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La guerra è forse il peggiore dei mali fin dalla notte dei tempi dell’essere umano. Tema d’ispirazione di racconti, storie, libri e film. Salvate il soldato Ryan è forse la pellicola bellica più rappresentativa di questo genere. L’ultimo dei fratelli Ryan, rimane disperso nella Normandia occupata dai tedeschi, e i Ranger riusciranno poi a salvarlo. Heung Min Son, stella coreana del Tottenham e della sua nazionale, è riuscito a salvarsi ma da solo. Con la vittoria ai Giochi Asiatici di settembre, Son è infatti riuscito ad evitare la leva obbligatoria per i giovani della Corea del Sud. Ryan e Son, due soldati per due destini diversi.
Son, il predestinato
Per chi non lo conoscesse Heung Min Son, oggi pilastro offensivo degli Spurs di Pochettino, nasce l’8 luglio del 1992 a Chunceon in Corea del Sud. Fino a 16 anni Son milita nelle prestigiose giovanili del FC Seul. Entra poi a far parte del progetto di formazione sportiva di giovani asiatici, messo in atto dalla Bundesliga.
L’Amburgo lo preleva e nelle prime due stagioni sfiora la doppia cifra realizzativa incantando con giocate e facendo poggiare su di sé gli occhi di molti club.
Nell’estate del 2013, per 10 milioni, l’esterno offensivo coreano viene prelevato dal Bayer Leverkusen. A sinistra, nel 4-2-3-1 di Roger Schmidt, Son abbina le sue doti dinamiche, fisiche e tecniche, e a fine anno, realizza 17 gol in 42 presenze complessive.
Subito al successo
Giocatore moderno, capace di essere continuo e prezioso in entrambe le fasi svolta la sua carriera. Son Debutta infatti, nel 2014, in Premier League.
Per 22 milioni di euro, è il Tottenham a comprarlo e a renderlo il giocatore asiatico più costoso di sempre. Heung Min entra a far parte della rosa di enorme qualità del tecnico argentino e in poco tempo riesce ad imporsi anche in terra britannica. Capace di interpretare il ruolo di esterno su entrambe le fasce, di pressare la prima linea di passaggio e di finalizzare il gioco, Son è perfetto per l’idea di calcio di Pochettino.
Fuga per la vittoria
In Corea del Sud, la leva militare è obbligatoria per i maschi dai 18 ai 35 anni per almeno 21 mesi. Una regola, rispettata e consolidata nella cultura coreana, orgogliosa di formare militarmente i giovani.
Nessuno può infatti evitare il servizio di leva, celebrità o sportivi. Eppure, in caso di ottimo piazzamento ai Mondiali o di medaglia d’oro agli Asian Games, Son e la Corea del Sud potevano sventare l’incubo del servizio militare.
Le speranze però erano ridotte ad un lumicino; con il terzo posto raggiunto ai Mondiali russi della scorsa estate, restavano appunto solo i Giochi Asiatici che si sarebbero svolti a settembre. Indimenticabili e commoventi, le lacrime versate da Son il 25 giugno, quando al termine della sfida persa per 2-1 contro il Messico in Russia, il coreano – che tra l’altro segnò – e si lasciò andare ad un pianto disperato.
In passato, Chung Young Park (ex Crystal Palace) e Park Jin Sung nel 2002 erano riusciti ad evitare la leva. Il primo, ottenendo un rinvio di 10 anni, mentre il secondo, grazie ai quarti di finale raggiunti con la nazionale ai Mondiali nel 2002, evitò il peggio.
Eppure, anche Son è riuscito a salvare la sua carriera sportiva in ascesa. Nella finale degli Asian Games disputata contro il Giappone, Son realizza 2 assist nel 2-1 finale regalando ai “guerrieri del Taeguk” la vittoria e la “salvezza” dalla leva militare.
Il miracolo dei Ranger
Giugno 1994. Fase centrale del secondo conflitto mondiale. In una spedizione americana alcuni soldati, tra cui il paracadutista James Ryan (Matt Damon), unico superstite di quattro fratelli resta disperso in un villaggio francese con la sua compagnia.
Il capitano Miller (Tom Hanks), alla guida dei Ranger, ha il compito di riportare a casa l’ultimo Ryan rimasto. Il capolavoro di Spielberg, Salvate il soldato Ryan uscito vent’anni fa, rappresenta alla perfezione i concetti di eroismo e spirito di sacrifico nella Seconda Guerra Mondiale.
Le difficoltà di Miller e i suoi saranno molteplici. Un po’, metaforicamente parlando, come quelle di Son e la sua Corea. L’incubo dei tedeschi porterà la spedizione ad un passo dalla tragedia, avvenuta poi per la perdita di alcuni uomini ma anche all’estremo atto di salvezza di Ryan. Tra attacchi, perdite di uomini, agguati e colpi di scena, i Ranger salveranno Ryan a caro prezzo.
Il capitano Miller morirà colpito da un proiettile tedesco, prima di premere il detonatore che avrebbe dovuto far esplodere il ponte e bloccare l’iniziativa teutonica. Tuttavia, le forze militari americane giunte dalle coste, aiuteranno quelle già presenti nel villaggio e porteranno in salvo Ryan e i pochi soldati rimasti.
La guerra nel destino
Sia chiaro: le salvezze che Ryan e Son ottengono sono ovviamente di un’importanza diversa. Entrambi però sono stati protagonisti, guide delle loro “compagnie” ed eroi di cui fidarsi.
Ryan decide di non abbandonare la propria compagnia per difendere il ponte, mentre Son è costretto a guidare la sua nazionale per sventare la leva militare. Il primo, che nella guerra ci si trova nel mezzo, salva la propria vita col coraggio e grazie all’aiuto dei soldati.
Son è invece il faro di sé stesso e dei suoi compagni, che la guerra riescono invece ad evitarla. Le lacrime di fine giugno testimoniavano la disperazione e la possibilità di vedere un sogno stroncarsi sul più bello.
Due soldati diversi
Ryan rappresenta l’eroicità, la speranza di sopravvivere nell’orrore della guerra, essendo dalla parte dei buoni. La carriera sportiva da calciatore di Son poteva invece essere compromessa dalla leva militare imposta dal proprio “Paese.
Due “soldati” diversi, soli, con il peso sulle spalle, con la responsabilità addosso per salvare loro e i propri compagni. Due destini importanti, per due predestinati.
Ryan è il “mezzo” che Spielberg utilizza per rappresentare lo spirito eroico dei soldati nella guerra. Il “soldato Son” ha dovuto sfruttare al massimo invece i suoi di mezzi naturali per poter continuare a giocare e a vivere il suo sogno.
La guerra, a modo suo li accomuna, e li costringe a “lottare” entrambi per salvarsi. Chi la vita, chi la vita da calciatore. Ryan e Son, due soldati dal destino “salvati”.