Euroleague 2021/22 – Team Focus: AS Monaco

Monaco

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La scalata del Monaco fino ai vertici dell’Eurolega è stata impetuosa. In meno di un decennio il club del Principato è passato dalla terza lega francese alla massima competizione europea, accrescendo costantemente budget e ambizioni. Ma l’obiettivo playoff – momentaneamente alla portata (8° posto in classifica con record di 13-13) e che varrebbe la successiva conferma per l’Eurolega 2021/22 – è davvero raggiungibile?

Up: stelle di altissimo livello e attacco spettacolare

Quello che fa impressione del Monaco è il talento individuale delle stelle, di Mike James su tutti. L’ex CSKA ha chiaramente in mano il pallino della squadra e sta viaggiando a 16.1 punti (5° in tutta l’Eurolega dietro Mirotic e Micic) e 5.9 assist di media (alle spalle solo di Lorenzo Brown). Con il passaggio dalla gestione Mitrovic a Obradovic, James è più libero da schemi e riesce a fare una gran differenza con l’incredibile capacità di leggere i raddoppi e di mettere in ritmo i compagni (sottovalutatissimi i suoi skip pass). L’altro faro della squadra è Dwayne Bacon (13.9 punti di media), ala arrivata dalla NBA e subito rivelatosi uno dei migliori giocatori in 1vs1 del torneo: sa segnare in qualsiasi modo e contro qualunque avversario, nonostante abbia ancora palesi limiti nel passaggio.

Con due stelle di questo tipo, il gioco si sviluppa poi di conseguenza. Centrali nel sistema sono le abilità di passaggio di Donatas Motiejunas e Will Thomas (giocatore spremuto nello spot di 4 e molto più affidabile di Motum o Boutsiele sulle due metà campo), abili nel concentrare le attenzioni della difesa su di loro per poi riaprire verso l’esterno. Considerando, inoltre, la presenza di esterni atletici come Alpha Diallo e Yakuba Ouattara e di creatori dal palleggio come Danilo Andjusic e Paris Lee ecco spiegato il primo posto nel pace (71.1 possessi a partita, davanti a Efes e Real Madrid) e il terzo miglior attacco del torneo (114.3 punti segnati su 100 possessi dietro solo a Barcellona e CSKA).

Down: difesa con chiari punti deboli e blackout durante le partite

Ma non è tutto oro quel che luccica. Avendo così tanti giocatori offensive oriented (James, Bacon ma anche Motiejunas, Andjusic, Lee), il Monaco pecca nella difesa in 1vs1 e nelle rotazioni dal lato debole. L’8° posto in una classifica generale stretta quanto ancora instabile si spiega con un defensive rating decisamente elevato (113.1 punti subiti su 100 possessi, il 13° del torneo e meglio solo di squadre ben lontane dal treno playoff).

Il dipendere da giocatori terribilmente efficaci in isolamento porta di conseguenza ad annegare nelle difficoltà nel caso in cui le star non riescano a trovare la via del canestro. Passando da Mitrovic a Obradovic in panchina, inoltre, le stelle della squadra sono ancora più libere da vincoli tattici e ciò li avvicina ulteriormente ad una squadra NBA, da questo punto di vista. Tante individualità, oliate a giorni alterni, ma gruppo decisamente imprevedibile anche per Real Madrid o Barcellona del caso (che hanno sudato le proverbiali sette camicie per batterli al supplementare).

Player Focus: Alpha Diallo

Classe 1997, nativo di New York e con sangue guineense nelle vene, Alpha Diallo è uno dei gioiellini di casa Monaco. Uscito da un quadriennio in costante ascesa al college di Providence, Diallo è reduce da un’ottima prima stagione da professionista in Grecia al Lavrio. Assieme a Tyson Carter (attualmente allo Zenit), è stato il principale trascinatore dei gialloblu nella grande cavalcata 2020/21 in campionato greco, chiusa in finale con il k.o. contro il ben più blasonato Panathinaikos.

Proprio i verdi di Atene sembravano essere i principali candidati ad assicurarselo in estate, prima dell’accelerata nelle trattative data dai monegaschi. Passando da Mitrovic a Obradovic, il suo ruolo non è cambiato molto, dato che si parla principalmente di un “3&D” ma molto più completo di quello che possa sembrare. Diallo nasce come ala piccola (201 cm x 95 kg) ma si trova benissimo a coprire anche lo spot di guardia prendendo in marcatura le star avversarie. Le gambe sono davvero potenti e l’esplosività è da Eurolega d’élite. Inoltre, raramente il numero 11 incappa in problemi di falli, nonostante gli oneri affidategli nella propria metà campo: ciò è simbolo dell’importante IQ cestistico e dell’affidabilità di un giocatore del genere.

In attacco è rapidissimo a correre in contropiede, finire forte al ferro, tagliare dal lato debole e battere sul primo passo gli avversari di qualunque taglia. Diallo, tuttavia, non è un tiratore naturale, la shooting form non è ancora troppo fluida (36.7% da tre in stagione) e le sue abilità da passatore, specie in penetrazione, possono decisamente migliorare. Ma, avendo 25 anni, di questo giocatore ne sentiremo ancora parlare e parecchio, magari proprio in un top team europeo.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com