Tempo di lettura: 4 min
A Cantù arriva per la Virtus Roma la settima sconfitta su nove partite giocate in Campionato. Senza i “soliti” Evans e Hunt, la squadra di coach Bucchi gioca una partita di carattere ma i 101 punti subiti contro un attacco certamente non di altissimo livello non sono ammissibili. Tuttavia, di segnali che fanno ben sperare per il futuro (almeno sul campo) ne sono arrivati anche dal secondo ko consecutivo in terra lombarda.
Biordi e Beane ce la mettono tutta ma contro il duo Smith-Kennedy c’è stato poco da fare
La sfida al PalaDesio inizia bene per la Virtus che trova un Wilson aggressivo e un Biordi sorprendente nel fare a “spallate” contro la meno fisica difesa di coach Pancotto. Cantù si tiene in piedi sulle spalle di Jamie Smith e del suo concreto playmaking, oltre che con il contributo dei cecchini Johnson e Procida (23-21 al termine del primo quarto). Tuttavia la difesa a zona 3-2 schierata da Bucchi per ampi tratti del match comincia a imbarcare acqua nel secondo periodo, quando Wilson e Biordi hanno problemi di falli e il solo Baldasso riesce a tenere miracolosamente Roma a 10 lunghezze di distanza dagli avversari all’intervallo (46-36). Grandi meriti per la fuga canturina sono da attribuire al centro Sha’Markus Kennedy, dominante con il suo atletismo nelle due metà campo, e all’ala Donte Thomas, autore alla fine di 21 punti.
Nel secondo tempo la scena se la prendono per la Virtus i due americani Beane e il rientrante Robinson, i quali gettano chiaramente il cuore oltre l’ostacolo ma non mettono mai realmente paura agli avversari. Difatti l’Acqua San Bernardo riesce sempre a gestire un margine in doppia cifra sui giallorossi, grazie principalmente all’arma letale del pick and roll Jaime Smith-Sha’Markus Kennedy e ai canestri di Thomas e del giovanissimo Procida. Il 101-85 finale è lo specchio delle difficoltà di questa Roma nel limitare anche le squadre da bassa classifica. Si poteva fare di più nonostante le rotazioni così corte? Assolutamente sì. Wilson causa falli esce mentalmente dalla partita nel secondo tempo, Cervi e Hadzic sono stati di nuovo insufficienti, mentre Campogrande non ha tenuto fede alle ultime esaltanti prestazioni (per lui solo 4 punti e tanta fatica in difesa).
Dal fronte societario tutto tace
È passata un’altra settimana ma il quadro societario non ha subito i tanto attesi stravolgimenti. Degli investitori americani visti ormai un mese fa al PalaEur non si hanno più tracce, la società continua a non dare la minima informazione al riguardo e l’unica speranza resta quella che il patron Toti stia proseguendo nella totale privacy le trattative per la cessione del 90% delle quote della Virtus Roma (ricordiamo che il restante 10% è sempre nelle mani di Farley Sr.).
Lato Dario Hunt, il rapporto tra le due parti sembra non essere più ai ferri corti. Difatti ora si stanno passando al vaglio tutte le opzioni contrattuali possibili per evitare di ricorrere a dispendiose vie legali. Ad ora resta plausibile anche la remota chance che il centro americano, non presente neanche in borghese a Cantù domenica, possa proseguire la stagione nella Capitale e non uscire dal contratto. Insomma passano le giornate, ma di novità in casa Virtus Roma non sembrano essercene al di fuori del parquet.