Euroleague 2021/22 – Team Focus: Panathinaikos OPAP Atene

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Il Panathinaikos sembra destinato ad un’altra stagione nella mediocrità, navigando nelle zone basse della classifica. Al momento e stante lo scontro diretto a sfavore con lo Zalgiris Kaunas, i verdi di Atene sono ultimi con un record di 3-10. Attenzione però perché ad OAKA, la squadra allenata da coach Priftis si è già tolta qualche soddisfazione, battendo le ben più quotate Fenerbahçe, Efes e, per ultimo, Zenit.

Up: Imprevedibilità sugli esterni e conseguenti fiammate

Kendrick Perry, Darryl Macon Jr e Nemanja Nedovic non sono proprio i giocatori più affidabili – per diversi motivi – su cui costruire una squadra vincente; tuttavia, considerando la lunghezza della regular season, avere questi jolly nel proprio mazzo può regalare delle serate di gloria, come contro Zenit o l’incredibile rimonta nel 4° periodo ai danni del Fenerbahçe. Soprattutto Macon Jr si sta consacrando a questi livelli, dimostrando leadership e una sfrontatezza apprezzata dall’esigente pubblico di OAKA, mentre Nedovic ha avuto a che fare anche con i soliti acciacchi fisici.

Il talento dei singoli e il calore del proprio tifo sono la benzina di un motore che sale di giri grazie a White, Evans e la certezza Papapetrou, giocatori di energia, estremamente atletici e che sui cambi difensivi sono una certezza. Certo, il buon rendimento di pochi elementi e l’esperimento recente della zona 2-3 (che comunque ha fruttato contro lo Zenit) ha dato quealche alternativa in più al Panathinaikos; tuttavia, questi accorgimenti non riescono da soli a coprire gli enormi problemi della 5ª peggior difesa d’Eurolega (115.3 punti subiti su 100 possessi).

Down: Grosse lacune in attacco e roster estremamente corto

Il Panathinaikos ha il terz’ultimo attacco del torneo (105 punti segnati su 100 possessi a pari merito con lo Zalgiris) e ha collezionato delle serate di difficoltà offensive spaventose. Oltre ai già citati infortuni che attanagliano Nedovic, Perry sta deludendo le aspettative, Papapetrou non ha l’inventiva e la creatività per giocare da prima punta, White ed Evans sono dei finalizzatori e non dei creatori (Papagiannis da questo punto di vista sta mostrando dei minimi progressi).

Visto il recente taglio di Yogi Ferrell, i verdi di Atene confermano di avere ancora un roster cortissimo e l’energia dei vari Bochoridis, Kaselakis e Floyd perde di efficacia in un attacco così statico e asettico. Se vanno fatti degli elogi a Priftis per essersi ingegnato nel trovare soluzioni nella metà campo difensiva, lo stesso non si può dire nella gestione dell’attacco a metà campo. In questa situazione, il Panathinaikos si affida troppo agli 1vs1 delle proprie guardie muovendo raramente il pallone nel modo corretto. Interverrà ancora la dirigenza per sostituire Ferrell? Quanta pazienza avrà ancora Papapetrou (uno che sarebbe sicuramente 3° o 4° violino in una squadra da titolo) prima di decidere di cambiare aria?

Player Focus: Georgios Papagiannis

È senza dubbio il giocatore più anacronistico che circola in Eurolega al momento ma, allo stesso tempo e rispetto anche alla scorsa stagione, Georgios Papagiannis ha mostrato dei passi in avanti confortanti. Aldilà dell’essere il miglior rimbalzista della competizione (8 di media, Tavares è 2° a 7.17), la 13ª scelta del Draft NBA del 2016 da parte dei Sacramento Kings ha sensibilmente migliorato le letture offensive e la rapidità di piedi; quest’ultimo fattore gli sta permettendo di giocare ben 26 minuti a partita.

Giocare con dei playmaker “adattati” come Macon Jr, Sant-Roos e Nedovic non deve essere semplice per uno abituato alle letture da artista di Calathes. Comunque sia, tenendo in considerazione l’assenza di movimenti dal post, Papagiannis ha messo su un jumper dai 4-5 metri affidabile e sa offrire ogni volta una buona linea di passaggio a penetrazioni – non sempre sotto controllo – dei propri esterni. I polpastrelli restano di un livello decisamente superiore alla media e questo agevola un minimo l’attacco.

Nonostante questi miglioramenti, tuttavia, il gigante di 220 cm è ancora lontano dal poter essere un fattore in un top team europeo. Sui cambi difensivi fa il suo ma non è ancora abbastanza scattante per fermare i più rapidi esterni avversari; in attacco, invece, deve assolutamente implementare un tiro da tre punti per diventare, come best case scenario, quello che è stato ed è Sertac Sanli per Efes e Barcellona. Sta a lui ora dimostrare di essere in grado di fare l’ultimo step e rilanciarsi così al massimo livello.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com