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L’ammontare di talento in Eurolega aumenta esponenzialmente di anno in anno. Perciò, accanto ai grandi colpi, attenzioni agli acquisti passati più sottotraccia, ai giocatori pronti a stupire addetti ai lavori e tifosi. Chi si prenderà l’onore di essere la sorpresa della stagione 2021/22? Noi de L’Occhio Sportivo abbiamo scelto 7 nomi da seguire con particolare attenzione.
Danilo Andjusic – AS Monaco
Danio Andjusic ce lo ricordiamo noi italiani soprattutto per i 27 punti segnati con la canotta della Nazionale nella finale del Preolimpico di Belgrado. Nella Serbia, tuttavia, stante la presenza di Micic e Teodosic, non sono state esaltate le sue abilità di playmaking, decisamente da livello Eurolega. Il Monaco ha un gruppo abbastanza “acerbo” a questi livelli e perciò la sua leadership sarà fondamentale.
Varcata la soglia dei 30 anni lo scorso aprile, Andjusic è una comboguard dalla stazza notevole (195 cm) e dalle mille esperienze di medio livello alle spalle. Dopo essersi esibito, tra le altre, con le canotte di Partizan, UNICS Kazan e Virtus Bologna, il serbo è esploso nell’ultimo paio di annate al Bourg-En-Bresse. Le cifre dell’ultima stagione in Eurocup parlano per lui: 20 punti, 2.8 rimbalzi, 3.2 assist, tirando con il 41% da tre e l’88% ai liberi (dato importante considerando la sua abilità nel subire falli in penetrazione). Abile nel palleggio e nell’uso di entrambe le mani nei pressi del ferro, ci ha messo poco a convincere i vertici del Principato a consegnargli le chiavi della squadra. Insomma, buttiamo un occhio di riguardo su Danilo…
DeShaun Thomas – FC Bayern Monaco
È passato decisamente sottotraccia l’ultimo acquisto del Bayern Monaco. DeShaun Thomas, infatti, è una certezza nello spot di 4, un veterano e un attaccante dall’armamentario molto folto. Dopo una serie di annate ad altissimo livello in Eurolega (l’ultima al Panathinaikos da 13.9 punti e 4.4 rimbalzi di media), l’americano classe 1991 si è concesso una stagione al Tokyo Alvart nel poco scintillante campionato giapponese.
Chiamato in causa da coach Trinchieri, Thomas non ha resistito alla tentazione di giocare in un team a caccia di un’altra clamoroso pass per i playoff. Non conoscendo ancora la condizione di Zipser (operato a giugno per un’emorragia celebrale), sembra scontata la partenza di DeShaun in quintetto base. Fisico possente, nel Bayern giocherà molto nel suo “ufficio” in post-basso, sfruttando le proprie ottime abilità in 1vs1 e sul piede perno. Dovesse poi mantenere la percentuale da tre punti attorno al 40%, ecco che anche per Lucic, Walden, Weiler-Babb e tutti gli altri si aprirebbero scenari molto intriganti.
Marial Shayok – Fenerbahçe Beko Istanbul
Il canadese sarà il vice De Colo/Guduric e partirà inizialmente in uscita dalla panchina. Il potenziale, però, è da grande stella europea. Shayok ha 26 anni, è alla sua seconda stagione nel Vecchio Continente ed è reduce un’annata da leader nel deserto del Bursaspor (18.9 punti, 6.9 rimbalzi e 4.2 assist). Guardia/ala di 196 cm, sky is the limit è la frase migliore da associargli.
Marial è un atleta di altissimo livello, con leve lunghissime ed eccellenti abilità nel ball-handling. Sarà molto interessante vedere come si inserirà in un roster colmo di campioni e che punta dichiaratamente alle Final Four. Considerando la qualità degli handler del Fenerbahçe, è determinante per Shayok sistemare la percentuale da tre punti (sempre intorno al 30-33%), anche tenendo conto della sua scarsa propensione – sinora – a prendere tiri in catch-and-shoot. Difensivamente può essere un jolly tanto quanto lo è Vesely nel reparto lunghi.
Dylan Osetkowski – LDLC Asvel Villeurbane
Il 25enne di San Diego, California riceve il testimone da Moustapha Fall come centro titolare dell’ASVEL. Osetkowski è probabilmente il giocatore con meno atletismo a roster per TJ Parker ma Dylan compensa questo minus con una rapidità di piedi e una tecnica palla in mano davvero sorprendente. Dopo l’esperienza importante al college con i Texas Longhorns, ha completato le sue prime stagioni da professionista a Gottingen prima e ad Ulm poi. Proprio al Ratiopharm ha stupito l’intera Eurocup, meritandosi la chiamata al “piano di sopra”.
Data la sua bidimensionalità offensiva (42% nel tiro da tre punti l’anno scorso e un playmaking dalla punta da leccarsi i baffi), Osetkowski può tranquillamente condividere il parquet con Morgan – occhio anche a lui -, Howard e la stellina 17enne Wembanyama. Insomma, per il dopo-Moustapha e (con Youssoupha) non poteva esserci di meglio per i francesi, pronti a dare la caccia ai primi playoff della loro storia.
Kameron Taylor – Maccabi Playtika Tel Aviv
Il Maccabi ha cambiato in modo importante la propria ossatura. Stante la bacchetta di direttore d’orchestra nelle mani di Wilbekin, nel backcourt i gialli hanno salutato Dorsey, Bryant e Jones rimpiazzandoli con il veterano Nunnally e le scommesse Kenaan Evans-Kameron Taylor. Quest’ultimo sembra avere le carte in regola per rilanciare in alto le ambizioni degli israeliani.
Comboguard di 197 cm, l’americano classe 1994 è uno scorer puro, capace di inventare dal palleggio per sé e per i compagni. Atleticamente si parla di un giocatore sopra la media, letale in campo aperto e sulle linee di passaggio. Nell’ultima stagione ad Amburgo ha collezionato numeri da stella (14.3 punti, 5.3 rimbalzi, 3.4 assist) ma al Maccabi dovrà lavorare sia sulla percentuale da tre punti (34%) che sul limitare le palle perse, tallone d’Achille a giorni alterni. Taylor poi è un giocatore di energia, di grinta, uno di quelli che per entrare nei cuori della “marea gialla” non dovrebbe metterci molto. Potrebbe essere l’X Factor per coach Sfairopoulos.
Josh Nebo – Zalgiris Kaunas
Sarà il vice-Lauvergne in apertura di stagione ma il centro americano un filo undersized (205 cm) ha tutto il necessario per sovvertire le gerarchie e prendersi il palcoscenico che conta in Europa. Classe 1997, prima e unica stagione da professionista trascorsa in Israele all’Hapoel Eliat viaggiando con una doppia doppia di media (13.5 punti e 9.9 rimbalzi), Josh Nebo ha già il telaio per dominare in tutti i pitturati del Vecchio Continente.
Avere in cabina di regia dei maestri nel giocare il pick and roll come Mantas Kalnietis e Lukas Lekavicius non può che esaltarne le doti da tagliante di alto livello. Buon uso di entrambe le mani nei pressi del ferro, in difesa sa comportarsi bene sui cambi e soprattutto nell’arte della stoppata. Dovesse continuare la crescita dalla lunetta (63.7% nella passata annata), ecco che allora i minuti che Schiller concederà a Nebo potrebbero alzarsi notevolmente.
Shabazz Napier – Zenit San Pietroburgo
Sfumata la possibilità di riconfermare Pangos – il canadese è in attesa di una chiamata dalla Stati Uniti o, come piano B, del CSKA e del Partizan -, lo Zenit è corso ai ripari firmando Shabazz Napier, playmaker resosi famoso per i due titoli NCAA vinti da protagonista a Connecticut nel 2011 e soprattutto nel 2014. In NBA ha giocato in totale 342 partite, raggiungendo un minimo di gloria soprattutto a Portland e a Brooklyn.
Napier è alla prima esperienza europea e non gioca da agosto 2020, ossia dall’esperienza nella bolla di Orlando con la canotta degli Washington Wizards. Questo fatto lascia vivo un dubbio riguardo la sua condizione fisica, tutta da testare in un’Eurolega che anche da tale punto di vista mette i giocatori sempre più alle corde. In Europa dovrebbe patire minormente la stazza “alla Pangos” – 185 cm meno muscolosi ma più atletici dell’ex leader dei russi -, potendo così esaltare le proprie infinite abilità nel trovare il fondo della retina. Sulla leadership non dovrebbero esserci problemi, sul playmaking ni, poiché in NBA non è sempre stato impeccabile nell’alternare iniziative personali a passaggi precisi per i compagni. Coach Pascual sa che da Shabazz e dalla sua coabitazione con Ponitka e soprattutto Loyd dipenderanno le sorti dello Zenit.