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Dieci anni fa la squadra umbra a sorpresa vinse il campionato di Serie C, conquistando la serie cadetta che mancava a Gubbio dal 1947. Un traguardo inaspettato, frutto di una lunga programmazione. Una società forte alle spalle e con Lugi Simoni direttore tecnico, primo pilastro di un progetto che vide la squadra conquistare due promozioni consecutive in altrettanti anni.
Puzzle perfetto
Gubbio, la città della tradizionale “Festa dei Ceri”, in onore del patrono Sant’Ubaldo (qui San Francesco fece il miracolo del lupo, portando pace nella città terrorizzata e impaurita dall’animale). Nel 1910, grazie al sacerdote Don Bosone Rossi, nacque la squadra di calcio. Nel 1947 una prima storica Serie B, retrocedendo nel campionato successivo. La serie cadetta non arriverà fino al 2011 quando, vincendo il campionato, il Gubbio venne promosso in B per la seconda volta nella sua storia. Dietro alla vittoria c’è una programmazione iniziata due anni prima.
Luigi Simoni è nella sua casa di Pisa quando il telefono dell’ex allenatore tra le altre di Genoa, Pisa, Cremonese e Inter squilla. A chiamarlo è il direttore sportivo del settore giovanile del Gubbio, Stefano Giammarioli, che lo invita a una festa nella città dei Ceri. E’ il febbraio del 2009, quando Simoni entra nel club come direttore tecnico; nell’estate successiva sceglie l’ex allenatore della Primavera del Genoa, Vincenzo Torrente, come trainer della squadra egubina, con l’obiettivo di puntare ai playoff e andare in Lega Pro Prima Divisione.
Arrivarono Eugenio Lamanna e Rodrigue Boisfer, mentre dall’Arrone arrivò Alessandro Marotta. In quella stagione fondamentale fu anche l’acquisto di Juanito Gomez in prestito dal Verona: sua la rete che diede la certezza dei playoff vincendo contro la Giacomense. Negli spareggi promozione in semifinale gli egubini eliminarono il Fano, mentre in finale vinsero a San Marino conquistando la promozione in Prima Divisione. Miglior modo per festeggiare il centenario non poteva esserci, ma la squadra era attesa da un’impresa ancora più grande.
Inizio a rilento
La stagione 2010-11 vede la formazione della città dei Ceri inserita nel girone A di Lega Pro Prima Divisione, la ex C1. In sede di calciomercato Marotta fu ceduto alla Lucchese, e Torrente chiede il centrocampista Silvano Raggio Garibaldi, allenato in passato nel Genoa. Nello stesso girone vi sono squadre agguerrite come la Salernitana (a fine campionato arrivò il fallimento) il Verona e la Cremonese. L’obiettivo del Gubbio era quello di puntare a una tranquilla salvezza.
Il debutto in campionato arrivò a Cremona e il Gubbio perse 5-1; in campionato la squadra alternava vittorie a sconfitte. La scossa arrivò il 7 novembre a Bassano del Grappa, dove arrivò la vittoria per 1-0. Quella fu la prima di una serie di otto vittorie consecutive. Tra le vittime ci fu un’altra rivelazione di quel campionato, il Sorrento, che trascinato dalle reti del brasiliano Paulinho stava lottando per B.
La squadra umbra con il tempo si trovò a lottare per la promozione, portando lo stadio Pietro Barbetti ad essere sempre gremito. Il Gubbio giocava e dava spettacolo e arrivò il primo posto in classifica conquistato dopo aver battuto il Sorrento grazie a Gomez. Il comando della classifica la squadra di Torrente lo mantenne fino alla fine battendo la Paganese 3-1 alla penultima giornata. Fu in quel momento che il Gubbio ottenne la matematica promozione in B. Ci fu una grande festa per tutta la città, che continuò anche la settimana dopo, quando si celebrò infatti la tradizionale festa dei Ceri. La B conquistata, come vedremo, portò un eccesso di entusiasmo nella dirigenza.
Un cammino finito presto
Il Gubbio in cadetteria durò solo una stagione. Come dichiarò lo stesso Simoni nel suo libro, le cose partirono male sin dal precampionato quando il presidente del Gubbio, Marco Fioriti, dichiarò di puntare alla A, mettendo anche un premio promozione, quando in realtà avrebbero dovuto puntare alla salvezza. Anche la dirigenza era convinta che si potesse puntare alla massima serie, nonostante Simoni li avesse invitati a pensare al mantenimento della categoria.
Il mister delle due promozioni, Torrente, andò al Bari e al suo posto, dopo aver contattato Rolando Maran e Fabrizio Castori, fu ingaggiato Fabio Pecchia. Arrivò in porta Antonio Donnarumma, Lamanna andò infatti al Bari. Fu il primo tassello di una squadra che venne rivoluzionata, con molti giovani, alcuni di questi faranno strada in seguito come Mario Rui. Il debutto in campionato a Grosseto fu vincente (2-0), prima di una serie di quattro sconfitte consecutive.
Successivamente alla sconfitta contro il Crotone fu esonerato Pecchia. Dopo aver contattato allenatori come Giuseppe Galderisi, si decise di affidare la squadra a Simoni che debuttò vincendo contro il Torino e con una serie di risultati portò la squadra di nuovo a lottare per la salvezza.
Il calciatore del Gubbio Simone Farina rifiutò un tentativo di combine per truccare una partita, denunciando cosa gli fosse successo e diventando il simbolo del calcio pulito. Il Gubbio aveva una rosa troppo inesperta e a marzo Simoni tornò direttore tecnico. Marco Alessandrini guidò la squadra per due partite, mentre a concludere il campionato arrivò Lugi Apolloni. Il Gubbio concluse il campionato al penultimo posto, retrocedendo.
Negli anni seguenti il Gubbio è retrocesso in D, tornando dopo un anno in C. A guidare la società dal 2014 è Sauro Notari, mentre lo scorso anno come guida tecnica è tornato Torrente. L’obiettivo è quello di tornare in B, magari cercando di mantenere la categoria per far sì che la cadetteria non sia solo di passaggio come successo nelle precedenti occasioni.
Immagine copertina tratta dal sito cronacaegubina.it