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Mezzanotte del 19 Aprile 2021, già nel giorno precedente avevamo avuto delle indiscrezioni trapelate dal Corriere dello Sport. Boutade o realtà? Non ci era dato sapere, certo spesso avevamo letto la possibilità di una Superlega europea di calcio, era dalla fine degli anni ’90 che se ne era iniziato a parlare. Ma sembrava il solito braccio di ferro tra i grandi club europei e la UEFA per organizzare ed amministrare lo sport più popolare al mondo.
Tanto tuonò che alla fine piovve
Avevamo anche capito però che questa volta qualcosa era diverso, si parlava già di TV (DAZN), pronte ad acquistare i diritti per la trasmissione di questa nuova Coppa. E così a mezzanotte, per motivi legati ai titoli in borsa di alcune delle squadre coinvolte, a quell’ora chiuse (esempio il titolo in borsa della Juventus che all’apertura il 19 registrava un +8,5%), è arrivato l’annuncio che ha scosso, come una detonazione, il mondo del calcio. 12 club tra i migliori al mondo (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Tottenham, Liverpool, Juventus, Milan, Inter, Real Madrid, Barcellona ed Atletico Madrid) annunciavano la creazione di una Superlega con 15 squadre definite membri fondatori, sempre presenti nella stessa e 5 squadre che si qualificheranno ogni anno in base alle posizioni nei 5 big campionati europei (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1).

3 grandi team rinunciavano invece, almeno momentaneamente, al progetto ed all’essere quindi membri fondatori (ovvero Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Paris Saint Germain). Addirittura il comunicato arrivava controbollato dalla Superlega e si inaugurava il sito web ufficiale ed i canali social della nuova Coppa e di questa organizzazione di cui fino a pochi minuti prima nulla si sapeva. A seguito di ciò, quasi in contemporanea, arrivavano i comunicati ufficiali anche di tutte le società coinvolte.
Le reazioni
Già nel pomeriggio precedente al comunicato si erano schierati contro la Superlega sia politici esteri (Macron e Boris Johnson su tutti) ed italiani (Letta). Poi anche alcuni ex-giocatori si sono apertamente detti schifati dall’idea e dall’aver visto le proprie ex squadre coinvolte in questa organizzazione, in particolare Gary Neville per anni capitano del Manchester United che ha detto: “Sono un tifoso del Manchester United da 40 anni ma sono disgustato. E sono disgustato in particolare dal mio Manchester United e dal Liverpool. Voglio dire, il Liverpool è il club del “You’ll Never Walk Alone”, il “Fans Club” o il “The People’s Club”, e poi il Manchester United, creato da gente nata e cresciuta attorno a Old Trafford più di 100 anni fa, e vogliono entrare in un torneo senza competizione, dal quale non puoi essere retrocesso. È una vergogna. Dobbiamo rivedere il potere calcistico in questo paese, partendo dai club che dominano e comandano la Premier League, incluso il mio club, il Manchester United. Quello che stiamo vedendo è semplice avidità, nient’altro. I proprietari dello United, del Liverpool, del City o del Chelsea sono degli impostori, non hanno niente a che vedere con il calcio in Inghilterra. Questo paese ha più di 150 anni di storia calcisticamente parlando, a partire dai tifosi di questi club che per decadi hanno tifato e supportato la loro squadra in qualsiasi situazione. E sono loro che vanno protetti.”

Infine nella giornata di lunedì arrivava la condanna anche dei tifosi, già forte il tam tam mediatico sui social e poi con alcuni di loro attivi anche realmente, come i tifosi del Liverpool che appendevano di fronte ad Anfield Road uno striscione con scritto: “Shame on you R.I.P. Liverpool FC 1892-2021”. Come a sancire una rottura anche con i propri tifosi che darebbero per morta la loro squadra all’interno di questo progetto.
Risposta UEFA
La UEFA ha deciso il pugno duro contro questi 12 club ed anche con chi vorrà sposare il loro progetto. Tutte le squadre della Superlega saranno escluse dalle competizioni UEFA (Champions ed Europa League). I giocatori non saranno eleggibili per i tornei delle nazionali calcistiche (Europei e Mondiali).
Aleksander Ceferin (presidente UEFA) ha così commentato: “Credo che la proposta della Superlega equivalga a sputare nel viso a tutti quelli che lavorano nel calcio, a chi ama il calcio. Facciamo appello a tutti, ai fan, ai media, ai politici e agli organi di governo del calcio di unirsi a noi per non far sì che questo piano diventi realtà”.
La Federazione è anche andata avanti presentando qualche ora dopo il nuovo format della Champions League, in realtà molto simile alla Superlega, ma meritocratico, perché le squadre si qualificherebbero in base ai piazzamenti della stagione precedente e non per diritto di sangue.
In Italia
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, anche si è detto contrario al progetto: “Il calcio è dei tifosi. L’unica riforma percorribile è quella nata dalla proposta Uefa sulla Champions, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso per il calcio europeo, l’adesione a questo progetto pone gli stessi club fuori dal contesto riconosciuto dalla Fifa”.

Lunedì c’è anche stata una riunione della Lega di Serie A, ma i rappresentanti di Juventus, Milan ed Inter si sono presentati solamente più tardi. La UEFA ha dato ad ogni Federazione la possibilità di scegliere se escludere o meno queste squadre dal torneo domestico.
Cosa accadrà
Non si può dirlo di certo. Una guerra però, seppur politica, è iniziata. Un armistizio potrà esserci, ma sembra possa arrivare solo e soltanto sul piano legale. La UEFA ha pronto un ricorso da 60 miliardi di euro. I club della Superlega anche si stanno attrezzando sul piano legale per non essere estromessi, quanto meno dai propri campionati nazionali, avendo loro stessi invece deciso di rinunciare a Champions ed Europa League, ponendo il calendario della Superlega proprio in contemporanea con le partite dei tornei UEFA. In mezzo noi tifosi, da un lato affascinati dalla possibile nuova competizione, ma dall’altro consci che sotto il profilo etico ci sia qualcosa di totalmente sbagliato. Levare la possibilità di sognare, levare la possibilità di vedere una favola tipo quella del Leicester recente, che tanti ha appassionato e per l’ennesima volta svilire lo spettatore a mero consumatore di un prodotto, che sempre di più si avvicina allo sport americano, ma sempre più si allontana al pomeriggio tra amici passato a tirare calci ad un pallone con le porte fatte appoggiando gli zaini sul terreno.
Ci attende l’estate forse più calda di sempre sotto questo punto di vista, perché presumibilmente, mentre i giocatori più forti saranno in campo, forse per l’ultima volta, con le maglie delle squadre nazionali per europei e coppa america, sui tavoli della giustizia sportiva si cercherà di far morire questo progetto prima ancora di farlo nascere o di trovare un modo più soft, anche se in questo momento sembra impensabile, per farlo convivere con competizioni UEFA e tornei nazionali.