Euroleague 2021/22 – Team Focus: FC Barcellona (e non solo)

Barcellona

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Con la vetta dell’Eurolega salda nelle loro mani, il Barcellona è pronto a fare quell’ultimo passo lo scorso anno negatogli dall’Efes. Le aggiunte di Sanli, Exum, Jokubaitis, Hayes-Davis e Laprovittola sembrano aver dato ulteriore forza a un gruppo che non sembra avere punti deboli. Ma attenzione, il percorso per il titolo potrebbe essere più tortuoso del previsto… anche per quello che sta succedendo extra-campo.

Come la guerra tra Ucraina e Russia sta colpendo l’EuroLeague

Dopo l’inizio degli scontri tra Ucraina e Russia giovedì 24 febbraio, l’EuroLeague ha preso immediati provvedimenti prima rimandando le partite delle squadre russe in programma nel Round 27 (Bayern Monaco-CSKA, Baskonia-UNICS e Zenit-Barcellona) e poi sospendendo direttamente i tre club fino a quando la guerra non sarà terminata. Nel caso in cui il conflitto si prolungasse oltre la seconda metà di marzo, CSKA, Zenit e UNICS – vale lo stesso discorso anche per il Lokomotiv Kuban in Eurocup – saranno espulse e i conseguenti risultati annullati. Tutti i giocatori stranieri dei club russi sono tornati nelle rispettive case e ciò complicherà l’eventuale ritorno alla normale forma fisica e collettiva. Discorso un po’ diverso invece per l’UNICS Kazan il quale, essendo geograficamente molto lontano dalle zone calde del conflitto, ha ancora tutti gli stranieri a disposizione esclusi i due Brown e Canaan (anche Spissu rimarrà in Russia). Anche con la banca VTB, sponsor office dell’Eurolega, i rapporti sono momentaneamente frozen.

Ma ora torniamo sul Barcellona, in attesa di tempi migliori.

Up: gran organizzazione difensiva e risorse offensive sempre nuove

Il Barcellona ha il miglior net rating della competizione (+11.1 punti), forte del miglior attacco (117.4 punti segnati su 100 possessi, davanti all’Efes) e della 6ª miglior difesa (106.3 punti subiti su 100, in testa c’è il Real) della competizione. Questi dati sono certamente influenzati dalle sei vittorie roboanti raggiunte tra le mura amiche del Palau Blaugrana ma rendono l’idea della profondità e dell’organizzazione della formazione di coach Jasikevicius. La punta di diamante resta Nikola Mirotic (il miglior realizzatore d’Europa con 16.8 punti di media e il principale candidato al premio di MVP) e il suo incredibile talento ma attorno a lui, il Barça sta ottenendo grandi fortune da Laprovittola e Jokubaitis, due esterni dalle imprevedibili capacità dal palleggio e soprattutto con grande carattere nel prendersi responsabilità nel clutch time.

Ciò permette a Jasikevicius di avere sempre carte da pescare dal mazzo, senza mai dimenticare la concretezza di Kyle Kuric, il mix di tecnica e atletismo di Brandon Davies e il playmaking di Nick Calathes. L’influenza di Saras si vede però soprattutto in difesa, data la sempre maggiore concretezza della squadra in primis come atteggiamento. Tutti i giocatori hanno sempre la corretta attitudine, nonostante le rinomate difficoltà di alcune star nella propria metà campo.

Down: anelli deboli della catena difensiva e momenti di blackout offensivi

Come si è notato specialmente nelle cinque sconfitte stagionali (diventeranno quattro in caso di revoca del k.o. di Kazan), Mirotic, Calathes, Jokubaitis, Laprovittola e Sanli (che alterna buone prestazioni in contenimento sul pick and roll ad altre in cui patisce i pariruolo più atletici) sono tutti bersagli fin troppo punibili dagli attacchi avversari, soprattutto in una serie playoff. Dipenderà molto da quale squadra affronteranno nella post-season, ma certamente Jasikevicius dovrà inventarsi qualche soluzione per “nascondere” i suoi punti deboli.

Anche in attacco, nonostante questo difetto sia stato limato nell’ultimo periodo, il Barcellona ogni tanto tende a piacersi troppo, forzando troppi 1vs1 e affidandosi unicamente al talento dei singoli. Questa comprensibile “vanità” porta come conseguenza un calo d’intensità sui due lati del campo, mettendo potenzialmente a rischio tutto quanto raggiunto sinora. Sono dettagli, ovviamente, ma a questo livello sono ciò che fanno la differenza tra il vincere o meno il titolo.

Player Focus: Dante Exum

Ciò che impressione del Barcellona è il non aver risentito della perdita momentanea del miglior giocatore della squadra sulle due metà campo dell’ultimo biennio, Cory Higgins (out per una fascite plantare e precedentemente per problemi alla schiena). Questo anche perché il sostituto arrivato in corso d’opera è di quelli davvero intriganti. Dante Exum, infatti, sarebbe tranquillamente dall’altra parte dell’oceano se non fosse stato tormentato da infortuni su infortuni nel corso di tutta la sua carriera professionistica.

Scelto con la 5ª chiamata assoluta al Draft NBA 2014 dagli Utah Jazz, l’australiano è alla prima esperienza europea della carriera dopo lo splendido bronzo conquistato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 accanto a Patty Mills e Joe Ingles. Exum è sicuramente un giocatore diverso da Higgins ma nell’ultimo mese il suo adattamento all’Eurolega ha preso decisamente la direzione sperata dal front office blaugrana. Le medie statistiche non sono molto indicative (6 punti e 2.7 rimbalzi), specie in un sistema così oliato e di primissimo livello.

Quello che Exum apporta è un’efficienza difensiva spaventosa: in Europa è un 2 o 3 ma può letteralmente coprire tre ruoli (anche quattro, a seconda degli avversari) nella propria metà campo, sfruttando poi in attacco un’esplosività rara in Europa. Considerando che Laprovittola, Jokubaitis e Calathes sono difensori principalmente insufficienti, a lui ed Hayes-Davis spetterà un ruolo fondamentale nella post-season.

Per quanto riguarda la metà campo offensiva si sta ancora solo grattando la superficie: è inarrestabile in contropiede e in situazioni di transizione ma ancora latita in un attacco statico, anche semplicemente in termini di spaziature. Il tiro da tre – altro suo storico tallone d’Achille oltre alla costanza – finora tiene botta (53.8%, ma i tentativi sono solo 1.1 a partita) ma in una serie playoff potrebbe decisamente essere messo alla prova. Questo mese e mezzo rimanente di regular season sarà importantissimo per trovare l’alchimia migliore possibile con i compagni di reparto e non far rimpiangere troppo l’assenza di Higgins.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com