Uno scambio da triplete

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Abbiamo esaminato nella nostra rubrica storica una serie di estati calde per il calcio mercato italiano. Con l’arrivo di fenomeni e mangia record. Tuttavia non possiamo prescindere dal raccontarvi l’estate 2009. Quella in cui uno scambio in particolare portò l’Inter di Mourinho a vincere a fine anno il triplete.

L’Inter che vinse tutto

A Milano, sponda nero azzurra, la problematica dopo il campionato vinto 2008/2009 era quella relativa al proprio giocatore simbolo. Zlatan Ibrahimovic infatti aveva deciso che la sua avventura con la maglia dell’Inter era finita e voleva misurarsi nella Liga. Il Barcellona lo voleva fortemente per creare una coppia d’oro con Messi. Così i dirigenti interisti intavolarono una trattativa che portò a Milano Samuel Eto’o.

Il camerunense fu fondamentale, ma non fu l’unico grande acquisto dell’Inter di Mourinho. Ci fu anche un altro scambio, questa volta con il Genoa. I nero azzurri cedettero Crespo ed in cambio ottennero Thiago Motta e Diego Milito. La super squadra da triplete non era però ancora completa. Serviva un difensore d’esperienza e fu acquistato Lucio ed un fantasista e dal Real arrivò Sneijder un giocatore su cui Mourinho faceva così affidamento da inserirlo in campo dopo neanche un allenamento in un derby, poi vinto dall’Inter (4-0).

                                                                                                      Fonte foto: calcio.fanpage.it

La Juventus che provava a ricostruirsi

La Juventus stava provando a tornare una squadra competitiva in campionato. La panchina fu affidata ad uno storico ex, all’epoca record man di scudetti vinti in Serie A, Ciro Ferrara. Pensando che la cosa migliore fosse rinforzare il centrocampo, la Vecchia Signora acquistò per più di 50 milioni, Diego dal Werder Brema e Felipe Melo dalla Fiorentina.

                                                                                                              Fonte foto: goal.com

Ferrara inoltre ottenne il ritorno di due campioni del mondo, che lui conosceva bene, avendo fatto parte dello staff di Lippi nel 2006, ovvero Cannavaro, che tornava dopo essersi trasferito al Real Madrid nel 2006, non affrontando la Serie B con la Juventus e Fabio Grosso. Inoltre per aggiungere esperienza, fu portato a Torino, anche Caceres, dal Barcellona. Tutto questo impegno sul mercato, non bastò però a Ferrara, esonerato dopo la ventunesima giornata, né alla Juventus, che terminò il campionato settima.

Il depauperamento del Milan

Se l’Inter fece una campagna acquisti faraonica, dall’altra parte dei navigli non si può dire lo stesso. Il Milan cedette il suo giocatore più forte, Kakà, al Real Madrid ed inoltre perse il suo capitano storico, Paolo Maldini, che si era ritirato. Per sostituirlo, Galliani anche intavolò uno scambio con il Real Madrid, ma fu meno fruttuoso di quello dell’Inter con il Barcellona. Arrivò infatti Huntelaar, che faticò a rendersi indispensabile nel Milan, ricoprendo un ruolo di comprimario per il nuovo allenatore Leonardo, che costruì una squadra fatta di giocolieri, con il famoso 4-2-fantasia. Con contemporaneamente insieme in avanti Seedorf, Pato, Ronaldinho e Borriello, ciò permise al Milan di arrivare terzo in campionato e di battere 3-2 al Bernabeu, proprio il Real di Kakà.

Le ambizioni europee del Napoli

Degno di nota anche il mercato del Napoli, che costruì la squadra che avrebbe per anni fatto presenza fissa in Europa. I partenopei molto attivi, acquistarono in porta De Sanctis. In difesa Campagnaro e Zuniga. A centrocampo Cigarini ed in attacco un ragazzo di Napoli, che ebbe sfortuna a causa di situazioni extra campo che lo portarono a doversene andare dalla terra che tanto aveva amato e in cui tanto avrebbe voluto essere protagonista. Fabio Quagliarella.

Solo molti anni dopo si venne a sapere che la punta era perseguitato fuori dal campo da uno stalker che minacciava di morte, lui e la sua famiglia ed a malincuore ciò lo portò a fare la scelta di andarsene dalla sua Napoli, nel momento migliore della sua carriera.

                                                                                                        Fonte foto:  gazzetta.it

Il Catania succursale argentina

E’ in questa sessione di mercato che si crea la leggenda del Catania, argentino. Una squadra che per buona parte del suo 11 titolare è composta da calciatori con il passaporto italiano, ma di nascita argentina che giocano le partite con la garra che solo in quel lato del mondo sanno utilizzare. I siciliani acquistano un elenco di giocatori di nazionalità argentina, che nel tempo impareremo a conoscere: Andujar (per anni portiere nel giro della nazionale argentina), Barrientos, Ricchiuti, Spolli ed a gennaio arriverà anche l’ex Barcellona, Maxi Lopez.

Le altre

Per il resto non un mercato scoppiettante per i club italiani. La Roma poi finita seconda, arricchì il roster dei titolari con il solo Burdisso. Il Genoa portò in Serie A dal Boca, Rodrigo Palacio. Anche il Palermo fu vigile nel mercato argentino, con l’arrivo di Javier Pastore. Fu lungimirante il Bari ad affidare la difesa ad un giovane Bonucci, in arrivo dal Genoa.

Immagini copertina: goal.com

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Pubblicato da Flavio Sarrocco

Nato nel 1987, diplomato al Liceo Classico Plauto , si è laureato in giurisprudenza all'università LUMSA. Grande appassionato di sport, sia di massa (calcio, basket) che di nicchia (futsal, hockey su ghiaccio). Già durante il periodo accademico scrive per il giornale dell'ateneo romano. Diventa poi autore e conduttore radiofonico per il programma Ogni Maledetto Giovedì, in onda per tre anni su RadioOrvietoWeb. Inizia nel 2013 il percorso per diventare giornalista pubblicista nella redazione Fanner, prendendo dimestichezza con le telecronache. Raggiunto il traguardo dell'iscrizione all'albo diventa Addetto Stampa e Dirigente della Società Sportiva Spinaceto70. Continua a scrivere di sport per il settimanale online Mediapolitika e partecipa per un anno costantemente al programma Diretta Sport su Centro Suono Sport, commentando ogni settimana la Domenica calcistica e la finale di Champions League e le partite degli Europei 2016.