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Se nella passata stagione tutto è filato al meglio per il Bayern Monaco, quest’anno alla formazione di coach Trinchieri nulla è andato nella giusta direzione. Ben tre stop per Covid (l’ultimo nella prima metà di marzo), un infortunio terribile alla testa per Weiler-Babb, Hilliard appena tornato dopo un inizio di annata da favola, oltre a vari acciacchi vari che hanno colpito più o meno tutti i giocatori. Nonostante ciò, il Bayern è ancora in piena corsa playoff (attualmente sono ottavi, 12-12 il record) e la partita di questa sera contro la Stella Rossa ha un peso specifico notevole.
Up: Equilibrio nelle due metà campo e buona percentuale da tre punti
Nonostante le difficoltà, il Bayern Monaco ha il 7° miglior attacco e la 12ª miglior difesa del torneo per efficienza (raggiungendo il 12° posto – sarebbe il nono se si escludono le tre russe – per net rating, il differenziale tra i due dati di cui sopra). Questo conferma la bontà del progetto e del sistema di Trinchieri che comunque riesce a dare il meglio soprattutto contro avversari di alta caratura. Nessuno va più “piano” del Bayern in campo (66.7 possessi giocati a partita, lo Zalgiris penultimo è ben staccato a 67.4) e ciò espone gli avversari a dover fare i conti con la fisicità di Lucic – sempre più leader e uomo imprescindibile – e compagni (i bavaresi quando “cambiano a 5” su tutti i blocchi sono davvero tosti per chiunque).
L’attacco biancorosso non è dei più scintillanti: seguendo un po’ la scia dello scorso anno allora con Baldwin IV, il gioco si basa uscite dai blocchi di Hilliard e Lucic per i loro 1vs1, qualche pick and roll per Walden e Sisko (unico vero playmaker nel senso stretto della parola) e gli isolamenti dalla media di Rubit e Thomas. Per coach Trinchieri resta fondamentale la percentuale da tre punti, con il fine di aprire la scatola e agevolare queste iniziative individuali. Se questa si mantiene sul 37% (ossia la propria media a partita, peggiore solo di Barcellona, Monaco ed Efes), ecco che le chances di vittoria si alzano.
Down: Affinità di squadra ancora non al massimo e alcune delusioni
Lo ha dichiarato lo stesso Trinchieri dopo la brutta sconfitta sul parquet del Panathinaikos: nessuno sa quale sia il potenziale di questo Bayern e probabilmente non si avrà modo di scoprirlo neanche nelle rimanenti giornate di regular season. Sulla carta, tutti i giocatori a roster sembrano integrarsi alla perfezione per caratteristiche tecniche ma per un motivo o per l’altro non c’è mai stata la controprova del campo sinora. Senza ovviamente dimenticare l’impatto che possono aver avuto nello spogliatoio i casi Zipser e Weiler-Babb, atleti che hanno rischiato addirittura la propria vita nell’ultimo anno solare.
Ciò si ripercuote nelle percentuali dal campo (51% nel tiro da due, 18esimi), in una condivisione del pallone piuttosto bassa (13.7 assist di media, ultimissimi dietro ASVEL e Panathinaikos), oltre che in un’insicurezza complessiva in attacco quando non ci sono Lucic e Hilliard a togliere le castagne dal fuoco. Probabilmente Walden sta un po’ deludendo, anche Thomas ha degli alti e bassi rilevanti ma, valutato il contesto, è anche difficile puntare il dito contro qualcuno.
Player Focus: Ognjen Jaramaz
Fatto esplodere dallo stesso Trinchieri ai tempi del Partizan (club in cui è venuto alla ribalta dopo l’esperienza nelle giovanili del florido vivaio del Mega Belgrado), il classe 1995 nativo di Krusevac è uno dei giocatori più intriganti da valutare nel lungo periodo.
Alto 1.93 m per 88 kg, Jaramaz è principalmente una guardia, visto che il suo playmaking non è ancora inappuntabile (soprattutto in penetrazione la forzatura è sempre dietro l’angolo). La sua qualità principale è innanzitutto il carattere; il serbo ha una gran faccia tosta ed è sempre l’ultimo a mollare (in questo è davvero molto simile al leader Lucic). Non è il più insuperabile dei difensori ma raramente sbaglia una scelta difensiva, mostrando sempre il suo elevato QI cestistico.
La meccanica di tiro è davvero fluida, nonostante la percentuale sia ancora sistemabile (35.4%). Dall’infortunio di Weiler-Babb, giocatore con cui condivideva benissimo il campo, i suoi minuti sono in crescita e raramente coach Trinchieri si priva di lui nei finali di partita. Le medie sono decisamente poco indicative (5.4 punti e 1.3 rimbalzi in 15 minuti di impiego a gara) ma guardando le sue prestazioni in campo si rimane sorpresi dalla voglia di questo 26enne pronto all’esplosione definitiva. Dopo un periodo di adattamento alla fisicità dell’Eurolega, infatti, le abilità in penetrazione e nell’assorbire i contatti (sebbene il fisico e l’esplosività siano decisamente nella norma) gli stanno cominciando a regalare le luci della ribalta. Occhio alla sua crescita.