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C’è stato solo un addio in estate (quello di Sanli, avvenuto non a cuor leggero) e questo non può che considerarli, ancora una volta, come pretendenti alla Final Four. Ma per l’Anadolu Efes Istanbul non sarà un viaggio in carrozza quello che dovrebbe portarli verso Berlino, come ha dimostrato la netta sconfitta – ben più del -13 conclusivo – sul campo del Real Madrid.
Up: affinità alle stelle e talento in abbondanza sugli esterni
Avendo cambiato così poco in estate, è chiaro che l’Efes punterà sulla forza di un gruppo che si conosce a menadito ormai da tre stagioni. Molto passerà dalle penetrazioni e dagli 1vs1 degli esterni Beaubois, Micic e Larkin, quest’ultimo apparso in gran forma atletica a Madrid. Sarà cruciale ancora Simon in determinati frangenti della partita con le sue uscite “a ricciolo” mentre Singleton e Moerman sanno perfettamente come eseguire delle efficaci rotazioni tra attacco e difesa. Nel reparto centri, invece, Ataman sta ancora sperimentando la possibile alchimia migliore.
L’altro straordinario punto forte dell’Efes è il talento complessivo delle sue guardie, probabilmente il più elevato nel panorama europeo. Micic, Larkin e Beaubois – unita a qualche invenzione di Simon – sono tutti superbi giocatori di 1vs1, sebbene ognuno con caratteristiche diverse. Il francese è più tiratore sugli scarichi o dal palleggio dopo un consegnato (i blocchi di Dunston lo agevolano moltissimo), il naturalizzato turco ha un primo passo impareggiabile e dal pick and roll non esiste un difensore in grado di stare sempre tra lui e il canestro, mentre l’MVP in carica è un’altra arma totale con maggiore playmaking e abilità nel concludere nei pressi del ferro. Queste piccole sfumature di talento permettono all’Efes di incastrare tutti i pezzi del puzzle e puntare di nuovo all’obiettivo grosso.
Down: lacune in difesa e il sentirsi appagati
La mancanza di Sanli si è avvertita già nella 1ª giornata contro il Real: Bryant Dunston, infatti, non ha più l’esplosività dei tempi andati e ha subìto pesantemente i lob per Tavares e Poirier mentre Pleiss fatica a reggere l’atletismo e i ritmi dei top team d’Eurolega. Inoltre Larkin, nonostante sembri aver recuperato un’esplosività di gambe straordinaria, è ancora nella fase in cui non vuole tenere nessun 1vs1, missmatch o pariruolo che siano.
A ciò si collega il fattore carta d’identità: Dunston ha 35 anni, Simon 36 (e i suoi deficit difensivi sono sempre più difficili da nascondere), Pleiss 32 ma con noti problemi alle ginocchia, Beuabois va per i 35, Moerman è oltre i 33. Per quanto Ataman possa allungare le rotazioni con i turchi Gazi, Gecim o Tuncer, questo kilometraggio potrebbe farsi sentire al lungo andare.
Capitolo a parte merita invece Micic, apparso indietro di condizione contro il Real e mai capace di inventare costantemente dal palleggio. Il serbo in estate avrebbe firmato un triennale da 17 milioni di euro (Ataman ha smentito dicendo che non si è andati oltre i 7 ma le cifre scritte sui contratti sono sempre difficili da scoprire) rinunciando ad avances del CSKA e soprattutto della NBA. Sarà motivato ancora per fare bene? Quanto gli ci vorrà per riprendere le redini della squadra? La sfida di venerdì proprio contro i moscoviti potrà dare una prima risposta a queste domande.
Player Focus – Filip Petrusev
Classe 2000, il lungo di 211 cm cresciuto nel Partizan è l’unico acquisto estivo dell’Efes e giocatore che può smuovere gli equilibri dei campioni in carica. È al debutto in Eurolega dopo una stagione da MVP al Mega Belgrado (23.5 punti di media in Lega Adriatica) e il precedente biennio al prestigioso college di Gonzaga negli States.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, Petrusev è molto diverso dal predecessore Sanli. Molto più atletico e dinamico, il serbo ha una varietà di soluzioni tecniche con la palla in mano davvero impressionanti. Qualcosina lo ha già messo in mostra contro Tavares la passata settimana, come la finta di consegnato e la conseguente partenza al ferro o la pulizia del movimento di tiro (attenzione perché anche da tre punti può essere sempre più una minaccia). In situazioni di taglio, Petrusev è eccezionale nel chiudere sia di destra che di sinistra, oltre ad avere un sapiente uso delle finte.
Petrusev had many problems in D in boxing-out Tavares and Poirier while in PnR situations, he didn’t protect the rim well (but there are also #Efes problems from weak side). He has also to improve his screens
But offensively he’s so intriguing #Euroleague pic.twitter.com/ehDUj9LMxm
— Matteo Puzzuoli (@MatteoPuzzuoli) October 1, 2021
Come repertorio personale il ventunenne è già un bell’upgrade rispetto a Sanli. Al serbo, tuttavia, manca la solidità difensiva che il turco ha dimostrato soprattutto l’anno passato. Il numero 33 ha buoni tempi di aiuto ma fatica a reggere i contatti anche di esterni con meno chili e centimetri. Contro il Real, poi, ha spesso sbagliato posizione in contenimento sul pick and roll, subendo così un’infinità di alley-oop conclusi efficacemente da Poirier e Tavares. Ataman non la ha ancora esposto a cambi difensivi frequenti contro i piccoli, conscio che la mobilità laterale deve ancora essere affinata.
In attacco, Petrusev deve ancora migliorare la qualità dei blocchi, a maggior ragione in un gioco come quello dell’Efes basato su un numero esorbitante di pick and roll centrali o da consegnato. Perciò, Filip dovrà lavorare sulla propria muscolatura e permettere a Micic e Larkin di sbizzarrirsi in penetrazione. Insomma, Ataman ha un bel gioiellino tra le mani e ora starà a lui valorizzarlo a dovere nelle prossime stagioni.