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Piacenza negli anni ’90 visse il suo miglior momento della storia, promossa per la prima volta nel 1993, la squadra emiliana fu un esempio e viene ricordata ancora oggi per aver schierato al primo anno in A solo italiani. Militante in C la scorsa settimana è retrocessa in D, augurando un pronto ritorno in categorie più importanti, noi de l’Occhio Sportivo rivivremo il periodo d’oro del Piacenza.
L’Artefice
La Piacenza calcistica nell’estate del 1990 venne a conoscenza del nuovo allenatore. Appena arrivato si fece subito ben apprezzare poichè dichiarò di ispirarsi a Battista Rota, detto “Titta”, tecnico che solo pochi anni prima, nel 1987, aveva portato il Piacenza per la prima volta in B: l’allenatore era Luigi Cagni. Promosso al primo anno in B, nel 1993 il nuovo tecnico fece ancora meglio, nonostante un inizio stentato, la squadra a sorpresa si trovò a lottare per la A, inimmaginabile in estate anche per il presidente, Leonardo Garilli. Il 13 giugno 1993 battendo il Cosenza con una rete di Fulvio Simonini, il Piacenza conquistò per la prima volta la Serie A.
Il calciomercato non riservò particolari sorprese, Garilli era contrario a prendere giocatori senza conoscerli, rinunciando a prendere stranieri, arrivarono comunque Massimo Taibi e Marco Ferrante. Vedendo i tifosi preoccupati, il tecnico Cagni dichiarò di capire lo scetticismo ma che credeva nella salvezza. Dopo un pareggio alla terza giornata contro il Milan, alla sesta arrivò la prima vittoria in A contro il Lecce, rete decisiva di Francesco Turrini. La salvezza però sfumò nonostante il pareggio ottenuto contro il Parma, la Reggiana vinse contro il Milan, già certo dello scudetto e superò il Piacenza che tornò amaramente in B.
ItalPiacenza
Il Piacenza degli anni ’90 è ancora ricordato oggi per una particolarità: nessun giocatore straniero fu acquistato, nonostante fosse possibile, i primi calciatori stranieri furono Francelino Matuzalem e Amauri nell’estate 2001. La formazione emiliana ai nastri di partenza del campionato 1994-95 si presentò in attacco con un giovane giocatore reduce da due anni di prestito con il Leffe e il Verona. Era Filippo Inzaghi che con Antonio De Vitis, rinato dopo che nel campionato precedente non aveva brillato segnando solo una rete, e Gianpiero Piovani formò un tridente che permise al Piacenza di conquistare la A con ben cinque giornate di anticipo. La forza del Piacenza era quello di riuscire a trovare giocatori in grado di sostituire i partenti, fu il caso di Nicola Caccia, acquistato dall’Ancona in un mercato che vide gli addii sia di Inzaghi, andato al Parma, sia di De Vitis, ceduto al Verona.
Le quattordici reti del giocatore di Castello di Cisterna furono decisive per il Piacenza che acquistò anche Eugenio Corini e Eusebio Di Francesco. Con il pareggio conquistato contro l’Udinese, la formazione emiliana centrò per la prima volta nella sua storia la salvezza, ma a fine stagione salutò Cagni, che andò a allenare il Verona. Il suo posto fu preso de un esordiente in A, Bortolo Mutti. Ceduto Caccia al Napoli, al suo posto arrivò il “Toro di Sora” Pasquale Luiso che segnò quattordici goal, uno dei quali, quello contro il Milan, portò all’esonero del tecnico rossonero Oscar Tabarez. Il campionato è ricordato anche per l’improvvisa scomparsa del presidente Garilli, a cui fu intitolato lo stadio Galleana. La salvezza arrivò nello spareggio a Napoli contro il Cagliari.
Uno Zar a Piacenza
La squadra emiliana fu ancora una volta rivoluzionata, furono ceduti tra gli altri Taibi e Di Francesco oltre che Luiso, finito al Vincenza. Salutò anche Mutti, andato a uno dei Napoli più deludenti della storia, ultimo con soli quattordici punti, al suo posto arrivò come allenatore Vincenzo Guerini. Il colpo di mercato fu Pietro Vierchowod, difensore dell’Italia del Mondiale 1982 e chiamato anche “Zar”, la sua esperienza fu fondamentale in una squadra che faticò più del previsto, raggiungendo comunque la salvezza grazie alla vittoria all’ultima giornata contro il Lecce. Il difensore concluse con il Piacenza la sua carriera da calciatore.
Il campionato successivo vide un nuovo avvicendamento in panchina. Al posto di Guerini arrivò, tra lo scetticismo generale, Giuseppe Materazzi, reduce da tre esoneri consecutivi. In campo invece, dopo Filippo, arrivò un altro Inzaghi, Simone. Quello per l’attuale tecnico dell’Inter fu un anno da record dove con quindici centri diventò il miglior cannoniere del Piacenza in A. Furono stabiliti anche il record di punti, reti fatte, alcuni di questi vennero poi migliorati nel 2001-02. Fu anche il campionato del miglior piazzamento della storia, grazie alla dodicesima posizione. Nel campionato successivo arrivò la retrocessione in B, per poi tornare in A dove vi rimase per due stagioni. Il cannoniere fu Dario Hubner che con ventiquattro reti vinse la classifica marcatori nel 2002 in coabitazione con David Trezeguet. Auguriamo al Piacenza un pronto ritorno nelle categorie che più merita.
Immagine copertina tratta da sportelloquotidiano.com.