Qatar 2022: il re viene incoronato. Messi sale nell’olimpo del calcio

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Antares Autotune Pro Crack ventiduesimo mondiale è terminato. È stato un percorso breve (tra i mondiali meno lunghi della storia), ma ricco di storie da raccontare. Vi avevamo già anticipato le controversie che avevano accompagnato l’inizio del torneo e diciamoci la verità, lo scetticismo che circondava Qatar 2022 non è mai diminuito, anzi in alcuni frangenti (cerimonia di premiazione) è forse aumentato.

Le delusioni del mondiale Qatar 2022

Anche noi della redazione abbiamo seguito ampiamente l’evento con collegamenti dal nostro salotto su Facebook e le nostre top e le flop. Partiamo dai flop del torneo, tutti abbiamo concordato sull’inadeguatezza degli arbitraggi. Situazioni come il rigore dato all’Argentina contro la Polonia ci hanno lasciato con molti dubbi, soprattutto per la conferma VAR dell’errore. Abbiamo inoltre fatto la conoscenza con i maxi recuperi, da anche più di 10 minuti a tempo, un’innovazione che verrà introdotta anche nei campionati e che ci fa pensare ad un primo passo verso il tempo effettivo.  Poi tante flop sono state nazionali che venivano con i favori dei pronostici e che non hanno superato il girone. La Germania battuta dall’organizzazione giapponese con i nipponici con più di metà dei titolari che giocano proprio in Bundesliga. La Danimarca che si era presentata baldanzosa con il proprio allenatore che dopo la semifinale di EURO2020 aveva promesso ai suoi connazionali che avrebbe lottato per la vittoria mondiale Qatar 2022.
La Serbia, in Italia considerata un outsider, solo perché composta per circa la metà da giocatori della Serie A. Ma, come ormai siamo abituati a vedere nelle campagne europee dei nostri team, questo non è per forza sinonimo di qualità ed anche in questo caso non lo è stato. L’Uruguay a cui sta volta non è bastata la garra charrua dei tanti giocatori ormai logori dopo troppe battaglie. Il Belgio che per l’ennesima volta ha dimostrato come il ranking FIFA valga il giusto, tradito dalla scarsa vena realizzativa del suo bomber principale Lukaku, il quale nel match decisivo contro la Croazia ha sciupato almeno tre nitide palle goal.

I migliori giovani ed il goal più bello

Ci sono stati anche dei top però. Abbiamo premiato come goal migliore quello di Richarlison contro la Serbia, una sforbiciata da farci stropicciare gli occhi. Il Brasile sembrava una macchina da guerra, anche senza Neymar. Con il ritorno del campione del PSG sembravano lanciati verso il sesto mondiale (4-0 alla Corea negli ottavi di finale), ma la classica partita storta contro la Croazia li ha bloccati per l’ennesima volta ai quarti di finale, proprio mentre tutti pregustavamo una semifinale contro l’Argentina. Il Brasile ha avuto un altro top per la nostra redazione, il giovane (Vincius jr). Premio assegnato subito dopo gli ottavi, probabilmente se lo avessimo dato a fine torneo, qualcosa sarebbe cambiato. Da sottolineare che dietro di lui si sono piazzati due inglesi (Bellingham e Foden).
I Tre Leoni lavorano bene da anni e questi sono i risultati. Anche in questi mondiali sono stati eliminati dalla Francia ai quarti, ma in una gara che poteva valere almeno una semifinale, con Kane che dal dischetto viene ipnotizzato dal compagno di squadra Lloris ed a 5 minuti dal termine calcia il rigore del pari oltre la traversa. Gli inglesi però hanno ben figurato in questo mondiale in Qatar dominando il proprio girone e vincendo ampiamente l’ottavo di finale.
Mondiali
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Marocco e Croazia sorprendono il mondo

Come miglior portiere abbiamo premiato Bono del Marocco, la vera sorpresa del torneo. I marocchini hanno scritto la storia, diventando la prima nazionale africana a qualificarsi per la semifinale del mondiale Qatar 2022 sospinta da un intero continente e da tutto il Qatar, in quanto Paese Arabo. Tuttavia, mentre aumentavano gli scalpi importanti presi dal Marocco, al girone Belgio e Croazia (pari), agli ottavi Spagna, ai quarti Portogallo, di pari passo accadeva per gli infortuni tra i difensori centrali, con alla fine del match contro la Francia in semifinale, addirittura Amrabat spostato in difesa.
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A proposito di sorprese nella nostra classifica dei migliori del torneo, il premio è andato a Modric, per la sua Croazia. Inizio non entusiasmante degli slavi, che però fai fatica ad eliminare. Non ci è riuscito il Giappone eliminato agli ottavi di finale ai calci di rigore. Non ci è riuscito neanche il Brasile che aveva segnato con un gran goal ai supplementari, ma che i croati hanno rimontato a due minuti dal fischio finale. Ci è riuscita l’Argentina, con una grandissima partita. Ma la Croazia vincendo la finale per il terzo posto è salita sul podio ben tre volte su sei partecipazioni nella coppa del mondo.
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La finale Argentina-Francia

Ed ora arriviamo al re del torneo, per la nostra redazione e per la FIFA: Lionel Andres Messi. Inutile scrivere parole per descrivere un campione che rimarrà per sempre nella storia dello sport ed a cui mancava l’ultima affermazione, la vittoria del mondiale. È sembrata un racconto epico. Con la prima partita con la caduta dell’eroe (sconfitta contro l’Arabia Saudita), Scaloni cambia la squadra inserendo giovani che oggi abbiamo imparato a conoscere come Julian Alvarez per Lautaro Martinez ed a centrocampo Enzo Fernandez e McAllister. Dalla seconda partita Messi si prende sulle spalle la sua nazione, segna in ogni partita. Al girone contro il Messico quando la partita sembrava stregata, contro l’Australia agli ottavi di finale, contro l’Olanda ai quarti, con a referto anche un assist che resta nella storia dei mondiali, per Molina. In semifinale contro la Croazia e due volte in finale contro la Francia.
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Parliamo quindi della finale, inutile girarci intorno, la più bella di sempre per equilibrio e cambiamenti di risultati in modo inaspettato. Come nell’Iliade c’è la sfida tra i due campioni, Achille ed Ettore sul campo da calcio sono stati MessiMbappè. Pur essendo uno sport di squadra, abbiamo assistito ad una sfida molto simile a quella che avviene negli sport individuali. Nel primo tempo l’Argentina domina la partita, la Francia in poco tempo si trova sotto 2-0 (rigore di Messi e goal di Di Maria). Deschamps capisce che i suoi in campo si stanno arrendendo, forse anche a causa della grave influenza che ha colpito molti di loro ed inizia a cambiare i giocatori che lo hanno portato in finale, ma che non stanno rendendo. Al termine del primo tempo si parte con Giroud e Dembelè per Thuram e Kolo Muani. Ma anche con giocatori più fisici il copione non sembra cambiate. Al 60′ però finisce la benzina un superlativo Di Maria e la Francia inizia a creare qualche azione degna di nota. Al 70′ Deschamps ancora una volta sostituisce due giocatori fondamentali fino alla finale, Griezman e Theo Hernandez per Coman e Camavinga. L’episodio che cambia il match però è il rigore che la Francia si conquista al minuto 80. Mbappè segna e si scatena, sarà lui per la nostra redazione il migliore della finale. Dopo 60″ in girata il transalpino raddoppia in acrobazia e pareggia. Sembra un copione già visto con Messi che come fu nel 2014 perde proprio all’ultimo la Coppa del Mondo.
Iniziano quindi i tempi supplementari: escono De Paul ed Alvarez per Scaloni, che inserisce Paredes e Lautaro. L’interista si vede ha le polveri bagnate, non segna un paio di occasioni non da lui, ma dai suoi piedi arriva un tiro insidioso che Lloris respinge e la palla, come fosse calamitata da qualcosa di sovrannaturale si dirige verso i piedi di Messi, che deve solo spingerla in rete. Si piange sulla panchina Albiceleste. Ma gli occhi di Kylian Mbappè sono quelli di chi sembra non essersi arreso. Al 118′ una nuova grande occasione per la Francia: un tocco di mano in area da parte di Montiel manda di nuovo sul dischetto il giocatore del PSG che segna e diventa il secondo giocatore nella storia, dopo Hurst nel 1966, a segnare una tripletta in finale ad un mondiale. Mbappè a 23 anni rompe anche un altro record, ovvero è il primo giocatore ad aver segnato quattro goal in finale dei mondiali.
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Quando sembra tutto pronto per i rigori, la Francia ha un’ultima clamorosa occasione. Sono già i minuti di recupero del secondo tempo supplementare, Mbappe serve un pallone d’oro a Kolo Muani che tira una palla anche angolata, ma Emiliano Martinez con i piedi, come fosse un portiere di calcetto si oppone. Non ci sarebbe stato più stato tempo per rimontare. Ma il destino si gira nel momento di bisogno della Francia. Arriviamo quindi alla serie di rigore. Se la partita è stata meravigliosa, lo stesso non si può dire della serie di rigori, eccezion fatta per Mbappè i francesi sbagliano tutti i rigori. L’Argentina invece è chirurgica dagli undici metri e Messi può finalmente festeggiare l’ultimo trofeo che gli mancava. Un plauso va comunque fatto anche alla Francia, dal ’98 i transalpini hanno disputato quattro finali, due vinte e due perse e la sensazione è che con questi giovani ed un leader come Mbappè, anche tra quattro anni, la squadra da battere, sarà proprio la Francia.
fonte foto copertina: www.lacnews24.it
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Pubblicato da Flavio Sarrocco

Nato nel 1987, diplomato al Liceo Classico Plauto , si è laureato in giurisprudenza all'università LUMSA. Grande appassionato di sport, sia di massa (calcio, basket) che di nicchia (futsal, hockey su ghiaccio). Già durante il periodo accademico scrive per il giornale dell'ateneo romano. Diventa poi autore e conduttore radiofonico per il programma Ogni Maledetto Giovedì, in onda per tre anni su RadioOrvietoWeb. Inizia nel 2013 il percorso per diventare giornalista pubblicista nella redazione Fanner, prendendo dimestichezza con le telecronache. Raggiunto il traguardo dell'iscrizione all'albo diventa Addetto Stampa e Dirigente della Società Sportiva Spinaceto70. Continua a scrivere di sport per il settimanale online Mediapolitika e partecipa per un anno costantemente al programma Diretta Sport su Centro Suono Sport, commentando ogni settimana la Domenica calcistica e la finale di Champions League e le partite degli Europei 2016.