Euroleague 2020/21 – Team Focus: Bayern Monaco, nel segno di Andrea Trinchieri

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Guardando la strana e non interamente veritiera classifica dell’Eurolega, dopo cinque turni si ritrovano appaiate in testa il Barcellona, il sorprendente Zalgiris e l’ancor più inaspettato Bayern Monaco, un club che può partecipare alla competizione grazie a una wild-card e che firmando Andrea Trinchieri ha messo in banca un presente e un futuro quantomeno più luminoso di un recentissimo passato parecchio ingarbugliato.

Up: Trinchieri mood e grande equilibrio tra attacco e difesa

Ciò che è mancato principalmente ai bavaresi negli scorsi anni è stata l’assenza di una guida, di un’identità. Con Trinchieri in panchina questo problema è sparito. Nonostante la squadra complessivamente non sia dotata di un talento estremamente superiore rispetto a quella dell’annata 2019/20 (che ricordiamo aveva come star un certo Greg Monroe), questa stagione i giocatori del Bayern si muovono sul parquet come uniti da un unico filo. Assomigliando molto allo Zalgiris, i tedeschi nella propria metà campo sono molto aggressivi sulla palla e sulle linee di passaggio, raddoppiando in post-basso gli avversari più fisici. Classica difesa stile Trinchieri che al Partizan Belgrado, squadra allenata dal coach milanese sino alla scorsa stagione, ancora rimpiangono.

In attacco coloro che azionano il motore del Bayern Monaco sono Baldwin IV e Sisko, i quali danno ritmo alla manovra offensiva innescando le ricezioni in uscita dai blocchi di Djedovic, Lucic e Weiler-Babb (occhio all’ex Ludwigsburg, combo-guard che si sta consolidando), attivando il post-basso di Zipser e Johnson oppure sfruttando il playmaking di Radosevic e Reynolds dal post-alto. Anche nella metà campo avversaria i bavaresi assomigliano ad un’orchestra sinfonica, soppesando il minore talento con una ragnatela di passaggi attivi e smarcanti. Il quarto posto sia per efficienza offensiva sia per efficienza difensiva conferma un equilibrio invidiabile sul parquet.

Down: Supporting cast rivedibile e leadership da testare nel lungo periodo

Sembra difficile prevedere un andamento così positivo del Bayern sul lungo periodo, visto che, aldilà di Baldwin IV, Reynolds e Lucic, il roster non conta su altri giocatori solidi: Johnson e Thomas nello spot di 4 stanno deludendo e Zipser alterna picchi offensivi rilevanti (come i 16 punti in casa del Maccabi fondamentali per la vittoria) a parecchie serate anonime; Radosevic è un centro con molto meno impatto di Reynolds che contro determinati avversari soffre molto nella copertura del ferro (vedi le partite contro Milano e Maccabi); Sisko è “solo” un decente specialista difensivo, Weiler-Babb sta crescendo ma deve ancora imparare a gestirsi, specialmente nella propria metà campo, mentre Djedovic fornisce alla causa un misto di concretezza (soprattutto in difesa) e inaffidabilità.

Anche i leader del Bayern Monaco, tuttavia, potrebbero alla lunga non rendere come fatto sinora, riportando conseguentemente i bavaresi lontano dalle zone alte della classifica. Nel clutch time l’addetto a gestire i possessi decisivi è Baldwin IV, il quale spesso conclude le azioni con degli arresti e tiri in isolamento dalla media distanza. Oltre a questa soluzione, per il resto si “improvvisa”, con qualche taglio letale di Lucic e qualche fiammata a rimbalzo di Reynolds. Pure quest’ultimo sta avendo un rendimento al di sopra delle aspettative e l’inesauribile carica agonistica che lo contraddistingue gli si potrebbe ritorcere contro, data la sua propensione a spendere falli e ad essere fin troppo aggressivo sui cambi.

Insomma, parafrasando ciò che ha detto Trinchieri nel post-partita di Bayern-Olympiacos, “non svegliateli” da questo sogno che altrimenti si torna “sulla Terra”.

Player Focus: Vladimir Lucic

bayern monacoUn coltellino svizzero, un tuttofare insostituibile per coach Trinchieri. Non esiste un aspetto del gioco in cui Lucic non sia determinante e da élite d’Eurolega: tiro da tre punti (si tratta di sole 5 partite ma converte il 65% dei tentativi da oltre l’arco), tiro al ferro (molto prolifici i suoi “riccioli” in area), tiro libero (88%), playmaking secondario, versatilità difensiva che gli permette di marcare sui cambi dall’1 al 4 senza problemi (in questo aspetto i 204 cm di altezza lo aiutano), rapidità di piedi e presenza mentale nella partita. Se Baldwin IV e Reynolds si stanno rivelando le piacevoli sorprese dell’inizio di stagione bavarese, Lucic è la costante che con Trinchieri ha fatto un ulteriore salto di qualità in termini di leadership e costanza di rendimento lungo l’arco dei 27 minuti che mediamente spende sul parquet.

Il più grosso limite del 31enne nativo di Belgrado è la sua capacità di disunirsi appena non tutto fila per il meglio: specie nelle passate annate, in cui il Bayern non ha navigato in acque troppo calme, Lucic ha dimostrato di innervosirsi appena la situazione sul parquet cominciava a complicarsi. Le conseguenze di questa perdita di concentrazione sono state il lamentarsi con gli arbitri, i falli duri non necessari e qualche forzatura di troppo palla in mano. Con la nuova gestione targata Trinchieri, tuttavia, il “lato oscuro” di Lucic è rimasto sinora sopito e i tedeschi non possono che esserne felici. Difatti, un giocatore così completo resta per palati fini anche in una competizione dal talento spaventoso come l’Eurolega.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com