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La prima volta dei Canarini marchigiani in cadetteria assume i contorni della favola: da un girone d’andata disastroso, dall’incubo retrocessione in Serie C2 alla clamorosa rimonta culminata con l’happy end di Battipaglia. Una stagione no sense per la Fermana che, oltre alle quotate Palermo e Juve Stabia, sconfigge anche un’intossicazione alimentare e si regala un paradiso fino a quel momento inesplorato: la Serie B.
Fermana fa rima con stabilità
Estate 1998. Dopo due salvezze consecutive in C1, la Fermana del patron Giacomo Battaglioni, del presidente Paolo Belleggia e dell’allenatore Ivo Iaconi (blindato con un contratto fino al 2000, ndr), pianifica la stagione ormai alle porte. L’obiettivo è quello di garantire stabilità economica e sportiva alla società. Tradotto: confermare la categoria senza particolari patemi con un nucleo squadra collaudato: la sicurezza Liam Ardigò tra i pali, unita al giusto mix di esperienza e gioventù nelle retrovie garantito da Pier Luigi Prete, Vincenzo Maiuri, Massimo Scoponi e Nicola Pagani. Il capitano Guido Di Fabio guida il centrocampo, coadiuvato da profili di tutto rispetto per la Serie C1 come Fabio Di Venanzio, Roberto Di Salvatore, Andrea Pandolfi e Massimo Perra.

Qualità e quantità anche in attacco: Umberto Marino è il punto di riferimento del reparto offensivo, al quale si aggiungono giovani promesse del calibro di Salvatore Bruno e soprattutto Mattia Mastrolilli. Le premesse per un campionato di assoluta tranquillità ci sarebbero tutte ma il girone di andata si rivela disastroso per i Canarini marchigiani: il 6 gennaio 1999 la Fermana occupa il penultimo posto in classifica a 18 punti (in coabitazione con la Battipagliese), frutto di un attacco tutt’altro che prolifico (13 reti all’attivo in 17 gare disputate) e di un solo successo casalingo, quello con l’Avellino, datato 13 settembre 1998.
La svolta
La vittoria del 10 gennaio 1999 nello scontro salvezza con il Gualdo e il successivo pareggio al “Partenio” di Avellino rappresentano un toccasana per la Fermana che aggiunge al proprio organico un portiere di sicuro affidamento, Domenico Cecere, reduce dall’esperienza poco fortunata di Pescara. Cecere debutta la domenica successiva, a Fermo, con il Foggia. Un esordio non proprio da ricordare: l’estremo difensore si infortuna infatti nella prima frazione di gioco. Un incidente che però non scompone più di tanto la cattiveria agonistica degli uomini di Iaconi: Marino (doppietta) e Andrea Pandolfi surclassano i rossoneri pugliesi, ai quali non basta l’acuto dell’ex Perrone.

Con il successo sui Satanelli foggiani, la Fermana esce per la prima volta in stagione dalla zona playout. I gialloblù accelerano, spingono i motori al massimo, quasi decollano in campo. Da quel momento cadono, una dopo l’altra, Marsala (1-0 a domicilio), Giulianova (i giuliesi erano imbattuti a Fermo da ben 29 anni) e Acireale (1-0 in Sicilia, decisivo Pandolfi). La successiva sconfitta al “Recchioni” con il Palermo non toglie certezze alla rosa di Iaconi che aggiunge al proprio organico l’attaccante Massimiliano Benfari, classe 1969, ex punta di diamante della Carrarese. Marzo è il mese della resa dei conti: Marino zittisce l’Ezio Scida di Crotone e la settimana seguente solo un rigore dell’ex gialloblù Di Nicola impedisce alla Fermana di espugnare il “Menti” di Castellammare di Stabia. Quarto posto raggiunto (impensabile solo qualche settimana prima) alla vigilia del derby con l’Ascoli, il 28 marzo 1999, per la supremazia regionale.
Fermo stravolge le gerarchie calcistiche marchigiane: è assalto alla promozione diretta
Fermana-Ascoli è sfida sconsigliata ai deboli di cuore. Lo stadio “Recchioni” di Fermo ribolle di passione ma lo 0-0 non si schioda. Servirebbe un guizzo, che arriva, a pochi istanti dal novantesimo: la rete di Salvatore Bruno manda in visibilio Fermo. L’Ascoli cade al “Recchioni” dopo 42 anni e l’entusiasmo in città è incontenibile: la vittoria nel derby accresce la consapevolezza della Fermana. I playoff non sono più un sogno: la seguente vittoria di Savoia (decisivo Mastrolilli) e il successo da batticuore con la Nocerina (2-1 al 93′ con pallonetto di Benfari) danno seguito a una rimonta fuori da ogni logica se si pensa alla classifica degli uomini di Iaconi agli albori del ’99. Gli spareggi sono ora una realtà concreta ma il sogno più grande, la vetta (occupata da Palermo e Juve Stabia), dista solo tre lunghezze.

Il pareggio di Catania a reti bianche con l’Atletico è un’occasione persa (la Juve Stabia scivola a Castel di Sangro; l’Acireale blocca il Palermo al “Barbera“) ma è solo il preludio all’imminente sorpasso dei gialloblù. La Juve Stabia cade infatti ad Ascoli alla 32esima giornata mentre il Palermo, dopo il pari a reti inviolate con l’Avellino, soccombe 3-2 a Giulianova a 90′ dalla fine del torneo. La Fermana ringrazia: al buon punto conquistato nel derby con l’Ancona si somma il fondamentale successo casalingo sulla Lodigiani: il 2-0 finale (Mastrolilli e Bruno i mattatori) proietta i marchigiani in testa al campionato.
Il giallo intossicazione
Solo la trasferta di Battipaglia divide la Fermana dalla prima storica promozione in Serie B. L’impresa è nell’aria e Fermo risponde come si conviene: più di tremila tifosi marchigiani coloreranno di gialloblù le tribune dello stadio “Pastena” di Battipaglia. Una quiete apparente prima di una tempesta che rischia di spazzare via i sogni di gloria gialloblù. Sono le 3.30 del mattino del 16 maggio 1999 quando nell’albergo “La Foresta” di Montoro Inferiore (provincia di Avellino) scoppia il caos: la rosa gialloblù, in ritiro, viene colpita da dissenteria.

Secondo la ricostruzione di Luigi Ioele del Corriere dello Sport, tutti i membri della rosa (con le sole eccezioni dei difensori Prete e Scoponi) accusano dolori intestinali e giramenti di testa ma la situazione sembra precipitare quando Nicola Pagani collassa e il portiere Liam Ardigò sviene battendo la testa. Scatta l’allarme: anche perché il nucleo dirigenziale fermano non accusa alcun sintomo. Il furibondo patron Battaglioni denuncia il fatto all’USL di Avellino, alle forze dell’ordine e al presidente della Lega Serie C Mario Macalli negli istanti in cui lo staff medico gialloblù sottopone la rosa a cure e flebo per reintegrare i liquidi persi. Un giallo, a oggi, irrisolto. Non c’è però il tempo di piangersi addosso: la storia aspetta solo di essere scritta.
La paura e l’apoteosi: la Fermana è in B!
Reduce da una nottata particolarmente movimentata, la Fermana sfida la Battipagliese per coronare una cavalcata durata poco più di quattro mesi. Gli undici che scendono in campo al “Pastena” sono però visibilmente debilitati e i bianconeri campani (che si giocano le ultime chances di salvezza) ne approfittano passando in vantaggio con una sforbiciata di Fonte nel primo quarto d’ora. Anche le notizie che arrivano dagli altri campi non sono del tutto confortanti: se la Juve Stabia perde a Catania, il Palermo mette pressione alla Fermana vincendo in casa con il Crotone. Con questi risultati sarebbero proprio i rosanero a tagliare per primi il traguardo per la Serie B.

Lo scenario che va delineandosi assume contorni drammatici per i Canarini gialloblù ma la Fermana dimostra di esaltarsi proprio quando le difficoltà abbondano: al minuto 67 Umberto Marino, su calcio piazzato, riequilibra un match ad alta tensione. E’ l’episodio della svolta: la Fermana inizia un asfissiante pressing a tutto campo. Mancano sette minuti al novantesimo: la palla arriva a Mattia Mastrolilli. Girata mancina di prima intenzione e palla in rete. “Rete, rete! La Fermana è in vantaggio“. Un boato gialloblù inonda Battipaglia. Un misto di lacrime, gioia e paura perché mancano pochi minuti al fischio finale ma sembrano durare un’eternità. Il Palermo raddoppia con il Crotone ma poco importa. La Fermana ha il destino nelle proprie mani. La Battipagliese colpisce una traversa in pieno recupero: è l’ultimo grande spavento della stagione. Il destino sorride, ancora una volta: sono le 18.08 del 16 maggio 1999. La Fermana è in Serie B.
Una cavalcata senza precedenti quella dei gialloblù di mister Iaconi: 40 punti conquistati sui 51 disponibili nel solo girone di ritorno. Frutto di 12 successi, 4 pareggi e una sola sconfitta. 14 i punti recuperati alla corazzata Palermo e ben 16 alla Juve Stabia. Dulcis in fundo? Fermana vittoriosa nel girone B, Alzano Virescit nel girone A. Due prime volte nella Serie cadetta per due città che, insieme, non raggiungono quota 50mila abitanti. Alle quali si aggiunge poche settimane dopo il Savoia. Tu chiamali, se vuoi, miracoli sportivi. Forse impensabili nel calcio globalizzato moderno.
Fonte immagine copertina: m.cronachefermane.it