Dinastie NBA: i Miami Heat

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Continua la nostra rubrica dedicata alle migliori franchigie che hanno fatto la storia della palla a spicchi americana. Ripercorriamo oggi la storia recente dei Miami Heat, dal titolo del 2006 con protagonista Dwyane Wade, all’apice della sua carriera, al back-to-back con l’arrivo di LeBron James e Chris Bosh. Scopriamo meglio come è arrivata la franchigia della Florida in vetta alla NBA.

Il primo titolo: stagione 2005-06

I Miami Heat, fondati nel 1988, sono una delle dinastie più recenti della NBA moderna. I primi anni nella lega americana non furono affatto facili per la squadra di South Beach. Inseriti inizialmente nella Midwest Division della Western Conference (con viaggi molto lunghi) e successivamente spostati ad Est con i Celtics, i Knicks e i 76ers, gli Heat riuscirono a raggiungere i primi playoff nella stagione 1991-92 dove furono eliminati dai Chicago Bulls.

Dopo aver scambiato la stella emergente Glen Rice, il simbolo di Miami diventò Alonzo Morning. Il centro, proveniente dai Charlotte Hornets, costituì in pochi anni con Tim Hardaway una delle coppie più importanti del campionato americano. Seguirono anni di successi e di molte postseason conquistate, ma non arrivò nessun titolo e con il passare delle stagioni gli Heat tornarono a faticare. Al draft del 2003, però, cambiò tutto. Alla quinta chiamata la franchigia scelse Dwyane Wade da Marquette University, il quale cambiò il destino di Miami e dei suoi tifosi.

Stephen Dunn/Getty Images

Nell’estate del 2004 arrivò dai Lakers Shaquille O’Neal ma la sua presenza sotto le plance non bastò per garantire il primo titolo. La squadra infatti fu eliminata dai campioni in carica dei Detroit Pistons che sconfissero Wade e compagni in una cruciale gara 7. Il nuovo assalto all’anello NBA fu fatto la stagione successiva che vide un cambio in corsa in panchina con il ritorno di Pat Riley come head coach e molti nuovi inserimenti come Posey, Walker, Payton, Jason Williams e il ritorno di Alonzo Morning. Dopo aver chiuso la regular season con un record di 52 vittorie e 30 sconfitte, secondo miglior record della Eastern Conference dietro i Detroit Pistons, Miami si impose al primo turno contro i Bulls e al secondo sui Nets. In finale di conference rincontrarono la squadra di Flip Saunders ma questa volta il risultato fu diverso.

Alle prime Finals davanti a loro c’erano i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, favoriti al titolo dopo la cavalcata ai playoff che li aveva visti eliminare Memphis, San Antonio e Suns. La serie parte in salita per gli Heat che perdono le prime due partite a Dallas e si vedono costretti a rimontare. Gara 3 è il match della svolta per Miami che riesce a recuperare uno svantaggio consistente negli ultimi dodici minuti grazie a uno strepitoso Wade il quale chiuderà la partita con 42 punti a referto. Pareggiata la serie con una perentoria vittoria, Miami conquista anche gara 5 con un successo al supplementare e nell’ultima partita riesce a espugnare il campo dei Mavericks con il tiro da tre di Terry che si scontra sul ferro, decretando il primo titolo alla squadra della Florida con Wade che alza il trofeo di MVP delle finali.

Il secondo titolo: stagione 2011-2012

La squadra campione in carica del 2005-2006 in pochi anni non riesce più a confermarsi e, a causa di infortuni, scambi e scelte al draft non perfetti, i Miami tornano a faticare nonostante la presenza di Dwyane Wade. Le carte sul tavolo cambiano nuovamente durante l’estate del 2010 quando LeBron James e Chris Bosh decidono di muoversi a South Beach formando con la stella degli Heat i Big Three della NBA. La prima stagione vede Miami subito protagonista con una regular season da 58 vittorie e 24 sconfitte. Ai playoff sconfiggono agevolmente Philadelphia, Boston e Chicago e approdano alle NBA Finals. La seconda apparizione all’ultimo step per l’anello è nuovamente contro i Dallas Mavericks. Questa volta, però, l’esito è diverso. Nowitzki e compagni giocano ogni partita come fosse l’ultima e si aggiudicano il loro primo titolo NBA vincendo per 4 a 2 la serie.

Ronald Martinez/Getty Images

La stagione 2011-2012 è contraddistinta dal lockout che porta le franchigie NBA a disputare meno partite in regular season. Nonostante questo, come prevedibile, i Miami rimangono ai piani alti del campionato americano e ritornano a caccia del secondo titolo. Il percorso in postseason è simile all’anno precedente, almeno fino alla finale della Eastern Conference. Di fronte a loro ci sono i Boston Celtics, pronti a dar filo da torcere ai loro rivali. Subito sotto 2 a 0, la squadra di Doc Rivers vince tre gare consecutive e si porta sul 3 a 2 nella serie. Proprio però sul match point, Boston non completa l’opera facendosi rimontare e perdendo 4 a 3 la finale di conference.

In finale, gli Heat si scontrano con gli Oklahoma City Thunder del trio Durant – Westbrook – Harden. Il copione è unico: dopo aver vinto la prima partita, i Thunder non riescono ad arginare lo strapotere dei Big Three di Miami che si impongono nelle successive gare, vincendo il secondo titolo NBA (LeBron James MVP delle Finals) con un perentorio 4 a 1.

Il terzo titolo: stagione 2012-2013

Difficile per una squadra ripetersi per due anni consecutivi. Poche nella storia della lega sono riuscite a compiere questa impresa. Una di queste è rappresentata dai Miami Heat. La stagione 2012-2013 li vede nuovamente protagonisti con un Ray Allen in più, acquistato durante il mercato estivo. LeBron trascina il team a un impressionante record di 66 vittorie e 16 sconfitte, chiudendo la stagione regolare con il miglior record della NBA. Ai playoff la musica è la stessa degli anni precedenti: vittorie contro i Bucks e i Bulls nei primi due turni e vittoria, sofferta in gara 7, contro gli Indiana Pacers. In finale, questa volta ad aspettarli ci sono i San Antonio Spurs.

Kevin C. Cox

La squadra texana è ben differente dagli inesperti OKC della stagione scorsa e pronta ad affrontare una finale NBA. Quello a cui assistiamo è uno dei più bei scontri degli ultimi anni: Duncan e compagni si impongono in gara 1, i Big Three a gara 4. San Antonio si porta sul 3 a 2 e all’inizio dell’ultimo quarto di gara 6 conduce il match. Quello che succede negli ultimi secondi decreta i vincitori NBA delle Finals 2013. Sotto di tre punti e con gli Spurs che non commettono fallo, Allen mette la tripla più importante della sua carriera che manda la partita all’overtime. Miami si impone per 103 a 100 forzando gara 7. L’ultimo atto è un equilibrio continuo che vede gli Heat avere la meglio negli ultimi dodici minuti e conquistare di fatto il terzo titolo NBA della loro storia con LeBron James eletto MVP delle Finals per la seconda volta consecutiva.

La foto copertina è di Bob Metelus.

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Pubblicato da Sergio Pannocchia

Laureato in "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" alla Sapienza, è giornalista pubblicista dal 2018. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche nel corso degli anni e fatto esperienza come ufficio stampa nell'Uisp Nazionale. Da sempre è innamorato dello sport, in particolare della NBA con cui ha un rapporto speciale dal 14 giugno 1998.