Il torneo di Capodanno, una competizione fallimentare

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Nel calcio odierno sono ben poche le pause tra una partita e l’altra. Nel periodo natalizio in Inghilterra è tradizione giocare, in Italia si tentò un esperimento durante la pausa per le feste durante il campionato 1980-81, il torneo di Capodanno, che sin dal suo inizio non convinse le società.

Fallire in partenza

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La Federcalcio decise di dar vita al torneo dopo che la nazionale italiana fu invitata in Uruguay a partecipare al Mundialito, nato per celebrare i cinquant’anni del primo Mondiale disputato nel 1930 e vinto dai padroni di casa. Questo si disputò durante la pausa del campionato di A, ma le squadre non si fermarono perché partecipanti a un torneo, ovvero quello di Capodanno.

La struttura della competizione era di quattro gironi, ognuno composto da quattro squadre. Inoltre c’era la volontà di provare a riformare il gioco del calcio con regole inusuali e con alcune di queste oggetto di dibattito ancora oggi, un esempio sono la cancellazione del fuorigioco e le espulsioni a tempo, ma la competizione trovò le resistenze sia da parte del pubblico che da quella dei giocatori.

Secondo le società il torneo era solo un tentativo di colmare un vuoto, emblematico ciò che disse il presidente dell’Inter Ivanoe Fraizzoli, che definì la competizione “Coppa del nonno”. Nonostante i prezzi bassi, gli stadi durante il torneo si presentarono semivuoti, per questo Juventus e Torino chiesero di giocare sempre in trasferta.

Il torneo

La competizione di Capodanno iniziò il 4 gennaio, ogni squadra disputò due partite anziché tre, chi vinceva con più reti di scarto avrebbe avuto un punto bonus in classifica, inoltre le rimesse laterali si potevano battere sia con le mani che con i piedi. L’Ascoli vinse il suo girone, esordio vincente contro il Catanzaro e pareggio per 2-2 contro il Napoli. Proprio durante la partita disputata contro i partenopei, il tecnico dell’Ascoli Carlo Mazzone rimase basito e domandò più volte ai suoi giocatori il motivo della disputa di queste partite, altro sintomo di come il torneo di Capodanno non aveva fatto breccia tra gli addetti ai lavori.

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Nel girone B saltò il confronto tra Fiorentina e Roma, la formazione viola si qualificò grazie alla vittoria contro il Perugia. Il punto bonus fu decisivo nel girone C, dove il Cagliari vinse entrambe le partite, mentre la Juventus ottenne un pareggio e una vittoria, ma per 3-1 contro il Como, nel girone D invece passò il Bologna.

Pasticcio all’italiana

Le semifinali videro prevalere l’Ascoli vittorioso contro la Fiorentina e la Juventus che vinse contro il Bologna ai calci di rigore. Ascoli e Juventus erano quindi le finaliste, l’atto finale della competizione fu rimandato però a giugno, poiché il Mundialito era terminato e non c’era tempo per disputare la finale.

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L’ultimo atto del torneo di Capodanno vide vincere alla fine l’Ascoli per 2-1, con rete finale di Adelio Moro, alla sua ultima partita con la formazione marchigiana. Si chiuse in questo modo una competizione fallimentare sin dalla sua ideazione, per questo motivo infatti non si disputò nessun’altra edizione.

 

Immagine copertina tratta da ilnobilecalcio.it.

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Pubblicato da Christian Scala

Romano, diplomato al liceo linguistico Hegel, frequenta il corso di Scienze della Comunicazione all'Università Roma tre. Grande passione per il ciclismo e appassionato di calcio, ha collaborato con Centro Mare Radio e attualmente scrive per Torremare e L'ortica, due riviste online.