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Daniele De Rossi, dopo aver detto addio alla Roma, è stato al centro di numerose voci. Da chi diceva potesse andare in altre squadre italiane, come Bologna e Fiorentina, a chi diceva potesse lasciare il calcio giocato per entrare nello staff di Roberto Mancini in nazionale. Invece a sorpresa, il giocatore romano ha deciso di andare a giocare in Argentina, nel Boca Juniors. Negli anni 90 a fare una scelta simile fu Marco Osio, idolo della tifoseria del Parma, che dopo due anni travagliati al Torino, andò in Brasile al Palmeiras.
Il sindaco
Marco Osio nasce ad Ancona nel 1966 e cresce con il mito di Renato Zaccarelli, bandiera del Torino e concittadino proprio di Osio. Per un segno del destino la carriera di Marco Osio inizierà proprio dalla squadra granata, con cui esordisce in A. La carriera del giocatore marchigiano prosegue poi ad Empoli che nella stagione 1986-87 disputa la sua prima storica stagione in A, ma che sino a novembre sarà costretto, a causa di lavori di ristrutturazione dello stadio, a giocare tra Firenze e Pistoia. Il debutto nella massima serie avviene il 14 settembre 1986 e l’avversario è l’Inter. A sorpresa i toscani vincono 1-0 e autore della rete decisiva è proprio Osio che siglerà anche il goal vittoria a Como all’ultima giornata che per l’Empoli significa salvezza.
Successivamente si accasa a Parma, città che darà tanto al giocatore marchigiano che diventerà un idolo dei tifosi che lo chiameranno “Sindaco” (soprannome nato dopo una protesta contro il sindaco di Parma Mara Colla. Successivamente per questo fu esposto uno striscione con scritto “Osio sindaco”).
L’uomo dei goal decisivi
Dopo un primo anno sofferto, con la squadra allenata prima da Zdenek Zeman (esonerato), poi da Giampietro Vitali (che porterà il Parma alla salvezza), l’arrivo di Nevio Scala permette a Osio di diventare un giocatore fondamentale per la squadra ducale. Il centrocampista segna reti fondamentali, come quella alla Reggiana nella partita che darà al Parma la promozione in A. Nella massima Serie, il Parma si dimostra squadra ostica, qualificandosi anche in Coppa Uefa l’anno successivo. La prima vittoria arrivò grazie ad una rete del giocatore marchigiano su assist di De Marco, il 23 settembre 1990 contro il Napoli campione d’Italia e vicino alla fine del periodo maradoniano. Osio negli anni successivi fu sempre importante, come quando segnò il 2-0 alla Juventus nella finale di Coppa Italia del 1992, primo trofeo della storia del Parma, o quando fornì l’assist per Alessandro Melli nella finale di Coppa delle Coppe vinta contro l’Anversa 3-0 nel 1993.
Palestra Italia
Al termine della stagione 1992-93, Marco Osio è al centro di rumors di mercato. Juventus e Milan mettono gli occhi sul giocatore marchigiano, oltre all’Arsenal in Inghilterra. Il centrocampista però decide di tornare nel club in cui era cresciuto, il Torino, per sostituire Vincenzo Scifo. Il ritorno però in granata non è semplice. A causa di problemi fisici, il giocatore in due anni giocherà solamente 27 partite. Svincolato, Osio ha voglia di ripartire e, grazie ad un accordo di sponsorizzazione della Parmalat, il giocatore marchigiano va a giocare nel Palmeiras, diventando in questo modo il primo giocatore italiano ad andare in Brasile. Il Palmeiras è una squadra che ha legami con l’Italia. Fondato da italiani residenti in Brasile con il nome di Palestra Italia, la divisa da gioco rimandava al tricolore italiano. Per Osio l’impatto con il calcio brasiliano è agrodolce, la squadra che ha come stelle Cafu e Rivaldo, lo accoglie molto bene organizzandogli una festa di benvenuto. Lo stesso non si può dire per l’allenatore Carlos Alberto Silva che dichiarò pubblicamente di non conoscere il giocatore e se la prese con la società per non averlo accontentato nel mercato. In Brasile, l’italiano disputa venti partite mettendo a segno una rete, segnata contro lo Juventude. Il Palmeiras vince il campionato paulista con ventotto punti di vantaggio sul San Paolo. A metà stagione con la moglie in attesa di un bambino, Osio decide di tornare in Italia.
Un difficile ritorno
Tornato in Italia, il marchigiano non riesce a trovare una squadra. Negli anni 90 chi va a giocare all’estero è considerato un giocatore finito. Ad ingaggiare il giocatore alla fine è il Saronno di Enrico Preziosi, imprenditore alla prima esperienza nel calcio che, dopo aver portato la squadra lombarda dalla D alla C1, vuole arrivare in B. Osio è costretto quindi a ripartire dalla C1 ma in un club comunque ambizioso che allenato da Mario Beretta raggiunge i playoff. Il cammino verso la promozione però finisce contro il Carpi che elimina Osio e la sua squadra. Negli anni seguenti il marchigiano giocherà nella Pistoiese, nel Faenza (il cui presidente è Giancarlo Minardi con cui Osio segnerà otto reti, miglior anno dal punto di vista realizzativo) e chiude la carriera nel Crociati Parma.
Osio in seguito ha iniziato la carriera di allenatore e l’ultima esperienza risale al 2014 a Rimini. Attualmente è imprenditore nel campo delle applicazioni per cellulari. Marco Osio è uno dei giocatori simbolo del Parma, città dove ancora oggi è osannato da tutti i tifosi. L’unico rimpianto è quello di non aver disputato una partita in nazionale, traguardo che avrebbe meritato.