Eurolega 2022/23 – Team Focus: Emporio Armani Milano

Tempo di lettura: 8 min

Nuovo Team Focus dedicato all’Emporio Armani Milano. 3 vittorie sudate a Lione, Belgrado ed in Baviera poi 9 sconfitte consecutive prima dei successi contro Stella Rossa e Monaco. La stagione dell’Olimpia in Eurolega non è certo partita come tutti i tifosi si aspettavano. La squadra di Messina ha cambiato alcuni dei suoi interpreti principali, sostituendoli con altri pezzi da novanta che fino ad oggi non hanno reso. In regia per sostituire i partenti Rodríguez e Delaney, sono arrivati Mitrou-Long e Pangos. Tra le guardie i volti nuovi sono Tonut e Baron. Tra gli esterni spazio a Deshaun Thomas, Voigtmann e Luwawu-Cabarrot. Sotto le plance Davies ha rimpiazzato Tarczewski nel ruolo di vice Hines. Insomma, una squadra con tanto talento diffuso che sembra però lontana dal ritornare ai playoff.

Up: Coppie intriganti di lunghi e tiratori micidiali dalla panchina

Autodesk Autocad 2013 Crack quest’anno ha sicuramente una rosa più profonda dell’anno scorso. Messina ha disposizione diverse soluzioni di gioco soprattutto nel pitturato. Molti dei lunghi, infatti, possono ricoprire diversi ruoli. Nei primi impegni Messina ha provato a utilizzare Voigtmann e Melli insieme, ottenendo dei buoni risultati. Le abilità balistiche da fuori e l’attacco al canestro del tedesco lo rendono un 3 atipico. L’italiano invece tende ad essere più statico, giocando spesso in post basso e creando spazio per i compagni come un vero 4. Ruoli invertiti in difesa dove il secondo riesce a tenere meglio le penetrazioni degli esterni come un 3. Il primo invece fa fatica a chiudere sulle accelerazioni avversarie, risultando più utile a contenimento del canestro. Ad alternarsi nel ruolo di centro ci sono invece Hines e Davies, anche se ultimamente Messina li sta provando in diverse soluzioni tattiche. A volte in campo sono presenti tre lunghi insieme.

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Messina sta cercando di allargare le rotazioni. In questo senso fondamentale è la panchina lunga. La nota positiva di Milano in questo drammatico inizio stagione è sicuramente Naz Mitrou-Long. L’ex Brescia, all’esordio in Eurolega, sta viaggiando con cifre importanti. 10.4 punti e 2.4 assist di media, partendo spesso dalla panchina. Il canadese è un giocatore di strappi. Dà vantaggi sul piano offensivo, meno su quello difensivo. Baron è invece un micidiale tiratore sugli scarichi. L’americano una volta innescato non si ferma più. Alcune delle vittorie milanesi quest’anno sono arrivate dalle sue triple. Memorabile quella allo scadere contro il Bayern e quelle decisive contro il Monaco. Sul fronte italiani, Baldasso, con l’assenza di Pangos, sta cercando di guadagnare minuti. Sgomita per più spazio anche Tonut, diventato un vero specialista difensivo con Messina. Datome e Ricci sono sempre pronti a dare il loro contributo quando chiamati in causa.

Down: Infortuni, assenza di alternative nel playmaking e pessime percentuali

Milano, come lo scorso anno, è stata martoriata dagli infortuni che l’hanno privata di alcuni giocatori importanti durante questo inizio di stagione. Il primo a fermarsi è stato Naz Mitrou-Long. Il canadese ha saltato i primi match di Eurolega, ritornando operativo solo nel mese di novembre. Poi è stata la volta di Shavon Shields. Per il “danese di Kansas City” lesione tendinea e rientro previsto per inizio 2023. Per sostituirlo nel breve la società ha acquistato Luwawu-Cabarrot, ottenendo delle discrete risposte dal francese. Problemi anche per Baron, assente per qualche settimana a causa di una lesione al bicipite femorale. Stop agli adduttori per Tonut e qualche malessere di natura fisica per Datome e Baldasso prima del k.o. di Pangos. Il playmaker dovrà stare fuori ancora un mese per la lesione parziale del crociato. Insomma, in questo delicato avvio di stagione, Messina non ha mai avuto la rosa al completo.

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Nel backcourt Milano non sembra così coperta come lo scorso anno. L’addio del “Chacho” è stato doloroso. Pangos non ha brillato soprattutto nella creazione di gioco. Mitrou-Long invece pare più una guardia che un play. Baldasso ha poca esperienza europea. Con l’infortunio di Pangos, sarà Hall a spartirsi i possessi insieme a Mitrou-Long. L’americano però non sembra più quello visto la scorsa stagione, soprattutto per il suo rendimento troppo discontinuo. A livello tecnico non convince neanche la scelta di Deshaun Thomas in ala piccola. La poca mobilità dell’esterno americano ne sconsiglia l’utilizzo in quel ruolo. Sotto canestro Davies fatica ad avere continuità, mal innescato dai compagni. L’Olimpia anche quest’anno è la miglior difesa dell’Eurolega (74 punti concessi a gara) ma il peggiore attacco (69 fatti). In fase offensiva i giocatori spesso rinunciano alla soluzione più facile, scegliendo tiri troppo contestati. Questione di fiducia ma anche di ritmo.

Player Focus: Nicolò Melli

In questo difficile avvio di stagione europea milanese, uno dei pochi giocatori a brillare è Nicolò Melli.

All’undicesima stagione in Eurolega, Melli è un veterano della competizione. Il reggiano è dodicesimo nella classifica All-time dei rimbalzi con 1257, dietro al compagno di squadra Hines, terzo con 1712.

Partito dalle giovanili della Reggiana, Nick si fa subito notare per il suo talento, guadagnandosi la chiamata dell’Olimpia. Dopo un prestito a Pesaro, torna a Milano, vi rimane per quattro stagioni, vincendo contro Siena il primo scudetto dell’era Armani. Svincolandosi nel 2015 dai meneghini, Melli decide di crescere, intraprendendo una nuova sfida all’estero. Sceglie il Bamberg e guidato da Trinchieri diventa un “professore” del post basso, migliorando notevolmente anche negli assists. In Eurolega trascina il Bamberg solo fino alle Top 16, vincendo però 2 campionati tedeschi, 1 coppa di Germania e 1 supercoppa. Al termine della stagione finisce nel secondo quintetto dell’Eurolega.

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Alla sua porta iniziano a bussare vari club NBA, ma lui sceglie il Fenerbahçe per continuare a crescere. Agli ordini di Obradović e insieme a Vesely come centro migliora nel gioco senza palla. La sua evoluzione come ala grande gli permette di acquisire anche fiducia da fuori. 40% da tre nelle due stagioni con il Fener, culminate con la Final Four di Belgrado. Nella finale con il Real Madrid, Melli segna 28 punti ma non basta. È lui il miglior marcatore ma sono i galacticos a trionfare. Il reggiano chiude l’esperienza sul Bosforo e tenta l’avventura oltreoceano. Nell’anno e mezzo in NBA viene poco considerato. Nel 2021 Nick decide così di ripartire da Milano. Con la fascia di capitano al braccio conquista il ventinovesimo scudetto contro Bologna. In Eurolega invece il cammino milanese si interrompe a un passo dalle Final Four, con il suo brutto infortunio nella serie con l’Efes.

Nonostante il disastroso avvio di stagione meneghino, Nick Melli sembra aver recuperato quella fiducia persa oltreoceano. Specialmente da fuori dove dal 30% dello scorso anno si è arrivati al 36%. Il lungo milanese dà sempre il suo contributo, indipendentemente dalle statistiche principali del gioco. Se ci dovessero essere ancora dei dubbi, vi consigliamo di rivedere come ha giocato contro Jokić nello scorso EuroBasket.

 

 

 

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Pubblicato da Domenico Barbato

Laureato triennale in relazioni internazionali. Master executive in giornalismo sportivo presso la Gazzetta dello Sport. Allenatore di pallacanestro presso Orpas Milano. Attualmente inserito come FIBA Young Leader nel progetto FIBA Basketball for Good. Crede fortemente che il basket possa migliorare la vita delle persone.