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Francia, estate 2019. Dal 7 giugno al 7 luglio è andato in scena l’ottavo Campionato del Mondo femminile. E l’impressione è che si sia trattato di quello della svolta. L’enorme divario con il calcio dei maschi, da un punto di vista economico e sociale, ha cominciato pian piano ad assottigliarsi, sotto la spinta propulsiva del movimento stesso. Per questo, noi de l’Occhio Sportivo abbiamo deciso di dare, nel nostro piccolo, ulteriore visibilità al mondo del calcio femminile, di cui ci occuperemo interamente nella stagione che verrà.
Un mondiale da record
E’stato un Campionato del Mondo senza precedenti, quello andato in scena nella terra d’Oltralpe. L’attenzione mediatica intorno a questo evento ha superato di gran lunga tutte le manifestazioni calcistiche femminili disputate fino ad oggi. Il grido unanime delle calciatrici, che chiedevano maggiori diritti, è stato parzialmente accolto, sia dalla FIFA che dai media. E’stato il Mondiale con più spettatori paganti, quello, almeno per quanto riguarda il Belpaese, trasmesso per la prima volta in chiaro sulla Rai. E’stato il Mondiale degli Stati Uniti, che hanno difeso il titolo conquistato 4 anni fa. Ma soprattutto, è stato il Mondiale di tutte le atlete, che da oggi vedranno il mondo del pallone un po’ piu roseo.
Verso il professionismo
Come detto in precedenza, l’estate 2019 ha rappresentato uno spartiacque importantissimo per le quote rose nel calcio. E anche l’Italia sta cercando finalmente di allinearsi all’elite europeo. Già da un po’ di tempo si percepivano segnali positivi da questo punto di vista: la FIGC ha rilevato dalla LDN l’organizzazione dei campionati di Serie A e Serie B, e Sky ha acquistato i diritti della Serie A. Purtroppo fino ad oggi il calcio femminile ha sempre avuto la considerazione di attività dilettantistica. Con la paradossale conseguenza per cui le atlete italiane, che spendono il medesimo tempo dei loro colleghi uomini ad allenarsi, non sono riconosciute come professioniste. Precisamente, per gli atleti considerati dilettanti, gli accordi non possono prevedere uno stipendio mensile ma solo un rimborso spese. Spesso non è prevista un’assicurazione sanitaria, se non per volontà dell’atleta che stipula un’assicurazione personale; in caso di infortunio le spese per cure e riabilitazione sono a carico dell’atleta. Non è previsto il pagamento dei contributi pensionistici e non vi è tutela in caso di maternità ed invalidità. Un sistema, questo, che va profondamente cambiato, e che ha la possibilità di farlo solo dando al calcio femminile lo stesso spazio di quello maschile.
La Serie A che verrà
E’ pronto a ripartite tra poco più di un mese, il 14 settembre, il Campionato femminile di Serie A. Lo splendido percorso delle Azzurre ai Mondiali, con lo storico traguardo dei quarti di finale, ha dato maggior visibilità e credibilità al movimento italiano. Che ora vede 12 squadre pronte a sfidarsi e dare la caccia alla Juventus campione in carica. Insieme alle appena citate bianconere ci saranno altre big: Fiorentina, Inter, Milan e Roma, oltre ad una serie di piccole realtà pronte a sorprendere. Dunque, un campionato che si preannuncia avvincente, e che noi seguiremo per intero per regalarvi le emozioni del calcio rosa.