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Il sogno azzurro continua. Una partita più difficile del previsto, quella contro l’Austria, risolta solo dopo i tempi supplementari. I gol di Chiesa prima, e Pessina poi, hanno permesso all’Italia di approdare ai quarti di finale della competizione. A nulla è servito il gol di Kalajdzic, che ha fissato il punteggio finale sul 2-1. Ora il cammino degli Azzurri si incrocerà con la vincente di Belgio – Portogallo nella splendida cornice dell’Allianz Arena di Monaco, venerdì 2 luglio. Prima di tuffarci con testa e cuore alla prossima sfida però, analizziamo gli aspetti più importanti della partita di ieri sera.
Chiesa e Pessina, la panchina è decisiva
La sfida contro l’Austria si è rivelata molto più ostica del previsto. Gli Azzurri hanno iniziato la partita con il solito spirito, portando il pressing nella metà campo offensiva e comandando il gioco con la qualità dei nostri interpreti a centrocampo. D’altra parte però, l’ottima organizzazione difensiva degli avversari non ha mai lasciato grandi spiragli da attaccare, bloccando il match sullo 0-0. Ma come detto e ripetuto già svariate volte, la qualità principale della Nazionale di Roberto Mancini è il gruppo. La rosa lunga da cui attingere nei momenti di difficoltà è un vantaggio che il tecnico jesino ha sfruttato pienamente.
Chiesa e Pessina, entrati a gara in corso, hanno cambiato le sorti del match, indirizzando la qualificazione e risolvendo una partita complicata. Encomiabile anche lo spirito di sacrificio di Belotti, a dimostrazione di un gruppo unito e coeso. Con quattro partite sulle gambe e un’altra battaglia calcistica da affrontare tra meno di una settimana, è fondamentale l’apporto di tutti, e la sfida di Wembley ha portato risposte più che positive.
Attacco spuntato
Tutti i dubbi pre-Europeo sono venuti a galla nella partita di ieri. La mancanza di giocatori in grado di risolvere le partite ingarbugliate con un colpo da campione si è sentita in maniera importante, prolungando la sfida fino ai tempi supplementari. Ci è andato vicino Immobile nel primo tempo, colpendo il palo con un tiro da cineteca. Per il resto però, prestazione opaca per l’attaccante della Lazio, non coadiuvato al meglio neanche dai due esterni offensivi. Insigne, costretto spesso ad accentrarsi per lasciare spazio a Spinazzola sull’out mancino, non ha mai trovato la sua comfort zone, soffrendo la fisicità dei difensori austriaci. Polveri bagnate anche per Berardi, mai realmente in partita, e forse non mentalmente abituato a partite di un certo livello. Tridente dunque rimandato, dopo la prima sfida ad eliminazione diretta. Chissà che il Mancio non decida di cambiare le carte in tavola in vista dei quarti di finale.
Le dichiarazioni dei protagonisti
In conferenza stampa il CT Roberto Mancini non nasconde il vantaggio di avere una panchina lunga: “questo può essere per noi un grande vantaggio. Avere dei giocatori che quando entrano cambiano la partita perché sono freschi, forti e vogliosi di vincere è importante.
È stata una grande prova globale. Abbiamo vinto perché i ragazzi volevano vincere. E forse questa partita, per le caratteristiche dell’avversario, è stata anche più difficile di quella che ci aspetta ai quarti“. Sulla partita invece ammette le difficoltà: “lo avevamo già detto, sapevamo che l’Austria era una squadra difficile da incontrare. Perché fa giocare male gli avversari, viene a pressare. È molto aggressiva. E i nostri erano stanchi, avevano corso tanto. Nel primo tempo erano stati bravissimi, chiaro che la stanchezza potesse poi subentrare“.
Contento ed emozionato anche Gigio Donnarumma, dopo aver superato il record di imbattibilità appartenente a Zoff, che durava dal 1974: “andare ai quarti così, soffrendo, vale molto di più […] Siamo stati bravi perché l’abbiamo fatto tutti insieme e così si cresce. Questa partita ci aiuta a giocare le prossime con più aggressività e consapevolezza”.