La Segafredo Virtus Bologna vince la UnipolSai Serie A 2020/21 e pensa già al futuro

Virtus Bologna Milano

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Dei playoff perfetti a fare da suggello di una stagione a dir poco da romanzo. Il ritorno di Marco Belinelli dagli Stati Uniti, l’esonero e l’immediato ritorno in panchina di Sasha Djordjevic, la bruciante sconfitta in EuroCup contro Kazan e ora una cavalcata trionfale: 3-0 a Treviso, 3-0 a Brindisi e 4-0 ad un’Olimpia Milano stanca e sorprendentemente arrendevole. La Segafredo Virtus Bologna torna sul tetto d’Italia dopo 20 anni ma comunque, ad una settimana dal successo, pensa già al futuro.

Virtus: nello Scudetto c’è stato tanto di Sasha Djordjevic. E ora con Scariolo?

Neanche il tempo di alzare al cielo il nuovo trofeo della LBA che intorno a Sasha Djordevic già si annidavano domande e dubbi riguardo la prossima stagione. Nello scorso novembre, infatti, il coach serbo aveva pesantemente litigato con il patron Zanetti e l’AD Baraldi, riuscendo a rimanere sulla panchina delle V Nere grazie al suo duo serbo di fiducia (Markovic e Teodosic) e all’appoggio dell’intero team.

Quel tipo di coesione, la Virtus l’ha riproposta sul parquet contro Milano in una finale senza storia. Probabilmente la scintilla è scattata dopo una gara 3 a Treviso vinta al supplementare e con un Pajola stellare. Da quel momento, Djordjevic è stato in grado di far scattare la miccia all’interno della propria squadra. Teodosic, vincitore del premio di MVP delle finali con 15.5 punti e 6 assist di media, ha dominato contro Shields e chiunque avversario gli si mettesse di fronte. Ma quelli che hanno fatto la differenza sono stati i compagni.

Weems, dopo una seconda parte di stagione complicata, è stato perfetto tra attacco e difesa e i suoi 16 punti a partita hanno sorpreso la stessa Olimpia.

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Belinelli ha portato alla causa quello che gli si richiedeva, ossia esperienza e capacità di guidare i compagni nei momenti più difficili; detto fatto, come ha dimostrato nel primo tempo di gara 3 e 4, momenti in cui i bolognesi stavano patendo la pressione.

Markovic ha sostanzialmente chiuso con giocate decisive le due partite a Milano, mostrando leadership e tenacia difensiva.

Pajola è semplicemente inspiegabile. Il ragazzo ha la dinamite nelle gambe e difende per quattro persone. Ha fatto letteralmente impazzire (e innervosire, evento rarissimo) il Chacho Rodriguez nella serie. Direi basta così.

Abass, Ricci ed Alibegovic sono stati gli uomini in più di questa Virtus saliti sul palcoscenico nel momento più importante della stagione. Tutti e tre hanno dato energia, triple, rimbalzi, tanta difesa ed energia contagiosa.

Gamble e Hunter, infine, sono i due centri complementari (talvolta schierati anche contemporaneamente sul parquet) perfetti per qualsiasi gameplan ed eventualità.

Se tutti questi giocatori della Virtus sono scesi sul parquet come fossero le dita di una mano, allora il merito è sicuramente di Sasha Djordjevic. Avvantaggiato dal partire senza pressione, stavolta Bologna ha mostrato tutto il proprio potenziale, facendo capire, ancora di più, quanto contino testa e pressione nello sport. Questa Segafredo avrebbe spazzato via anche Kazan e ora starebbe già pensando a come puntellare il roster per l’Eurolega. Purtroppo, invece, ci si dovrà riprovare l’anno prossimo e senza più coach Djordjevic dalla panchina. Infatti, la dirigenza non ha aspettato neanche 96 ore dalla vittoria dello Scudetto per dargli il ben servito e aprire un nuovo ciclo con (presumibilmente) Sergio Scariolo. L’attuale coach della Spagna dovrebbe firmare un contratto triennale e prendere le chiavi della squadra a 360°. Si prospetta una rivoluzione soprattutto nel reparto stranieri mentre Pajola, Belinelli e forse Ricci sono i pilastri da cui ripartire.

Milano, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Il 4-0 subito da Milano si spiega solo con la presenza della Final Four di Eurolega? E soprattutto, questa stagione sarebbe da valutare in modo positivo o negativo?

I giocatori e Messina sono stati chiari: l’annata è stata strepitosa e rappresenta una solida base per il futuro. Non si può che essere d’accordo. Il traguardo della Final Four vale anche più di uno Scudetto in questo momento storico dell’Olimpia che in Italia ha già vinto campionati, considerando l’ultimo decennio, nel 2014, nel 2016 e nel 2018. Da non dimenticare, inoltre, che Milano ha anche stravinto sia la Supercoppa 2020 che la Coppa Italia 2021.

Lo stesso coach, tuttavia, ha palesato défallainces uomini ed energie in questo rush finale. Perdere una serie così nettamente vuol dire che l’intera organizzazione della stagione italiana non è stata all’altezza di una squadra arrivata terza in Eurolega. Questo risultato raggiunto in Europa potrebbe inoltre aver abbassato le motivazioni in vista della finale Scudetto? Difficile dirlo, però l’intensità di Milano ha pareggiato quella degli avversari solo nel secondo tempo di gara 1 e nel primo tempo di gara 4.

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Tra i giocatori chi ha deluso di più è stato sicuramente Sergio Rodriguez, il più stanco di tutti e mai nella serie. Punter ha inciso a sprazzi e si è auto-eliminato dalle partite commettendo falli su Teodosic. Shields è quello che ha tenuto alta la bandiera dell’Olimpia più di tutti, assieme a Datome. Hines ha alternato momenti celestiali a periodi difficili contro la staticità e i centimetri di Gamble mentre Delaney si è auto-eliminato con un infortunio muscolare.

Più di tutti, però, ha perso Ettore Messina. Tralasciando la sostituzione quantomeno bizzarra di Zach LeDay in Gara 3 con Tarczewski, il coach di Milano ha sottovalutato la Virtus senza praticamente né preparare la serie né reagire alle mosse tattiche dell’avversario. Che sia stato questo per l’Olimpia solo un piccolo incidente di percorso? Vedremo l’anno prossimo, quando tutto il core della squadra (specie quello straniero) resterà invariato.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com