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Nel Mondiale che conferma, per la terza volta di fila, la “maledizione del Campione del Mondo” (Italia, Spagna e Germania fuori da detentrici del trofeo nell’edizione successiva alla vittoria), non stupisce affatto vedere approdare agli ottavi di finale due squadre come Brasile e Messico. Da una parte la selezione verdeoro e la sua stella più lucente, Neymar. Dall’altra i centroamericani, capaci di prendere a calci i tedeschi e dare il primo colpo utile alla loro disfatta ma anche di incappare in una sonora imbarcata contro la più modesta Svezia e minare alcune certezze acquisite nelle prime due partite del girone F.
Destini che si intrecciano in una delle edizioni mondiali più sorprendenti degli ultimi decenni, che ci presenta una sfida tutta da gustare: niente sembra scontato in terra russa.
Brasile: “joga bonito“? Lo spettacolo può attendere
Il Brasile, come già analizzato nella preview del girone E, da quattro anni ha un conto aperto con il Campionato Mondiale di Calcio. Dopo il pareggio inaugurale della Rostov Arena contro la Svizzera (l’ultima mancata vittoria all’esordio è datata 1978, 1-1 contro la Svezia in terra argentina), sono arrivate due vittorie fondamentali per 2-0 contro Costa Rica e Serbia. Sei punti pesantissimi che hanno scacciato i fantasmi e i primi musi lunghi dell’esordio, pur senza mostrare nulla che faccia gridare al miracolo. Ma in un Campionato Mondiale più che mai equilibrato come questo, in cui tutte le big hanno sofferto contro formazioni sulla carta inferiori, l’obiettivo principale era raggiungere gli ottavi di finale senza incappare in pericolosi scivoloni che avrebbero inevitabilmente soffiato sul malcontento verdeoro mai domo da quella disfatta per 7-1 contro la Germania.
Gli uomini di Tite, intendiamoci, non hanno brillato per qualità e soluzioni di gioco, anzi: hanno spesso raggiunto il miglior risultato con il minimo sforzo, con giocate individuali e lampi di genio del campione che hanno permesso alla Seleçao di sbloccare il risultato e portare a casa i tre punti. Se da una parte infatti la coppia formata da Miranda e Thiago Silva ha offerto buone sensazioni sulla solidità difensiva verdeoro (un solo gol incassato nei tre match del girone), il possesso palla è spesso sembrato abulico, fine a sé stesso, più utile alla preparazione di un lancio lungo a pescare gli inserimenti di Paulinho e Marcelo che alla tessitura di una avvolgente ed organica trama di gioco. Proprio il laterale difensivo del Real Madrid si è rivelato perno delle giocate offensive e punto di riferimento per i compagni di squadra nei match contro Svizzera e Costa Rica: con la squadra in difficoltà sul piano di gioco, il terzino sinistro è stato spesso cercato e trovato come naturale sfogo della manovra verdeoro, capace di ultimare le transizioni offensive della squadra con percussioni solitarie sulla fascia o traversoni messi al centro per gli attaccanti. Non a caso la sua prematura uscita dal campo contro la Serbia, pur non pregiudicando il risultato finale, ha messo in stato di allerta l’intero Stato generale brasiliano. Le sensazioni per un suo recupero-lampo sono buone, e il terzino potrebbe tornare già domani contro il Messico, anche se solo per la panchina. Una freccia letale in più nell’arco del ct Tite.
Parlando di singoli, tutti si aspettavano l’esplosione definitiva di Neymar. Il 10, che pure si è sbloccato contro la Costa Rica, ha dovuto piegarsi e lasciare le copertine dei giornali a Philippe Coutinho, grande protagonista di inizio torneo con 2 gol e 1 assist. Sempre decisivo, in un modo o nell’altro, il centrocampista del Barcellona è apparso in forma ed in palla, non nascondendosi mai e anzi proponendosi sempre attivamente nella costruzione del gioco brasiliano. Contro il Messico servirà però soprattutto l’estro creativo di Willian, dei tre trequartisti alle spalle di Gabriel Jesus quello apparso maggiormente sottotono, per continuare a sognare di pareggiare i conti con il destino, quattro anni dopo il Mineirão.
La probabile formazione del Brasile: Alisson; Fagner, Thiago Silva, João Miranda, Filipe Luís; Paulinho, Casemiro; Willian, Coutinho, Neymar; Gabriel Jesus.
Messico: rivelazione del torneo alla prova del nove
Non pochi avrebbero scommesso sul secondo posto del Messico nel Girone F di Russia 2018. Nessuno, ad inizio giugno, avrebbe però scommesso un euro che la squadra del ct Osorio sarebbe finita alle spalle della Svezia, con i Campioni del Mondo in carica della Germania umiliati e sbattuti fuori dalla competizione con un ultimo posto finale che verrà indubbiamente ricordati negli anni a venire a Berlino e dintorni.
E dire che era stato proprio il Tricolor a gettare la prima pietra della disfatta tedesca, allo Stadio Lužniki di Mosca: il gol di Lozano aveva minato le prime certezze della squadra di Loew, dimostrando al mondo intero quanto il Messico non fosse arrivato al Mondiale per fare la vittima sacrificale di nessuno. Previsioni rispettate anche contro la Corea del Sud: la squadra di Vela e compagni ha dimostrato, nei primi 180 minuti del suo mondiale, di essere squadra compatta e arcigna, temibile soprattutto nelle ripartenze a campo aperto con i suoi velocisti. Proprio Hirving Lozano merita una notazione particolare in questa analisi: l’ala del PSV Eindovhen sta dimostrando tutte le sue qualità atletiche e tecniche, che lo rendono una delle armi migliori a disposizione del suo commissario tecnico. L’intesa con il Chicharito Hernandez è solida, gli scambi offensivi dai e vai a puntare l’area di rigore avversaria con Carlos Vela veloci e puntuali.
Il Messico ha però dimostrato di poter essere protagonista anche in negativo. La sonora sconfitta per 3-0 maturata ad Ekaterinburg contro la solida Svezia ha incrinato le certezze acqusite ad inizio torneo. Proprio Osorio, nel postpartita che ha consegnato il Messico al Brasile nell’ottavo di finale della Samara Arena, si è detto”triste” per non essere riuscito ad imporre il suo gioco, ma ha anche parlato di “sconfitta salutare”, che di sicuro avrà portato la Selezione centroamericana a riflettere sui continui errori di posizionamento difensivo commessi nella gara contro gli europei.
Errori che non dovranno essere ripetuti contro la Seleçao. Neymar e compagni, in ripresa fisica e tattica ma non ancora in grado di offrire una continuità di gioco per novanta minuti, non aspettano altro, e San Guillermo Ochoa non potrà continuare a fare miracoli come in occasione della traversa colpita (con intervento decisivo dell’estremo difensore tricolore) da Kroos nel match inaugurale del girone F.
La probabile formazione del Messico: Ochoa; E.Álvarez, Salcedo, Ayala, Gallardo; H.Herrera, Guardado; Layun, Carlos Vela, Lozano; J.Hernández.
Credit copertina: scommesse24