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Quella che comincerà il 1° ottobre 2020 si preannuncia essere una delle stagioni più competitive che l’Eurolega abbia mai proposto. Ma, sebbene la maggior parte delle 18 squadre partecipanti si siano, chi più, chi meno rafforzate, ci sono 3 team che, sulla carta, si propongono come candidate principali per un posto alle Final Four 2021: Anadolu Efes, Barcellona e CSKA Mosca.
I turchi, reduci da un anno scintillante e da un mercato improntato sulla linea della continuità, sperano di ritrovarsi tra le mani di nuovo lo Shane Larkin formato MVP visto la passata stagione per sperare di agguantare la prima Eurolega della loro storia. I catalani, invece, nonostante la perdita di Delaney e Tomic, ripartono da Nick Calathes in cabina di regia e da Sarunas Jasikevicius in panchina; aggiungendo questi nomi ad un roster già stellare, l’imperativo resta uno solo: vincere. A completare il trio delle favorite c’è il CSKA Mosca, il quale, aggiungendo le “due torri” sotto canestro, Tornike Shengelia e Nikola Milutinov, accanto alla coppia Mike James-Will Clyburn (più il paisà Daniel Hackett), potrebbe diventare addirittura la squadra da battere. Dietro le potenziali top 3, tuttavia, in tante potrebbero indossare le vesti da outsider e occupare lo spot di quarta forza dell’Eurolega. Chi potrebbe essere?
Real e Khimki: all’assalto delle grandi
Le prime quattro squadre qui citate sono quelle (in teoria) con le maggiori possibilità di essere la quarta partecipante alle Final Four.
Il Real Madrid è certamente una delle candidate principali al ruolo di outsider. Perché però non includerla nell’élite della competizione? La risposta ha un nome e cognome: Facundo Campazzo. Con l’argentino diretto negli Stati Uniti per tentare l’avventura in NBA (e dopo aver pagato di tasca propria oltre 5 milioni di dollari di buyout), i Blancos si ritrovano senza la loro guida tecnica ed emotiva. Starà a Llull, Laprovittola e al giovane intrigante Alocen cercare di sostituirlo ma certamente non sarà facile. Da tenere d’occhio il rendimento di Abalde, ala tuttofare acquistata dal Valencia (e possibile sostituto di Deck, anche lui pronto al salto oltreoceano?) e buon fit da affiancare a scorer puri come Thompkins, Causeur, Fernandez, Randolph e al centro Tavares.
Il Khimki riparte dalla conferma per altri tre anni di Alexey Shved, secondo miglior realizzatore della competizione la passata stagione (21.4 punti di media) dietro al solo Larkin, e da un pacchetto lunghi di altissimo livello: a far compagnia a Devin Booker e Jonas Jerebko, ci saranno Greg Monroe e (di nuovo) Jordan Mickey. Se a costoro si aggiungono anche i solidi Jovic, Timma e Bertans, allora per il Khimki i playoff diventano l’obiettivo minimo.
Maccabi e Milano: obiettivo playoff o qualcosa di più?
Dopo un’ottima stagione 2019/20, il Maccabi FOX Tel Aviv si affida ancora una volta al suo leader, Scottie Wilbekin, per puntare in alto, chissà se per le Final Four. Confermati la maggior parte degli americani a roster (Bryant, Dorsey, Stoudemire, Hunter), coach Sfairopoulos non avrà più a disposizione il giovane israeliano Deni Avdija, futura top 5 nel prossimo draft NBA. Nonostante questa perdita potenzialmente pesante, i presupposti per i gialli di Tel Aviv per ricalcare quanto fatto di buono sino all’interruzione causa COVID-19 ci sono tutti. L’aggiunta recente del centro ex Cavs Ante Zizic supporta proprio questa tesi.
Ultima del lotto delle migliori outsider è Milano, che si presenta con 7 nuovi volti nel proprio roster (Delaney, Hines, Shields, LeDay, Datome, Moretti e Punter) e che punta su una rotazione, tra campionato ed Eurolega, a 15 giocatori. Confidando sempre nelle qualità di Messina in panchina, l’Olimpia si affida ad un mix più assortito rispetto alla passata stagione di esperienza e gioventù. Molte delle fortune di Milano dipenderanno da come Sergio Rodriguez e Malcolm Delaney riusciranno a convivere sul parquet senza calpestarsi troppo i piedi. Sembra, però, mancare ancora qualcosa rispetto alle altre contenders, soprattutto in termini di difesa sugli esterni e di talento individuale.
Fenerbahce e Zenit: un nuovo inizio
Le prossime quattro squadre si pongono per ora come le outsider di seconda fascia che dovrebbero realizzare delle vere e proprie imprese sportive per agguantare le Final Four.
Il Fenerbahce si presenta ai nastri di partenza dopo un’estate rivoluzionaria: difatti, dei nomi di rilievo sono rimasti solo De Colo e Vesely (oltre al tiratore Mahmutoglu e all’altro play Westermann) mentre, per tutto il resto, si riparte quasi da zero. La scommessa principale è quella di Igor Kokoshkov, alla prima avventura in Eurolega, in panchina e da lui soprattutto dipenderà il rendimento di un gruppo variegato ed intrigante: Brown, Pierre, Eddie, Ulanovas, Barthel e Hamilton sono attesi al varco di un’esperienza che potrebbe cambiare la loro carriera e il futuro del club.
Lo Zenit quest’estate ha giocato di azzardo: Xavi Pascual avrà a disposizione una serie di star che sembrano aver superato il loro prime (Pangos, Gudaitis, KC Rivers) a fare da complemento a dei giocatori pronti ad esplodere definitivamente (Baron, Poythress, Ponitka, Hollins, Thomas). È una sorta di all-in dei russi, un progetto a breve termine che ha l’obiettivo di mettere definitivamente San Pietroburgo sulla mappa dell’Eurolega. Pagherà questa scelta?
Valencia e Olympiacos: le outsider delle outsider
Il Valencia si conferma una squadra senza primedonne e con un collettivo davvero ben oliato (il merito di ciò va ad un allenatore sottovalutato come Ponsarnau). Ora si tratta di fare un altro salto di qualità: la regia di Hermannsson, i punti di Prepelic e l’esperienza dei due ex-Fener Kalinic e Derrick Williams cercheranno di portare Valencia a dei Playoff che l’anno scorso sono stati solo annusati. Occhio anche al giovane classe 2001 Pradilla, un lungo dal futuro luminoso.
L’Olympiacos, sulla carta, ha preso il posto dell’acerrime rivale, il Panathinaikos, come team greco con più potenziale. Oltre al trio storico ellenico Spanoulis-Papanikolaou-Printezis, colui che rilancerà definitivamente le ambizioni playoff dei biancorossi sarà il figliol prodigo Kostas Sloukas, l’unico della generazione del back-to-back 2012-2013 in grado di poter essere ancora incisivo durante tutto l’arco della stagione. Da testare i nuovi americani Martin e Harrison, due innesti che, al pari di McKissic e Vezenkov potrebbero rivelarsi decisivi per le sorti dei greci.
Insomma, manca ancora più di un mese all’inizio dell’Eurolega versione 2020/21, ma le premesse per una grande stagione ci sono tutte. L’equilibrio la farà da padrone e chissà se queste outsider o addirittura altre ancora (vedi Baskonia, Zalgiris, Stella Rossa) riusciranno a sorprendere i top team e sovvertire i pronostici.