Inter-Real Madrid 22 anni dopo: quando Baggio illuminò San Siro

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Ventidue anni dopo è ancora Inter-Real Madrid. Il sorteggio di giovedì pomeriggio a Ginevra, che ha dato luce alla nuova fase a gironi della Champions League 2020/21, ha decretato l’incrocio tra due grandi del calcio europeo. Una sfida, quella tra nerazzurrie Merengues, assente da decenni nell’élite pallonara continentale: l’ultimo incrocio ufficiale tra i due club risale addirittura al doppio confronto nella fase a gruppi della Champions League edizione 1998/99.

Se la gara di andata vide protagonista il Real (secco 2-0 sul neutro di Siviglia, ndr) l’Occhio Sportivo non può quindi che rispolverare i ricordi e riportarvi nell’elettrica atmosfera che abitava a San Siro nel retour match. Vi riporteremo al fascino senza tempo della Scala del Calcio. Al fascino di un match che vide protagonista l’Inter del fenomeno Ronaldo e il Real Madrid di Guus Hiddink campione d’Europa in carica.

Inter e Real: destini paralleli

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25 novembre 1998. Girone C e quinta giornata della fase a gironi della Uefa Champions League. Serata fredda e piovosa a Milano eppure lo scenario è da brividi: San Siro ruggisce, più che mai, e registra il sold out da settimane. L’Inter di Luigi Simoni è chiamata all’impresa contro un avversario che, storicamente, suscita doppie e contingenti emozioni: fascino e timore.  Il Real Madrid di Raul, di Pedrag Mijatovic, di Clarence Seedorf e dell’ex dai mille rimpianti, Roberto Carlos, si presenta alla Scala del Calcio fresco di settimo alloro continentale.
L’apoteosi della finale di Amsterdam contro la Juventus appare però un ricordo sbiadito: le Merengues sono in crisi di risultati e arrivano al delicato match di Milano reduci da un doppio tonfo in campionato (al Bernabeu con il Celta Vigo e al Mestalla con il Valencia, ndr). Non se la passa meglio l’Inter che,  solo tre giorni prima a Firenze, ha salutato definitivamente le residue speranze di rimonta-scudetto. Anche per i nerazzurri la serata magica di Parigi con la Lazio in finale di Coppa Uefa sembra distante anni luce (terza coppa in bacheca per il club di Piazza Duse in otto anni, ndr): il ritardo dalla Fiorentina capolista è abissale e la panchina di Gigi Simoni scricchiola da diverse settimane. La sfida infrasettimanale europea tra Inter e Real è quindi il classico match dai due destini segnati e senza mezze misure: win or die. Vincere e acquisire fiducia, oppure sprofondare nell’abisso della sconfitta e delle incertezze che ne conseguono.

Il match: vince l’equilibrio

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La posta in palio è altissima: la classifica del girone alla vigilia recita Real Madrid 9 punti, Inter e Spartak Mosca a quota 7 e in coda gli austriaci dello Sturm Graz, con un solo punto raccolto in cinque gare. L’Inter si gioca l’accesso storico ai quarti di finale con Zamorano e Ronaldo in attacco mentre le Merengues rispondono con il temuto duo Pedrag Mijatovic-Raul e con l’intento di chiudere in anticipo ogni discorso qualificazione ipotecando il primo posto del raggruppamento. La gara vive di sussulti continui: la rapidità di Ronaldo mette in difficoltà il Real Madrid ma l’estremo difensore Bodo Illgner non si fa sorprendere, neanche quando Zamorano gli si presenta davanti e spara tra i tifosi del primo anello blu.

Sventato il pericolo, anche il Real Madrid si affaccia pericolosamente dalle parti di Pagliuca: Mijatovic spreca due comode occasioni ma l’equilibrio non viene spezzato. Lo 0-0 resiste fino al 6′ della ripresa quando Ivan Zamorano corregge in rete una conclusione dal limite dell’area di rigore di Ronaldo. San Siro ribolle di entusiasmo. Il primo posto nel girone è realtà che però dura lo spazio di otto minuti: dopo aver subìto il vantaggio nerazzurro, il Real accusa inizialmente il colpo per poi trovare, a metà secondo tempo, il pareggio con Seedorf che trasforma di testa un traversone del nazionale verdeoro Savio. Il pareggio finale rimanderebbe all’ultima giornata del girone ogni discorso ma gli 80mila presenti non sanno che l’uomo del destino sta per fare il suo ingresso in campo.

Roberto Baggio: è la tua notte

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L’avventura di Roberto Baggio all’Inter nasce in un caldo pomeriggio di luglio del 1998. Reduce da una sontuosa stagione a Bologna (22 le reti messe a segno), Divin Codino sbarca a Milano su desiderio di Moratti che riesce a vestire di nerazzurro il 10 della nazionale tre anni dopo il tentativo andato a vuoto, nel giugno 1995. Sogni e speranze lasciano ben presto spazio a polemiche e risultati altalenanti: Baggio viene impiegato da Simoni con il contagocce sia in Serie A che in Champions League e gli acciacchi fisici di Ronaldo sembrano non mutare eccessivamente l’impostazione tattica di Simoni. La notte di San Siro con il Real Madrid è la classica partita del riscatto: può rappresentare per Baggio un’occasione unica per mettere a tacere gli scettici e dimostrare, ancora una volta, il talento infinito di cui dispone. San Siro lo acclama: è il 23′ del secondo tempo quando Zamorano gli lascia il posto.

La punizione divina del Codino

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Da quel momento, con il risultato in bilico, la tensione fa da padrona. Inter e Real studiano le mosse per mandare in scaccomatto la difesa avversaria ma sembra essere giunto il momento di osare. Baggio cambia il volto al match e l’Inter obbliga il Real alla trincea.  Il bunker difensivo eretto da Hiddink è ostacolo difficile da superare e anche il cronometro, che scorre inesorabile, si mette di traverso ai sogni interisti. Proprio quando le speranze sono ridotte al lumicino, Baggio estrae dal cilindro la giocata del match: è il minuto 86. Uno-due con Diego Pablo Simeone, al quale partecipa con una deviazione anche Ivan Campo che mette Baggio davanti a Bodo Illgner: il rasoterra del Divin Codino è un lama tagliente che spezza in due ogni velleità madrilena di imbattibilità a San Siro.

L’estremo difensore tedesco non può fare altro che raccogliere sconsolato la sfera dentro la sua porta e ammirare senza batter ciglio il tripudio di San Siro. Tripudio nerazzurro che diventa apoteosi quando, al 94′, il Real subisce anche il terzo gol: ancora Simeone imbecca un monumentale Baggio che elude l’intervento alla disperata di Illgner con un dribbling mortifero, mettendo il sigillo a una serata magica. È sorpasso: l’Inter scavalca i campioni d’Europa in testa al girone e lo vince all’ultima giornata con il successo a domicilio, 2-0, in casa dello Sturm Graz con Baggio ancora protagonista. Il Real Madrid, con immane fatica, avrà la meglio sullo Spartak Mosca.

Ventidue anni dopo sarà ancora Inter-Real Madrid. Ironia della sorte, anche nel 2020 il match si disputerà a San Siro il 25 novembre. Un motivo in più per sognare, con il nitido ricordo della doppia punizione divina del codino.
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Pubblicato da Alessandro Fracassi

Nato in quel di Sassari nel 1992, cresciuto nel segno della leadership, del temperamento e della passione per i tackle del Guv'nor Paul Ince. Aspirante giornalista sportivo, studio giornalismo all'Università "La Sapienza" di Roma. Calcio e Basket le linee guida dell'amore incondizionato verso lo sport, ossessionato dagli amarcord, dal vintage e dai Guerin Sportivo d'annata, vivo anche di musica rock e dei film di Cronenberg. Citazione preferita: "en mi barrio aprendí a no perder".