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Ed eccoci all’ultima puntata di questo trittico di articoli storici sul calciomercato invernale che abbiamo affrontato con la redazione dell’Occhio Sportivo. Il primo articolo trattò dei colpi del mercato di riparazione, riusciti meglio. Il secondo dei flop che la sessione invernale di mercato ci ha regalato. In questo parleremo dei giocatori che avrebbero avuto successo se si avesse avuto la pazienza di aspettarli.
Henry alla Juventus
La Juventus nella stagione post mondiale 1998 affronta uno dei suoi campionati peggiori. Marcello Lippi vede il termine del suo primo periodo da allenatore della squadra (in carica dal 1994) dopo aver vinto tre scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe e soprattutto la storica seconda Champions League più Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea.
I campioni in carica iniziano bene il campionato ed a Novembre sono primi in classifica, poi però si infortuna Del Piero e da quel momento i bianconeri entrano in un vortice di negatività con sei partite consecutive senza vittorie e tre sconfitte consecutive (contro Bologna, Lazio e Fiorentina). I dissapori nello spogliatoio con i leader Deschamps e Conte portano all’esonero del tecnico viareggino. Al suo posto viene chiamato Ancellotti, ma anche con lui non scoccherà mai l’amore.
La dirigenza deve quindi agire prontamente sul mercato di riparazione ed arrivano due punte, Esnaider dall’Espanyol, ma soprattutto Thierry Henry dal Monaco. Il campione del mondo in carica ha segnato con la squadra del principato 20 goal in 105 gare. La sua posizione in campo per Ancellotti sarà però un enigma. Alla fine il tecnico della Juventus lo utilizza come ala, ma molto lontano dalla porta. Il francese affonda con tutta la squadra. 19 presenze e solo 2 reti (la doppietta alla Lazio). I torinesi terminano il campionato sesti a parimerito con l’Udinese, giocano lo spareggio per disputare la Coppa UEFA, ma nel doppio incontro la spuntano i friulani. La stagione successiva la Juventus per qualificarsi in una coppa europea dovrà partecipare all’Intertoto.
Henry gioca l’andata della prima partita d’Intertoto contro i rumeni del Ceahlaul (la Juventus passa, ma a fatica pareggiando 1-1 in trasferta e 0-0 a Torino). E’ l’ultima presenza del francese in maglia bianconera, andrà all’Arsenal e lì diventerà leggenda. Con Wenger in panchina arrivano soddisfazioni individuali (due scarpe d’oro di fila, unico nella storia insieme a Messi e Cristiano Ronaldo), quattro volte capocannoniere della Premier League e nomina a membro della Hall of Fame della Premier League. Ed i titoli con i londinesi due campionati (uno senza mai perdere una partita in tutta la stagione), tre FA Cup e due supercoppe inglesi.
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La sua ossessione sarà però la vittoria della Champions League, così dopo aver portato i Gunners in finale, contro il Barcellona ed averla persa, si trasferirà proprio in Catalogna. Lì formerà un tridente pazzesco con Eto’o ed un giovane Messi ed arriverà anche la Coppa dalle grandi orecchie, con Mondiale per Club e Supercoppa Europea inclusa nel 2009. In Spagna vincerà anche due Lighe ed una Coppa del Re. Avendo vinto tutto in Europa finirà la carriera oltreoceano a New York, tornando nel Vecchio Continente nel 2012 per disputare 4 gare con il suo Arsenal. Un giocatore divenuto iconico e che ha conquistato l’amore di tutti i tifosi delle squadre dove ha avuto modo di dimostrare il proprio talento. Ma non a Torino e non nella Juventus.
Shaqiri all’Inter
L’Inter 2014/15 è molto diverso da quello odierno. I nerazzurri hanno chiuso il campionato precedente al quinto posto, questo ha portato il presidente Thohir a confermare in panchina Walter Mazzarri. I tifosi però non sono con il tecnico toscano ed i risultati non arrivano. Già in estate la squadra ha visto la diaspora del clan argentino che tanto bene aveva fatto per i neroazzurri. Zanetti si è ritirato, Samuel, Cambiasso e Milito si sono trasferiti a Basilea, Leicester e Racing Avellaneda. L’esperienza la avrebbero dovuta portare i nuovi acquisti Vidic (arrivato però ormai a fine carriera), M’Vila (di fatto solo una meteora), Medel (che giocherà molto, ma senza risultare degno di vestire il ruolo di titolare dell’Inter) ed Osvaldo (che segnerà solo 5 reti).
Con questi presupposti non sorprende che l’Inter a gennaio sia “costretta” a dare una scossa alla squadra, l’esonero di Mazzarri arriva dopo un pareggio interno contro l’Hellas Verona. Sulla panchina neroazzurra torna per la seconda volta Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi non riesce a dare una sterzata alla stagione, ma a gennaio fa richieste precise alla società, giocatori già pronti e non scommesse. Torna Santon dopo buone stagioni in Premier League, Brozovic, ma soprattutto il campione del mondo Podolski e Shaqiri.
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Di fatto nessun acquistò però fu fondamentale per una rimonta che non avvenne, nelle ultime 10 gare di campionato l’Inter conquistò solo 18 punti. Con un ottavo posto finale, che non permise l’ingresso in nessuna competizione europea. Questo risultato portò tra le varie conseguenze al non riscatto di Shaqiri.
Lo svizzero però ottenne ottimi risultati negli anni post Inter. Ben figurò negli anni post Serie A in Premier League con lo Stoke, fino ad essere acquistato nel 2018 dal Liverpool. Con i Reds arriveranno dei successi inimmaginabili se pensiamo al giocatore da 20 partite e solo 3 goal con l’Inter senza mai essere decisivo. Con il Liverpool nel 2019 vince la Champions League ed il Mondiale per club e la Supercoppa Europea. Per Klop Shaqiri non è solo un rincalzo, ma un giocatore su cui far affidamento in uscita dalla panchina o soprattutto in campionato (24 partite e 6 goal). L’anno successivo il Liverpool vince anche lo storico diciannovesimo campionato dopo un’attesa lunga trent’anni.
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Oggi Shaqiri, dopo una breve parentesi a Lione, gioca nel MLS a Chicago. Ma oltre ai risultati ottenuti con i club, vanno sottolineati i traguardi raggiunti con la nazionale. Negli ultimi due mondiali gli elvetici hanno superato sempre il girone, ma la sera magica di Shaqiri in nazionale è quella del 28 giugno 2021, il teatro è l’Arena Nationala di Bucarest ed in scena per gli ottavi di finale di Euro 2020 ci sono Svizzera e Francia, il favore è tutto per i transalpini. La squadra di Deschamps è campione del mondo in carica e sembra una corazzata inarrestabile.
La serata però inizia in modo strano, con la Svizzera in vantaggio dopo soli 15 minuti. Il primo tempo termina così, nella ripresa gli elvetici possono raddoppiare con un rigore, che Rodriguez non realizza e subiscono il ritorno della Francia (doppietta di Benzema e eurogoal di Pogba). Ma la Svizzera non è mai doma ed in 9 minuti (tra l’81 ed il 90) impatta con due goal il match, mandandolo ai supplementari. La gara termina ai rigori con Mbappe che sbaglia l’ultimo e nessuno svizzero che fallisce. Il percorso degli elvetici si ferma ai quarti di finale, contro la Spagna, ancora ai rigori. Durante i 90 minuti segna proprio Shaqiri, ma questa volta la fortuna sorride agli iberici.
Eriksen all’Inter
Questa volta l’errore non è colpa di mancanza di lungimiranza. Christian Eriksen viene scelto da Conte per essere il giocatore di classe in grado di portare fantasia in una squadra muscolare come la sua. Il giocoliere che dovrà innescare Lukaku e Lautaro Martinez. Ma il danese arriva in Serie A in un momento drammatico per il Paese. A gennaio passa dal Tottenham all’Inter ed a Febbraio il campionato viene sospeso a causa della pandemia COVID. Eriksen si trova a passare il periodo di lockdown in una stato che conosce poco.
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Quando il campionato riprende lui è un oggetto esterno alla squadra e non riesce mai a prendere la guida della squadra. L’anno successivo a livello personale è addirittura peggiore. Le squadre praticamente saltano il ritiro e resta quindi abbastanza avulso agli schemi dell’Inter. Durante la pausa invernale della Serie A riesce finalmente a studiare il metodo Conte ed infatti la seconda metà del campionato lo vede protagonista. Dopo nove anni di domini della Juventus l’Inter vince lo scudetto, Eriksen raggiunge le 26 presenze con 4 reti. Non un bottino straordinario, ma per il danese può essere la base per migliorare nella stagione successiva.
A causa del COVID anche Euro2020 è stato rinviato e si gioca nell’estate 2021. Durante Danimarca-Finaldia Eriksen collassa a terra e solo la velocità dei soccorsi salva la vita all’interista. Dopo questo avvenimento gli viene impiantato un defibrillatore cardiaco sottocutaneo per permettergli di riprendere l’attività agonistica. Tuttavia il CONI il 17 Dicembre 2021 non dà l’assenso al suo rientro in campo. Così Eriksen rescinde il contratto e torna a giocare in Premier League, al Brentford dove sarà fondamentale per la salvezza delle Bees. Così Ten Hag suo vecchio allenatore dell’Ajax lo acquisterà per il Manchester United. Ed Eriksen si trova oggi a svolgere quel ruolo che Conte aveva disegnato per lui all’Inter, in un anno di rinascita per i Red Devils.
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