Il difficile rapporto dell’Italia con i playoff mondiali

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A breve l’Italia affronterà il turno di playoff per le qualificazioni ai mondiali. La modalità è cambiata e non si giocherà più lo spareggio in match di andata e ritorno, ma il tutto si deciderà con una final four da cui uscirà la nazione che strapperà il pass per Qatar 2022. Esploriamo in questo articolo le precedenti esperienze della nazionale con i playoff mondiali, a partire da Francia 98.

Francia 98

Il playoff nasce per le qualificazioni di Francia 98. Per quella edizione della Coppa del Mondo, il presidente FIFA Joao Havelange decide che per la prima volta saranno 32 squadre a disputare un mondiale, 8 in più in confronto alle 24 dell’edizione precedente, USA 94. Con questo allargamento la UEFA ottiene 2 posti in più di squadre qualificate al mondiale. Non saranno infatti più 13 nazionali del vecchio continente a disputare la rassegna francese, ma 15.

Le nazionali europee sono però in 4 anni aumentate di numero con lo scioglimento delle nazioni dell’URSS, della Jugoslavia unita e della Cecoslovacchia. Infatti se alle qualificazioni per il mondiale americano, ai nastri di partenza ci sono 37 nazionali, per Francia 98 il numero è salito a 51.

Così con le nazionali divise in 9 gironi di qualificazione, mentre prima erano 6, a qualificarsi sono solo le prime e non più anche le seconde in classifica, come avvenuto per USA 94. Fatta eccezione per la migliore seconda che avrà, senza dover disputare i playoff, l’accesso garantito al mondiale francese, le altre si scontreranno in delle gare senza possibilità di recupero gli ultimi 4 posti ai mondiali.

La nostra Italia ha un sorteggio molto sfortunato. Nonostante siamo vicecampioni del mondo, le urne di Nyon ci inseriscono nello stesso girone di qualificazione dell’Inghilterra, in un gruppo che vede le due squadre in passato campioni del mondo nettamente favorite, in confronto alle altre avversarie (Polonia, Georgia e Moldavia).

In questa corsa a due l’Italia il 12 febbraio 1997 a Londra si regala una delle sue partite storiche. Prima di allora per trovare una vittoria italiana sul suolo inglese, dobbiamo tornare al 1973 nel match dove gli azzurri vinsero grazie ad una rete ad una manciata di minuti dal triplice fischio del direttore di gara di Fabio Capello.

Circa 14 anni dopo è ancora una gara di grande abnegazione da parte dei ragazzi di Cesare Maldini a portarli ad una nuova vittoria. Ad andare in goal è un giocatore che in Inghilterra conoscono bene e che i tifosi del Chelsea hanno come beniamino e che chiamano Magic Box, Gianfranco Zola. Il soprannome deriva dalla facilità del fantasista di tirare sempre fuori qualche trucco di prestigio dalla sua scatola magica. L’Italia poi ha una difesa mostruosa che è guidata da Paolo Maldini, figlio dell’allenatore, Cannavaro, Ferrara, Costacurta e Di Livio. Come se ciò non bastasse, Peruzzi è in gran giornata, e gli attacchi di Shearer & co. non portano i padroni di casa al pareggio.

Fonte foto: mondiali.it

Se entrambe le squadre compiranno un cammino perfetto, il match di ritorno a Ottobre a Roma sarà quello decisivo, con gli azzurri pronti ad arrivarci con due risultati su tre disponibili. Ad un mese da quella gara, accade però l’imponderabile. L’attacco italiano, che già ad aprile non era riuscito a segnare in Polonia concludendo la partita sullo 0-0, si inceppa anche a Tblisi, contro la modesta Georgia. Con questo doppio pareggio c’è il sorpasso in classifica degli inglesi, che quindi affrontano la partita di Roma con la possibilità di accontentarsi del pareggio. Nonostante Maldini metta in campo una ottima batteria di attaccanti (Zola, Del Piero, Inzaghi, Vieri e Chiesa), la difesa inglese regge l’onda d’urto azzurra e in una serata, contraddistinta anche da degli scontri tra tifosi ed hooligans, l’Italia perde definitivamente la possibilità di qualificarsi direttamente a Francia 98.

Eccoci dunque al tanto temuto playoff (l’Italia infatti non è neanche la migliore seconda per punti realizzati, posto occupato dalla Scozia). Il sorteggio ci regala come avversaria la Russia, arrivata seconda nel girone in cui era presente la Bulgaria. Il match di andata si gioca a Mosca, il ritorno a Napoli. Il 29 Ottobre c’è un clima gelido, ha nevicato molto e per questo motivo si utilizza infatti il pallone arancione ed il campo è stato protetto dalla neve grazie a dei teloni. Maldini ripropone il suo molto difensivo 5-3-2. Al 32′ la prima grana per l’Italia. Si infortuna Pagliuca, in panchina non c’è Peruzzi, anche lui indisponibile ed allora fa il suo esordio in nazionale il diciannovenne Gianluigi Buffon il secondo portiere più giovane ad esordire nella nostra nazionale, dopo Campelli.

Fonte foto: tuttocalcio360.altervista.org

Ad inizio secondo tempo, l’Italia va in vantaggio grazie ad un goal di Vieri, pareggiato qualche minuto dopo da un’autorete di Cannavaro. Gli azzurri si chiudono in difesa e portano a casa un pari preziosissimo, nonostante le polemiche del CT Russo che critica l’arbitraggio a suo avviso troppo favorevole agli azzurri.

A Napoli però l’Italia domina gli avversari. Pur con un gioco molti difensivo, gli azzurri passano in vantaggio grazie ad una rete di Casiraghi e non rischiano mai di subire il pari. Passa quindi l’Italia, ma Maldini viene riempito di critiche e la sua panchina, già prima del mondiale risulta traballante.

Russia 2018

Fortunatamente per noi l’Italia non ci fa più soffrire i patemi dei playoff per una serie di qualificazioni mondiali. Senza problemi infatti raggiungiamo, vincendo sempre i nostri gironi, i mondiali di Giappone e Corea 2002, Germania 2006, Sud Africa 2010 e Brasile 2014.

Arriviamo quindi alle qualificazioni per Russia 2018. L’Italia viene da un europeo da protagonista in Francia nel 2016 dove una squadra formata non da fenomeni ma da giocatori utili alla causa, è arrivata ai quarti di finale, perdendoli contro la Germania campione del mondo, solo ai rigori. Il tutto giocando bene e battendo avversarie del calibro della Spagna e del Belgio primo nel ranking FIFA. Dopo gli europei si dimette però l’allenatore Antonio Conte e l’Italia viene quindi affidata a Giampiero Ventura, un nome che dopo queste qualificazioni nessun amante della nazionale, vorrà mai più sentire o leggere, associato alla maglia azzurra.

Fonte foto: Getty Images

Ventura è un allenatore che prova ad esprimere un gioco offensivo e che spesso mette in campo la squadra con uno spregiudicato 4-2-4 quando si è in possesso palla. Non ama però particolarmente i fantasisti. L’Italia è una squadra che non ha ancora effettuato il cambio generazionale che si sarebbe dovuto fare e in nazionale sono infatti ancora presenti giocatori come Buffon (che se l’Italia si qualificasse avrebbe il record di giocatore con più edizioni disputate della coppa del mondo, sei), Daniele De Rossi e Andrea Barzagli giocatori che hanno fatto la storia della nostra nazionale e a cui viene designato ancora un ruolo fondamentale.

Inoltre Ventura nel corso della sua avventura ha litigato con alcuni giocatori della nazionale, come Graziano Pellé, che è stato da lui cacciato dopo essere stato il capocannoniere dell’Italia ad Euro 2016, e Mario Balotelli che non viene mai preso in considerazione dal CT genovese.

Al sorteggio dei gironi, l’Italia ci arriva non da testa di serie e viene inserita quindi in un gruppo in cui è già presente una big del calcio europeo,  la Spagna. Anche in questo caso si pensa possa essere una lotta a due per la qualificazione mondiale. Il 6 Ottobre 2016 a Torino c’è la prima parte della nostra sfida agli iberici. Gli spagnoli vanno in vantaggio con Vitolo, ma l’Italia non si arrende, conquista un calcio di rigore e Leonardo Bonucci lo trasforma per l’1-1 finale.

Poi arrivano solo vittorie per entrambe le nazionali, inserite in un girone con Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein. Allo scontro diretto le squadre quindi sono a pari punti, ma con una differenza reti peggiore per l’Italia. Purtroppo però a Madrid il 2 Settembre 2017 l’Italia di Ventura subisce una lezione di calcio dalla Spagna di Julen Lopetegui. Ventura propone il 4-2-4 per aggredire gli spagnoli, ma di fatto indebolisce irrimediabilmente il centrocampo, formato solo da Verratti e De Rossi.

Il gioco è quindi sempre sui piedi iberici e l’Italia ne esce distrutta, perdendo 3-0, ma soprattutto smarrendo ogni convinzione. Gli azzurri, anche se in modo ininfluente per la classifica finale nel girone, pareggiano anche in casa contro la Macedonia. Qualcosa si è rotto nel rapporto tra Ventura e la squadra ed ora anche il tecnico è pieno di dubbi. Si vocifera anche della possibilità di un suo esonero proprio a ridosso dei playoff, ma la FIGC lo conferma in panchina.

Il sorteggio è probabilmente il più sfortunato possibile con l’Italia che può pescare Grecia, Irlanda o Irlanda del Nord ma che invece viene sorteggiata con la più forte delle avversarie che potevano capitargli, la Svezia. Gli scandinavi hanno iniziato un nuovo ciclo e non convocano più Zlatan Ibrahimovic, in compenso però hanno dei giovani interessanti, ma soprattutto non hanno paura di questa Italia ferita.

Ventura, per la gara di andata a Solna, cambia la squadra: non più 4-2-4 ora un conservativo 3-5-2. Gli azzurri però in campo sembrano non avere idea di quello che devono fare e vanno completamente nel pallone dopo la rete dell‘1-0, un tiro di Johansson che viene deviato nella propria porta da De Rossi. Gli scandinavi poi difendono il goal e l’Italia riesce a costruire solo un’occasione clamorosa: palo di Matteo Darmian in 90′ non mettendo mai in gioco le nostre punte Immobile e Belotti.

Il ritorno è a San Siro. Alcune indiscrezioni narrano che sull’aereo di ritorno dalla Svezia, Ventura ormai sia stato abbandonato dai giocatori con cui non ha più un dialogo e che voglia dimettersi al momento dell’atterraggio dell’aereo. Non sapremo mai quanto c’è di vero in queste affermazioni e quanto no. Sappiamo solo che 3 giorni dopo l’Italia a San Siro ha la possibilità di ribaltare lo 0-1 dell’andata. San Siro è anche un amuleto per gli azzurri i quali non hanno mai perso nello stadio di Milano ed effettivamente non perdono neanche questa volta. Il problema è che non vincono neanche.

Gli azzurri si schierano nuovamente con un 3-5-2 con le punte designate a riscrivere la storia di questa nazionale Immobile e Gabbiadini, non viene neanche preso in considerazione l’estro di Lorenzo Insigne. Gli svedesi rinunciano a giocare, ammettendo la nostra superiorità e si schierano tutti a difesa della propria area di rigore. L’Italia però non riesce ad impensierirli mai concretamente. Ad un quarto d’ora dalla fine del match Ventura chiede a De Rossi di scaldarsi, ma il senatore non si alza neanche in piedi e grida ai membri dello staff che va inserito un attaccante per fare goal e non un centrocampista di rottura come lui. Al triplice fischio del direttore di gara Antonio Lahoz, l’Italia raggiunge il punto più basso della sua storia calcistica dal 1958, l’altra per ora unica edizione di una coppa del mondo in cui gli azzurri non si qualificarono.

Fonte foto: corriere.it

Qatar 2022

Ed arriviamo ai giorni nostri. Il presente ci mette nuovamente di fronte ad un match playoff per i mondiali che, come anticipato si svolgeranno in una final four in cui l’Italia giocherà in casa solo il primo match contro la Macedonia. Gli azzurri qualora si qualificassero giocherebbero poi la finale, fuori casa, contro la vincente di Portogallo-Turchia. Due squadre insidiose, ma contro cui la nazionale di Roberto Mancini può giocarsela. A differenza della squadra di Ventura, questa è una nazionale unita e lo dimostra la vittoria di EURO 2020 con la finale disputata a Wembley contro l’Inghilterra.

Dobbiamo quindi essere fiduciosi e non negativi come fummo per lo spareggio contro la Svezia. In questo caso la situazione è totalmente diversa. La nostra più grande sfortuna è stata quella di essere sorteggiati nella final four con il Portogallo di Cristiano Ronaldo che vorrà qualificarsi a tutti i costi essendo probabilmente l’ultima Coppa del Mondo per lui disputabile, avendo già 36 anni.

Fonte foto: sport.it

Un aiuto forse sarebbe potuto arrivare dai club. Roberto Mancini aveva infatti richiesto di posticipare la prossima giornata di campionato per avere a disposizione i giocatori della nazionale, già una settimana prima di quando ciò avverrà. La Lega Calcio però ha risposto di no. Se otterremo una qualificazione tutti ce ne scorderemo, se così non fosse i club della Serie A hanno dimostrato nuovamente una scarsa lungimiranza nel guardare al futuro. Se la nazionale infatti perde, perde tutto il movimento calcio italiano che avrà ancora meno appeal e quindi un giro economico inferiore a quello che avrebbe potuto ottenere. Inoltre una generazione intera di giovani avrà perso la possibilità di tifare la propria nazione ad un mondiale, distaccandosi ulteriormente dallo sport principe in Italia.

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Pubblicato da Flavio Sarrocco

Nato nel 1987, diplomato al Liceo Classico Plauto , si è laureato in giurisprudenza all'università LUMSA. Grande appassionato di sport, sia di massa (calcio, basket) che di nicchia (futsal, hockey su ghiaccio). Già durante il periodo accademico scrive per il giornale dell'ateneo romano. Diventa poi autore e conduttore radiofonico per il programma Ogni Maledetto Giovedì, in onda per tre anni su RadioOrvietoWeb. Inizia nel 2013 il percorso per diventare giornalista pubblicista nella redazione Fanner, prendendo dimestichezza con le telecronache. Raggiunto il traguardo dell'iscrizione all'albo diventa Addetto Stampa e Dirigente della Società Sportiva Spinaceto70. Continua a scrivere di sport per il settimanale online Mediapolitika e partecipa per un anno costantemente al programma Diretta Sport su Centro Suono Sport, commentando ogni settimana la Domenica calcistica e la finale di Champions League e le partite degli Europei 2016.