Finals LBA 2021/22: Lo scudetto è di Milano, Virtus battuta

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L’Olimpia Milano ribalta i favori del pronostico e conquista in casa il suo 29° scudetto. La squadra di Messina si impone 4-2 nella serie con Bologna, sfatando così il tabù Virtus nelle finali. Ai bolognesi non riesce il back to back. I campioni d’Italia, infatti, perdono subito il fattore campo, venendo così condizionati nel proseguo della serie. Le vittorie in gara 2 e 5 tengono momentaneamente a galla i felsinei che subiscono la sconfitta decisiva in gara 6 al Forum. Analizziamo quali sono stati i fattori principali del successo meneghino e del crollo virtussino.

Olimpia Milano

Dominio Olimpia sui due lati del campo

Dopo una gara 1 bloccata dalla tensione, nelle gare successive Milano ha ritrovato fluidità in attacco. Le scarpette rosse, infatti, hanno vinto lo scudetto, riuscendo a trovare una continuità realizzativa mai vista in questa stagione. Shields ha aperto la difesa virtussina con le sue penetrazioni. Fondamentale è stato l’apporto dalla panchina di Grant, Melli e Datome che hanno saputo trascinare la squadra nei momenti cruciali. L’Olimpia ha saputo subito ribaltare il fattore campo, mettendo fine a una striscia di 24 vittorie casalinghe bianconere. La partita decisiva è stata sicuramente gara 3 quando i meneghini hanno avuto due quarti da 30 punti realizzati. Un record nelle finali scudetto! La difesa biancorossa, inoltre, è stata ai limiti della perfezione, tenendo le Vunere sotto gli 85 punti di media stagionali. In gara 1 i bolognesi ne hanno segnati solo 62.

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Chacho Last Dance e l’MVP Shields

Nel raggiungere il ventinovesimo scudetto, un ruolo fondamentale lo hanno avuto Sergio Rodríguez e l’MVP Shields. Il Chacho, alle ultime gare in maglia Olimpia, ha illuminato in gara 1 con i pick and roll ad Hines, confermandosi poi anche in gara 3. Al Forum, infatti, il play spagnolo ha riscritto il record di numero di assist (8) in una partita di finale per un giocatore meneghino. Il danese di Kansas City, nominato MVP della finale, ha dominato in cinque gare su sei, tenendo una media di 15 punti a partita. La pessima prova in gara 5 con 3 punti e 0/9 al tiro è stata ampiamente superata da una prestazione super in gara 6. I suoi 15 punti insieme alle triple di Datome (23 punti) hanno trascinato l’Olimpia al successo.

Virtus Segafredo Bologna

Poco ritmo in attacco e assenza di alternative

I bolognesi sono arrivati scarichi alle finali scudetto. La squadra di Scariolo, infatti, è apparsa stanca per molti tratti della serie. L’arma offensiva principale delle Vunere, il tiro da tre, non ha funzionato. Poco proficuo è stato anche il gioco in area. La lotta ai rimbalzi, infatti, è stata quasi sempre a favore di Milano. Jaiteh ha faticato contro Hines e Melli, riuscendo ad essere decisivo solo in gara 2 e 5. Belinelli e Weems non sono mai entrati in ritmo, venendo spesso sostituiti per le loro scarse percentuali. Teodosić ha incantato solo a tratti, mancando soprattutto in fase realizzativa. Le Vunere hanno viaggiato nettamente sotto gli standard stagionali, pagando spesso le troppe palle perse. Emblematico in tal senso è stato l’ultimo quarto di gara 4 quando le Vunere hanno registrato più palle perse (9) che punti segnati (7).

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Toko, il resto molto poco

Il vero protagonista bianconero di queste finali scudetto è stato Shengelia. La Virtus ha saputo rimanere nella serie grazie alle sue giocate. La sua tecnica e agilità, unita alla capacità di giocare in post basso è stata l’unica soluzione in mano a Sergio Scariolo per superare la difesa milanese. Il georgiano ha fatto vedere tutto il suo talento nonostante le sue pessime percentuali al tiro e le precarie condizioni di salute. Sicuramente di più ci si aspettava da Daniel Hackett. L’ex più atteso ha fatto fatica, brillando solo in gara 3, quando ha segnato 18 punti e subito 11 falli. La Virtus ha pagato soprattutto l’assenza di un gioco di squadra in attacco, forzando troppe volte soluzioni complicate.

Virtus-Milano è stato solo l’ultimo atto della stagione 2021/22. Queste due squadre si affronteranno nuovamente l’anno prossimo anche in Eurolega. Cambieranno i protagonisti ma non lo spettacolo, quello è già assicurato!

 

 

 

 

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Pubblicato da Domenico Barbato

Laureato triennale in relazioni internazionali. Master executive in giornalismo sportivo presso la Gazzetta dello Sport. Allenatore di pallacanestro presso Orpas Milano. Attualmente inserito come FIBA Young Leader nel progetto FIBA Basketball for Good. Crede fortemente che il basket possa migliorare la vita delle persone.