L’Alessandria del 2016, la favola possibile in Coppa Italia

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La Coppa Italia a più riprese è diventata una competizione criticata per il format utilizzato. Sarri, allenatore della Lazio, la ha definita una competizione non meritocratica, in cui si incontrano nella fase finale sempre le stesse squadre per riempire il palinsesto delle prime serate.

Sicuramente il format odierno accontenta più le televisioni che i tifosi di tutta Italia. Effettivamente per come è strutturata la Coppa Italia, solitamente quarti di finale, semifinale e finale sono disputati tra le migliori squadre della Serie A. Ma proviamo a spiegare quale è questo format così poco “meritocratico”.

                                                                                                               fonte foto: sport.sky.it

Il format della Coppa Italia

Innanzitutto bisogna vedere da chi è disputata la Coppa Italia. Si va sempre di più verso una coppa d’elité, se pensiamo che la scorsa edizione hanno preso parte al torneo 78 club. I 20 di Serie A, i 20 di Serie B, 29 di Serie C e 9 della Lega Nazionale Dilettanti.

Con l’edizione 2021-2022 questo numero è cambiato, l’accesso in Coppa Italia è garantito solo alle squadre di Serie A, di Serie B e per completare il tabellone a 4 club di Serie C, la Serie D scompare dal torneo e la Serie C perde 25 club. Per un totale di 44 team.

Ora paragoniamo il numero agli altri campionati più importanti europei: la FA Cup, in Inghilterra è giocata da 124 squadre, in Coppa del Re in Spagna sono 126 i club che scendono in campo, la DFB Pokal tedesca è disputata da 64 team ed infine in Coup de France partecipano 64 squadre.

Ma oltre ad avere poca partecipazione in Italia, è la formula che condanna la Coppa Italia. Le squadre di Serie A entrano in scena solo al secondo turno. Ma le migliori otto nel campionato precedente, solo dal quarto turno (gli ottavi di finale). Inoltre tutte le partecipanti sono ordinate su un tabellone in stile tennistico e le squadre piazzate meglio nel corso dell’anno precedente giocano sempre in casa le partite, per intenderci le migliori squadre giocheranno praticamente tutte le gare in casa. Inoltre fino alle semifinali le partite sono giocate in un match secco, senza ritorno e solo la semifinale si disputa con partite di andata e ritorno. La finale invece viene disputata (solitamente) allo stadio Olimpico di Roma in gara unica.

Il percorso quindi per le squadre di Serie B e C, ma anche per quelle di Serie A non entrate nelle prime otto l’anno precedente, prevede due o tre turni in più e praticamente di giocare ogni sfida contro le big del campionato fuori casa.

Stagione 2015-2016

Proprio per questo quello avvenuto nella stagione 2015-2016 ha del miracoloso, una storia sportiva purtroppo quasi dimenticata dopo pochi anni. All’epoca il format era pressocchè lo stesso, ma partecipavano al torneo 78 squadre, oltre a quelle di Serie A e B, anche 27 di Serie C e 9 di Serie D.

Tra quelle di Serie C, c’era l’Alessandria. Una compagine storica del calcio italiano, con all’attivo 13 campionati disputati in Serie A tra il 1929 ed il 1960. I Grigi hanno affrontato anche un fallimento, ma la proprietà sta facendo di tutto per riportare la squadra in Serie B. Eppure il campionato 2015-2016 non parte nel migliore dei modi. Nel mese di Settembre vengono raccolti solo 4 punti sui 12 disponibili e l’allenatore Giuseppe Scienza viene esonerato.

Al suo posto arriva Angelo Adamo Gregucci un ex difensore, famoso soprattutto per aver giocato nella Lazio, ma che ha un passato importante proprio nell’Alessandria. La sua carriera da allenatore non è mai veramente sbocciata. Gli sono state date delle opportunità, ma sempre da subentrante. Ma iniziando sempre in corsa il pugliese non è mai riuscito ad ottenere gli obiettivi prefissati. Mancini oggi CT della nostra nazionale, ne riconosce però le qualità e lo vuole come collaboratore sia alla Fiorentina, che al Manchester City.

                                                                                         fonte foto: salernitanalive.it

Gregucci ha un’idea di calcio basata principalmente sulla difesa e sul tenere il pallino del gioco. Con lui in panchina i Grigi iniziano una scalata che li porterà tra Dicembre e Gennaio al primo posto della Serie C. L’Alessandria si affida al fosforo a centrocampo di Simone Branca, oggi in forza al Cittadella ed alla coppia d’attacco Bocalon (17 reti in 41 partite) e Fischnaller.  Mentre la difesa è gestita da Cristian Sosa, un difensore difficile da superare e Vedran Celjak un terzino di spinta, convocato in passato nell’under 21 croata.

Ma il giocatore a cui affidare le sorti del club è sicuramente Massimo Loviso con un passato in Serie A, tra Bologna, Torino, Lecce e Parma e delle presenze nell’under 21 di Claudio Gentile.

Il cammino in Coppa Italia

Come detto il percorso in Coppa Italia è un ercorso a ostacoli per chi parte del fondo del tabellone tennistico. Così l’Alessandria inizia la competizione ad Agosto nel primo turno preliminare, contro i dilettanti dell’Alto Vicentino. E’ quasi un amichevole con l’Alessandria che si impone per 2-0  (Fischnaller e Loviso su rigore). Una settimana dopo il secondo turno contro la Pro Vercelli, in un derby piemontese, vinto 2-1.. A Ferragosto terminano i turni preliminari, con l’Alessandria che tra le mura amiche, con una rete di Loviso piega la difesa della Juve Stabia.

Si torna in campo poi a Dicembre, quando la squadra è giù passata in mano a Gregucci e la Coppa Italia è entrata nel vivo, se finora l’Alessandria ha giocato solo con squadre della stessa categoria. Ora i piemontesi devono recarsi al Barbera in una gara ad eliminazione diretta contro il Palermo, che disputa la Serie A. L’Alessandria di Gregucci sembra però più organizzata dei siciliani e dopo 23′ sta vincendo 2-0.

Neanche il più ottimista dei tifosi grigi se lo aspetterebbe. a Palermo segna ancora Loviso (3 goal in 4 partite di Coppa Italia), dal dischetto e raddoppia Marconi. Ma nel secondo tempo i ragazzi di Ballardini accorciano le distanze con Trajkovski, sembra come se il sogno stia per svanire ed invece Nicco insacca in contropiede a 8′ dal termine la rete del 1-3. Ma il match non è finito all’85esimo Gilardino accorcia nuovamente le distanze, ma non basta. La difesa dell’Alessandria regge e Davide batte Golia, l’Alessandria accede agli ottavi di finale.

Ottavi che si giocano il 15 Dicembre e l’avversaria come era lecito aspettarsi è ancora una volta una squadra di Serie A, questa volta il Genoa. I Liguri entrano in scena in Coppa Italia dal turno precedente essendosi classificati sesti l’anno precedente ed essendo quindi una testa di serie della competizione. L’Alessandria dal canto suo proprio in quella settimana ha ottenuto il primo posto della classifica di Serie C battendo il Sudtirol e vola sulle ali dell’entusiasmo. La bravura di Gregucci è quella di far credere ai suoi ragazzi di poter passare il turno anche contro squadre sulla carta nettamente superiori.

                                                                                                         fonte foto: ansa

La partita di Genova è ovviamente una battaglia, la squadra di Serie A, forse sottovaluta l’impegno e come accaduto al Palermo va sotto nel punteggio, questa volta il goal piemontese è targato Marras, abile a sfruttare uno dei pochi contropiedi concessi all’Alessandria ed a trasformare in oro l’assist di Fischnaller. Al 90′ però, ancora una volta sembra che i grigi debbano svegliarsi da un bel sogno. Da una punizione battuta sulla sinistra da Perotti, una serie di rimpalli porta la sfera sulla testa di Pavoletti, che pareggia quando manca praticamente solo il triplice fischio del direttore di gara. Il regolamento prevede i tempi supplementari. Nel primo il goal lo sfiorano proprio gli ospiti, Fischnaller colpisce la traversa ed a porta vuota la sfera capita sui piedi del bomber Bocalon che inspiegabilmente tira il pallone fuori. Nel secondo però si rifà proprio Bocalon abile a sfruttare un assist di Marras e nel segnare l’1-2.

Il percorso in Coppa Italia continua

Quindi nonostante abbiamo una coppa sicuramente non meritocratica, una squadra di Serie C, l’Alessandria ha già ottenuto lo scalpo di due team di Serie A ed aspetta ai quarti di finale la Roma. Sarebbe un bel derby per Gregucci, ma accade l’imprevedibile, in questa edizione della Coppa Italia, non c’è una sorpresa, ma ben due. Lo Spezia, squadra di Serie B, batte ai calci di rigore i capitolini ed accede ai quarti di finale. Le due soprese della Coppa Italia sono una di fronte l’altra alla ricerca di un posto in semifinale.

Così il 18 Gennaio c’è una nuova trasferta da affrontare per l’Alessandria. Si gioca al Picco, tutto esaurito, anche i liguri sognano di entrare nella storia. Ed effettivamente lo Spezia passa in vantaggio, su rigore, goal di Calaiò. al 20′. Calaiò poi però viene ipnotizzato per ben due volte dal portiere piemontese Vannucchi, che tiene in gara i suoi fino all’ultimo minuto. a 20′ dal termine, Gregucci ha un’intuizione. Il tandem d’attacco Fischnaller-Marconi, sta funzionando, mette pressione alla difesa spezina, ma c’è bisogno di appesantire il reparto offensivo.

Sostituisce quindi Loviso, il giocatore che sarebbe più di esperienza della squadra, sacrificandolo per inserire un’altra punta, il bomber Bocalon. L’attaccante impiega circa una decina di minuti per dare ragione al suo allenatore, segnando il goal del 1-1 e battendo un Chichizola che fino a quel momento era sembrato insuperabile. Gregucci a questo punto rimette la squadra con un assetto equilibrato: esce la punta Marconi ed entra il centrocampista Vitofrancesco e proprio dai suoi piedi al 93′ arriva uno spiovente in area di rigore, ancora per la testa di Bocalon che completa una rimonta pazzesca. L’Alessandria vince 2-1 a La Spezia e si qualifica per la semifinale.

Come anticipato, la semifinale di Coppa Italia, è una doppia sfida andata-ritorno. La favola dell’Alessandria ormai fa il giro d’Europa, per quanto le altre coppe nazionali siano più alla portata di squadre non appartenti alla massima serie nei campionati di riferimento. E’ una rarità vedere una squadra di terza serie in semifinale di coppa. A maggior ragione nell’elitaria Coppa Italia.

La storica semifinale contro il Milan

Il sistema ovviamente è sempre in salita per le piccole e quindi la prima gara si gioca in Piemonte. Lo stadio Olimpico di Alessandria è alla sua capienza massima 20.605 spettatori festanti sono lì per vedere i loro beniamini contro il Milan e regalarsi l’ennesima serata da Davide contro Golia. Alessandria è inoltre una città di circa 90.000 abitanti. Questo vuole dire che quasi un quarto di questi, il 26 Gennaio si trovano allo stadio. Questa volta però il sogno si spezza veramente. In Piemonte il Milan ha difficoltà a segnare, ma l’Alessandria praticamente si difende solo e capitola su un rigore di Balotelli, procurato da Antonelli.

Al ritorno a San Siro, molti tifosi seguono i grigi, ma di fatto non c’è mai partita, la squadra di Mihajlovic vince 5-0 (doppietta di Menez, doppietta di Romagnoli e goal di Balotelli). L’Alessandria va vicino al goal, realmente solo in un’occasione su 180′, con un diagonale di Fischnaller, salvato sulla riga da De Sciglio. Il Milan conquista quindi la finale di Coppa Italia, contro la Juventus, che la vince ai supplementari grazie ad una rete di Alvaro Morata. Ma la favola Alessandria, resta sicuramente l’acuto più alto di una squadra non di Serie A in questa coppa che dopo le recenti riforme sembra non prevedere questo tipo di expolit. Mentre in passato, anche squadre di Serie B erano riuscite a raggiungere la finale della Coppa.

                                                                                                              fonte foto: calciomercato.com

La fine della stagione

Purtroppo per l’Alessandria questo risultato storico, pesa in campionato. I piemontesi cedono la testa della classifica al CIttadella, che viene promosso in Serie B e da quarti in classifica affrontano i playoff. Venendo però eliminati al primo turno dal Foggia. I grigi dovranno aspettare la stagione 2020-2021 per tornare in Serie B, dopo aver vinto i playoff. Gregucci invece continuerà la sua carriera come collaboratore di Mancini, sia allo Zenit San Pietroburgo, che all’Inter che in Nazionale. Per poi tornare come allenatore prima alla Salernitana e poi nuovamente all’Alessandria. Venendo però esonerato un anno dopo, con la squadra al quarto posto in classifica.

fonte foto copertina: ansa

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Pubblicato da Flavio Sarrocco

Nato nel 1987, diplomato al Liceo Classico Plauto , si è laureato in giurisprudenza all'università LUMSA. Grande appassionato di sport, sia di massa (calcio, basket) che di nicchia (futsal, hockey su ghiaccio). Già durante il periodo accademico scrive per il giornale dell'ateneo romano. Diventa poi autore e conduttore radiofonico per il programma Ogni Maledetto Giovedì, in onda per tre anni su RadioOrvietoWeb. Inizia nel 2013 il percorso per diventare giornalista pubblicista nella redazione Fanner, prendendo dimestichezza con le telecronache. Raggiunto il traguardo dell'iscrizione all'albo diventa Addetto Stampa e Dirigente della Società Sportiva Spinaceto70. Continua a scrivere di sport per il settimanale online Mediapolitika e partecipa per un anno costantemente al programma Diretta Sport su Centro Suono Sport, commentando ogni settimana la Domenica calcistica e la finale di Champions League e le partite degli Europei 2016.