto, non con poche difficoltà, la Danimarca in semifinale. Grealish e Sancho pronti a subentrare in caso di extra time. Attesa per l’incrocio tra i due “mastini” di centrocampo, Phillips e Barella.

Inghilterra (4-2-3-1): Pickford; Walker, Stones, Maguire, Shaw; Phillips, Rice; Saka, Mount, Sterling; Kane.

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Pubblicato da Alessandro Fracassi

Nato in quel di Sassari nel 1992, cresciuto nel segno della leadership, del temperamento e della passione per i tackle del Guv'nor Paul Ince. Aspirante giornalista sportivo, studio giornalismo all'Università "La Sapienza" di Roma. Calcio e Basket le linee guida dell'amore incondizionato verso lo sport, ossessionato dagli amarcord, dal vintage e dai Guerin Sportivo d'annata, vivo anche di musica rock e dei film di Cronenberg. Citazione preferita: "en mi barrio aprendí a no perder".