Calciomercato di riparazione: quando si va a peggiorare la squadra

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Per quanto riguarda il calciomercato invernale, la nostra rubrica storica racconterà delle storie divise in tre articoli. Dopo quello sui migliori acquisti del mercato di riparazione, oggi passiamo ad una flop 3 di acquisti di gennaio.

Jardel all’Ancona

Nella stagione 2003/2004 l’Ancona torna a disputare un campionato di Serie A dopo undici anni. I marchigiani subiscono un inizio shoockante nella massima serie italiana. Al termine del girone d’andata hanno solo 5 punti, dopo cinque gare viene esonerato Menichini e viene chiamato Nedo Sonetti, esperto in salvezze. Dopo il girone d’andata salta anche la sua panchina ed al suo posto viene nominato allenatore Galeone.

Nel mercato di riparazione si prende la decisione di intervenire soprattutto per risolvere il problema goal dell’Ancona. Nonostante in rosa siano presenti molti attaccanti come: Poggi, Rapajic, un giovanissimo Pandev, Grabbi, Luiso, Ganz, Bruno, Hubner e Bucchi (miglior marcatore della squadra a fine campionato con soli 5 goal), le reti non arrivano (7 nel girone d’andata e 14 in quello di ritorno).

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Arriva Mario Jardel, gli viene dato il numero 9 di Paolo Poggi, che cambia squadra e sotto al Conero si sogna un’insperabile salvezza. Jardel infatti è stato scarpa d’oro in due anni nel 1999 con il Porto e nel 2002 con lo Sporting Lisbona. In Portogallo tra le due squadre citate ha vinto quattro campionati e per cinque volte la classifica capocannonieri, nel 2002 è stato addirittura MVP del torneo.

La sua fama di goleador varca anche i confini nazionali, è due volte goleador della Champions League nella stagione 1999/2000 con dieci goal e nel 2000/2001 con sette. Nel suo palmares anche una Copa Libertadores vinta con il Gremio (anche in quel caso da capocannoniere 12 goal) ed una Supercoppa Europea con il Galatasaray.

In Italia si presenta notevolmente sovrappeso, dopo la firma lo accompagnano allo stadio per seguire Ancona-Perugia, gli viene data una sciarpa, ma visti i colori sociali identici tra le due tifoserie, Jardel va a salutare il settore ospiti, se il buon giorno si vede dal mattino si capisce che non sarà un percorso semplice il suo. Le gare giocate in Serie A sono tre, le reti realizzate sono zero. La salvezza per l’Ancona resta un miraggio e la stagione termina con l’ultimo posto dei marchigiani.

Batistuta all’Inter

Associare Batistuta ad un flop sembra impossibile. Eppure anche lui fu un acquisto sbagliato. L’argentino in Italia ha scritto la storia vincendo con la Fiorentina una Coppa Italia ed una Supercoppa. L’ossessione per la vittoria dello scudetto lo portò però lontano dall’Arno, alla Roma.

Sensi lo acquista per 70 miliardi, servono le sue reti per vincere il campionato e far tornare la Roma grande. Gabriel concorre alla vittoria dello scudetto 2000/2001 segnando 20 goal, seppur manca molte partite per infortunio. Il fisico ormai non lo sostiene più come una volta, la stagione successiva sono solo 6 le reti messe a referto a fronte di 35 partite giocate (più di quelle del suo primo anno capitolino).

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Alla Roma stanno sbocciando giovani talenti, tra cui soprattutto Cassano che con Totti forma una coppia perfetta, così che per il bomber argentino non c’è forse più spazio. Ci sono altre venti partite condite da sei goal. Dopo di che Sensi decide che il suo percorso alla Roma è finito, lo cede all’Inter ed ad un giornalista che gli chiede informazioni comunica di “aver dato un pacco a Moratti”. Purtroppo le sue parole sono profetiche, Batistuta è l’ombra di sé stesso, l’Inter in campionato è alla prima stagione post Ronaldo.

Moratti ha scelto di seguire il suo allenatore Cuper, che non lo riteneva essenziale, ora però il presidente vuole lo scudetto. In attacco Batistuta ha la concorrenza di Vieri (che sarà capocannoniere al termine del torneo) e Crespo (che ha qualche difficoltà nella sua prima stagione milanese). Gioca dodici partite, molte uscendo dalla panchina, sigla anche due reti, ma non bastano né per portare lo scudetto a Milano né per guadagnarsi il rinnovo del contratto.

Destro al Milan

Mattia Destro è un esempio di giovane promessa, mai rispettata. Nel 2012 è esploso a Siena (12 goal in 30 partite). Questo suo exploit lo portò ad essere acquistato dalla Roma, si pensava sarebbe stato un trampolino di lancio per lui, ma il primo anno fu molto faticoso (solo 6 goal). Si riprese nel 2013/2014 (13 goal in 20 partite giocate). Nella capitale arrivano i primi infortuni importanti e si scopre anche un carattere ombroso di Destro.

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Il terzo campionato con la Roma indispettisce anche i tifosi, Destro sembra indolente e sembra aver voglia di cambiare aria. A gennaio si fionda su di lui il condor Galliani e lo ottiene in prestito per il suo Milan a 500 mila euro con diritto di riscatto a 18 milioni. Destro vuole dare una sterzata alla sua carriera e decide anche di spezzare la maledizione della maglia numero 9 del Milan. Dopo Inzaghi infatti nessuno è stato in grado di gestire la pressione di quella maglietta: Pato, Matri e Fernando Torres non arrivarono in doppia cifra. Destro, neanche, solo 3 goal in quindici partite ed il Milan, che termina decimo il campionato, non esercita il diritto di riscatto.

fonte foto copertina: passioneinter.com

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Pubblicato da Sergio Pannocchia

Laureato in "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" alla Sapienza, è giornalista pubblicista dal 2018. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche nel corso degli anni e fatto esperienza come ufficio stampa nell'Uisp Nazionale. Da sempre è innamorato dello sport, in particolare della NBA con cui ha un rapporto speciale dal 14 giugno 1998.