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L’estate 2019 ha visto molti lutti nello sport, in particolare a metà agosto la morte di Felice Gimondi ha scosso gli appassionati di sport e di ciclismo. Il 27 agosto lo sport italiano ha subito un’altra perdita con la morte di Gianluca Del Monte, ex giocatore di basket (un decennio importante a Pesaro, dove è nono per presenze), scomparso per un incidente stradale.
Una passione innata
Gianluca Del Monte, nasce a Pesaro nel 1958. La mamma, Serena Benelli, appartiene alla famiglia dell’omonima casa motociclistica, mentre il padre Paolo è stato uno dei primi concessionari d’auto con l’azienda Innocenti a Pesaro. Gianluca vive la sua infanzia a stretto contatto con i motori e le macchine, e nello stesso periodo a Pesaro si sta lentamente diffondendo il basket, complice anche il debutto in un palazzetto a viale dei partigiani, nel 1956 con una vittoria su Trieste, che permette al pubblico pesarese di poter assistere alle partite, dopo anni in cui gli incontri venivano disputati in campi all’aperto. Del Monte anche viene contagiato dal basket pesarese; abitando poi vicino al palazzetto inizia a seguire la squadra. La passione diventa talmente forte che decide di tentare di diventare un giocatore di basket.
Un talento naturale
La sua altezza, unita ad una buona agilità gli permettono di entrare nelle giovanili di Pesaro. Qui mette in mostra le sue doti, dimostrando di poter fare strada. Nel 1975-76 debutta in prima squadra dove diventerà uno dei tasselli portanti di quella che fu definita la generazione d’oro del basket pesarese. Molti erano infatti i pesaresi in squadra: Oliveti, Bocconcelli, Petta, Mancini, Minelli, Paolo Gurini, Franco Cinciarini, Maurizio Sarti, Giovanni Diana e molti altri.
Nello stesso anno avviene anche un’importante svolta societaria: main sponsor diventa la Scavolini, un legame importante, che porterà anche vittorie significative. La squadra è in A2 e Del Monte è il playmaker della squadra. Le su prestazioni gli consentono di essere convocato nella nazionale giovanile, dove è considerato uno dei migliori talenti futuri. La Scavolini Pesaro conclude per due anni consecutivi al nono posto, non riuscendo mai a salire in A1. La stagione 1977-78 fu decisiva; la squadra allenata da Marco Marchionetti con i due stranieri Tom Scheffler e Jim Thomas, dopo aver concluso all’ottavo posto, nel girone per la promozione terminò terza, riuscendo finalmente a salire in A1.
Pesaro, andata-ritorno
Del Monte rimane anche in A1, dove la squadra, come logico che sia per una neopromossa, stenta, concludendo al decimo posto a pari punti con Venezia. Per questo è necessario uno spareggio che stabilisca l’ultima retrocessa dopo che al termine della stagione erano retrocesse Vigevano, Fortitudo Bologna e la Amaro Harry Bologna (poi Sporting Club Gira). Lo spareggio si disputa in campo neutro a Bologna il 21 aprile 1979, partita vinta da Del Monte e compagni per 86-71. L’anno successivo è quello dello storico spareggio salvezza contro Mestre, disputato a Milano a marzo, e vinto per un solo punto 71-70; allenatore dell’epoca è Petar Skansi, che era subentrato a Rinaldi. Al termine della stagione 80-81, la Scavolini cede Gianluca Del Monte a Rimini in A2 insieme a Roberto Terenzi e Mauro Procaccini, nell’ambito dell’operazione che portò a Pesaro, “Mister miliardo” Domenico Zampolini. L’esperienza riminese durerà solamente un anno per il playmaker che tornerà a Pesaro l’anno successivo.
I trionfi
Gianluca Del Monte al ritorno trova una Scavolini Pesaro più ambiziosa. L’anno precedente infatti la squadra aveva perso lo scudetto in finale playoff contro Milano e voleva cercare di centrare il trionfo l’anno successivo. Ma il sogno scudetto si interruppe ancora una volta contro l’Olimpia che vinse la decisiva gara3 in semifinale. Nello stesso anno però verso marzo la Scavolini centrò il suo primo successo internazionale battendo in finale di Coppa delle Coppe la formazione francese del Villeurbanne a Palma di Maiorca 111-99. Per giocatori come Del Monte, partiti dalle giovanili, fu un bel traguardo la conquista del trofeo europeo. Altra vittoria importante fu quella del 1985, in Coppa Italia, dove Del Monte e i suoi compagni batterono, in un acceso doppio confronto, Varese per differenza canestri, ribaltando la sconfitta subita nella finale di andata.
Per il playmaker quello fu l’ultimo trofeo con la maglia della Scavolini, dopo 229 partite disputate in campionato, lasciò per continuare la sua carriera tra Faenza e Senigallia. L’unico rimpianto fu quello di non essere mai riuscito a vincere lo scudetto, perdendo la finale nel 1985, ancora una volta contro l’indigesta Milano. Dopo il ritiro Gianluca Del Monte si mise in società con il padre facendo come lui il concessionario, esperienza che continuava ancora adesso, fino a che un brutto incidente stradale non ha posto fine alla sua vita. Rimarrà il ricordo di un grande giocatore che ha contribuito ai successi di Pesaro, facendosi apprezzare anche nelle altre piazze in cui ha giocato.