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Dopo il rinvio di un anno causa COVID siamo finalmente pronti a gustarci questi europei itineranti. Il gruppo A aprirà la rassegna continentale e il match d’esordio vedrà impegnata proprio la nostra nazionale contro la Turchia. Calcio d’inizio alle ore 21:00 di venerdì 11. Già il primo match nasconde varie insidie per Mancini. Analizziamo l’Italia e le nostre avversarie.
Italia
Mancini è stato pieno di dubbi fino all’ultimo secondo. Tanto da escludere dagli Europei tre giocatori, praticamente in diretta TV: Mancini, Pessina e Politano. Il napoletano paga la concorrenza del giovanissimo Raspadori che fino a 24 ore prima dell’effettiva consegna della lista alla UEFA era impegnato in Slovenia con l’Under 21. I problemi però non sono terminati e proprio a poche ore dall’avvenuta consegna della lista dei 26, Mancini ha dovuto escludere per infortunio Sensi, ripescato quindi Pessina che molto bene ha fatto nell’Atalanta. Il tecnico marchigiano ha dovuto ricostruire la nostra nazionale, dalle macerie lasciate dal biennio Ventura.
E’ la sua occasione per essere grande in nazionale, come nonostante la sua infinita classe non gli era riuscito da giocatore. Non ci sono nomi altisonanti nella rosa, però questo è un gruppo che non perde da settembre 2018. C’è un mix di giocatori esperti potenzialmente titolari in campo, come Chiellini, Bonucci, Acerbi, Immobile, Florenzi e Insigne e tanti giovani in rampa di lancio (oltre al già citato Raspadori che probabilmente non avrà molto spazio) tra cui Bastoni, Barella, Chiesa, Locatelli e Donnarumma pronti a misurarsi con il loro primo grande torneo per nazionali.
In campo Mancini durante le qualificazioni ha sempre schierato gli Azzurri con un 4-3-3 e probabilmente lo riproporrà con titolari: Donnarumma; Florenzi, Chiellini, Bonucci, Spinazzola; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne. Tra i punti di forza troviamo sicuramente la grande voglia di riscatto dopo la mancata qualificazione ai mondiali 2018, momento più basso nella storia della nostra nazionale. Iniziare il torneo con tre partite a Roma può far volare l’Italia sulle ali dell’entusiasmo e garantire un animo alto nel momento in cui si affronteranno le fasi finali del torneo.
Realisticamente però dobbiamo notare le difficoltà della nazionale in alcuni settori fondamentali del campo. I tre quarti della probabile difesa titolare sono formati da giocatori che non hanno terminato bene il proprio campionato (Florenzi, Chiellini e Bonucci). Inoltre, l’Italia può pagare la mancanza di un vero numero 9. Immobile sulla carta si candida per essere il titolare, ma con la nazionale al momento non è stato devastante come con la Lazio. Il suo score infatti con gli azzurri recita 12 reti in 45 partite (media realizzativa dello 0,26) a fronte dello 0.69 con i biancocelesti (123 goal in 177 partite).
Turchia
La Turchia può essere la sorpresa del girone. Parte senza i favori del pronostico, ma probabilmente perché pochi hanno seguito il percorso dei ragazzi di Gunes. L’allenatore siede sulla panchina da Febbraio 2019 e in quel momento la nazionale aveva da poco fallito la qualificazione ai mondiali ed era stata inserita in un girone di qualificazione ad Euro 2020 difficilissimo con la Francia campione del mondo e vice campione d’Europa, Islanda, Albania, Andorra e Moldova. I Turchi però con una serie di prestazioni convincenti hanno finito il girone alle spalle della Francia, eliminando l’Islanda e perdendo una sola partita su 10 disputate (proprio contro gli islandesi). Hanno poi battuto anche la favorita alla vittoria finale, ovvero la Francia. I Turchi però hanno perso di affidabilità nell’ultima Nations League, retrocedendo addirittura in Serie C. Nonostante ciò, Gunes è rimasto comunque saldo in panchina a giocarsi le sue possibilità ad Euro2020.
La formazione tipo è un 4-4-2 così schierato: Cakir; Celik, Soyuncu, Demiral, Meras; Yazichi, Tufan, Yokuslu, Calhanoglu; Burak Yilmaz, Karaman. I punti di forza sono sicuramente i giocatori più esperti: Calhanoglu viene da un’ottima stagione con il Milan e meglio di lui hanno fatto Yazici e Burak Ylmaz, entrambi vincitori della Ligue 1 con il miracolo sportivo Lille. I punti deboli sono una difesa molto lenta e macchinosa e la poca esperienza internazionale della maggior parte dei 26 convocati. Non tutti giocano in squadre impegnate nelle competizioni europee e chi gioca nel campionato casalingo ha visto il decadere del calcio turco a livello europeo. Da quattro anni infatti una squadra turca non supera i gironi di Champions League.
Svizzera
La Svizzera di Petkovic è sulla carta l’avversario più difficile per gli Azzurri. I ragazzi dell’ex tecnico della Lazio si sono qualificati senza problemi ad Euro 2020 e dal 2004 non saltano una competizione internazionale, eccezion fatta per Euro 2012. Negli ultimi due mondiali sono riusciti a superare i gironi eliminatori ed anche all’ultimo Europeo. Sono quindi una squadra che difficilmente non si qualifica agli scontri ad eliminazione diretta. Anche in questo caso abbiamo un buon mix di giocatori d’esperienza come Xhaka e Shaqiri e giovani interessanti, soprattutto Embolo e Seferovic.
Anche in questo caso Petkovic sembra intenzionato a proporre un 4-4-2 con: Sommer; Widmer, Elvedi, Schar, Ricardo Rodriguez; Zuber, Freuler, Xhaka, Shaqiri; Seferovic, Gavranovic. I punti di forza sono l’aver mantenuto per anni un’ossatura stabile in nazionale, con dinamiche tattiche che i giocatori conoscono come se stessero giocando per il loro club. Il punto debole però è la difficoltà degli svizzeri negli scontri diretti. Non possono essere un caso infatti le eliminazioni in sequenza agli ultimi tornei in cui hanno partecipato proprio durante la prima partita successiva al girone. Sia contro squadre non alla portata come l’Argentina di Messi nel 2014, sia contro squadre che i Rossocrociati potevano ambire a superare (Polonia ad Euro 2016 e Svezia al mondiale 2018).
Galles
E’ davvero un epoca d’oro per il Galles. I Dragoni erano considerati la squadra meno prestigiosa tra le quattro del Regno Unito fino a pochi anni fa, con una sola qualificazione ai mondiali di Svezia datati 1958. Nel 2016 però tutto è cambiato. Una generazione di talenti, tra cui spicca soprattutto Bale e che comprende anche Ramsey, Ben Davies, Joe Allen e l’allora capitano Ashley Williams, faceva riaffacciare il Galles nel calcio che conta. Con l’allargamento dell’Europeo, per la prima volta a 24 squadre, i britannici si erano qualificati, ma questo non fu l’apice di quella avventura.
La spedizione gallese in Francia gettò il cuore oltre l’ostacol. Il Galles arrivò fino alla semifinale e fu eliminato solo dal Portogallo di Cristiano Ronaldo, futuro vincitore della competizione. Questo fasto ottenuto li portò addirittura all’interno della top 10 del ranking FIFA. Ma ciò non è bastato a garantirgli la qualificazione per i Mondiali di Russia 2018. Francia 2016 non è stato però un exploit irripetibile.
I dragoni sono qualificati ad Euro 2020 ed hanno voglia di stupire nuovamente il vecchio continente. L’allenatore oggi è una leggenda di questo sport come Ryan Giggs e sembra voglia proporre i suoi con un 4-2-3-1 con: Hennessey; Roberts, Ampadu, Williams, Davies; Wilson, Allen; Bale, Ramsey, James; Moore. Il punto di forza è ovviamente Gareth Bale, talento indiscusso che nelle ultime stagioni ha avuto un rendimento altalenante. Con il ritorno al Tottenham ha però terminato il campionato con la media realizzativa migliore goal per minuti giocati di tutta la Premier League. Purtroppo Bale è anche il punto debole dei Dragoni, perché è il giocatore attorno cui ruotano tutte le trame offensive della sua squadra. Se non dovesse disputare un torneo ai livelli di Euro 2016 è difficile ipotizzare un nuovo miracolo per i gallesi ed è invece molto probabile che siano proprio loro la squadra materasso del girone.
Venerdì 11 giugno
Turchia-Italia ore 21:00, Roma
Sabato 12 giugno
Galles-Svizzera ore 15:00, Baku
Mercoledì 16 giugno
Turchia-Galles ore 18:00, Baku
Italia-Svizzera ore 21:00, Roma
Domenica 20 giugno
Svizzera-Turchia ore 18:00, Baku
Italia-Galles ore 18:00, Roma