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Dopo aver analizzato il Valencia Basket, andiamo a scoprire meglio il Bayern Monaco di Trinchieri. Inizio shock di Eurolega con cinque sconfitte consecutive prima del successo contro l’Efes. La prestazione casalinga contro i campioni in carica ha sbloccato i bavaresi che hanno poi totalizzato 6 vittorie e 7 sconfitte nelle successive 13 gare. La squadra tedesca non ha cambiato molto durante l’estate. Dalla Germania sono partiti Djedović, Deshaun Thomas, Radošević e Hilliard. Al loro posto sono arrivati giovani interessanti come Winston, Gillespie e Wimberg accanto a giocatori più esperti come Harris e Giffey. La ciliegina sulla torta è stato l’ingaggio finale di Bonga, all’esordio in Eurolega dopo l’esperienza in NBA. Il Bayern punta a ritornare ai playoff dopo l’esperienza dello scorso anno, ma la competizione pare spietata.
Up: Vasta scelta nel backcourt, triple e rimbalzi offensivi
Il Bayern ha molte più opzioni nel ruolo di playmaker rispetto a qualunque altra squadra della competizione. Weiler-Babb è un giocatore molto versatile. È in grado di andare a rimbalzo, produce assist e riesce ad essere aggressivo anche in difesa, generando spesso delle palle rubate. Winston, all’esordio in Eurolega, sta guadagnandosi minuti importanti, risultando decisivo con le sue scelte offensive. Nella posizione di 1 Trinchieri ha a disposizione anche Jaramaz e Sisko. Il serbo è un giocatore più maturo rispetto alla scorsa stagione, pronto a sfruttare al meglio le sue capacità nell’1 vs 1. Lo sloveno, invece, è un playmaker che guarda al passaggio ma che può anche segnare in molti modi. Con l’infortunio di quest’ultimo il “Trinca” ha dato più spazio ad Obst. Il tedesco è una guardia tiratrice, che può essere impiegato all’occorrenza come playmaker. Insomma, tante soluzioni tattiche per un Bayern “camaleontico” in regia.
La pallacanestro del Bayern sta cambiando pelle. L’anno scorso la squadra aveva un gioco offensivo lento e controllato, incentrato sull’uso della fisicità per creare tiri ad alta percentuale. Una soluzione tattica classica era lo stagger per liberare Lučić. Quest’anno invece, grazie all’innesto di giocatori rapidi come Bonga e Winston, l’obiettivo è velocizzare le azioni offensive. Non è un caso che il numero di tentativi da tre sia cresciuto. I bavaresi, infatti, sono la quarta squadra per numero di triple tentate (27.3 a partita), segnandone 9.8, settimi nella competizione. L’altra faccia della medaglia però è il numero ridotto di conclusioni in area (34.1), tredicesimi in Eurolega. La squadra ne realizza solo 15.3 con il 45% (peggior percentuale nella competizione). Nonostante un gioco orientato al tiro da fuori, fondamentale rimane il lavoro sotto canestro. I bavaresi sono infatti quinti sia per rimbalzi catturati a partita (34.5) sia per quelli offensivi (11.3).
Down: Nessuna alternativa ad Hunter sotto canestro, pochi assist e troppa irruenza in difesa
Se i bavaresi sono molto coperti nel backcourt, meno lo sono sotto le plance. Manca infatti una vera alternativa ad Hunter nel ruolo di centro. Harris e Gillespie non sembrano essere decisivi come il veterano ex Maccabi. Othello, infatti, è un lungo mobile, si batte sotto canestro (5.5 rimbalzi catturati) ma tira bene anche da fuori (46% da 3). Ai due nuovi arrivi invece manca del tutto questa dimensione. Harris nei 14 minuti di impiego raccoglie solo 1.8 rimbalzi, segnando però 5.2 punti di media. Gillespie invece è un abile rimbalzista (6 a gara) ma totalmente assente nella fase di produzione offensiva (4.1 punti). Il lungo ex Memphis Hustle dispone di un’ottima fisicità ma ha ampi margini di miglioramento. In attacco, infatti, fatica a comprendere le scelte dei compagni, settando male i blocchi. In fase difensiva si fa battere troppo spesso, non riuscendo ad essere un vero “rim protector”.
La nuova filosofia offensiva bavarese richiede del tempo per poter essere effettiva. La squadra di Trinchieri è infatti solo sedicesima per punti segnati (75.7 a gara). Solo Rubit e Winston viaggiano in doppia cifra per punti segnati a gara (11.1) e (10.7). Obst e Walden sono gli unici che ci arrivano vicini con 9.4 e 8.7. Uno dei problemi strutturali del Bayern sono gli assist. I tedeschi ne confezionano solo 13.5 a gara, (ultimi in Eurolega), preferendo azioni di 1 vs 1 o isolamenti. Rimane comunque valida l’opzione stagger per Lučić, che viene cavalcata però solo nei finali di gara combattuti. Tutto invariato in fase difensiva dove la fisicità regna sovrana. I tedeschi, infatti, sono la quarta squadra per falli commessi (21.8) e settimi per rubate (6.9). Nelle loro idee difensive meglio scommettere sulle percentuali ai liberi degli avversari che concedere loro punti facili.
Player Focus: Isaac Bonga
Mancato in questo inizio di stagione europea causa infortunio, il giocatore su cui tutti i tifosi del Bayern si aspettano qualcosa è Isaac Bonga.
Il classe 1999, è stato il colpo più importante del mercato estivo bavarese. Alto 203 cm per 82 kg, Isaac può ricoprire tre diversi ruoli grazie alla sua agilità e versatilità. Può sicuramente giocare come Point Guard grazie alla sua grande visione di gioco e alle sue ottime doti da passatore. Convince di più però come guardia o ala piccola unendo la sua esplosività alle sue abilità da realizzatore. Sa attaccare i closeout e andare a canestro con pericolosità, punendo anche da oltre l’arco. In fase difensiva riesce a pressare gli avversari, forzandoli ad incorrere in alcune palle perse. Ottimo anche il suo contributo a rimbalzo difensivo. Insomma, molte caratteristiche che fanno del nativo di Neuwied un jolly importante per Trinchieri.
Cresciuto nel Post SV Koblenz, Bonga debutta a quindici anni nella seconda lega tedesca. Le buone prove con la squadra gli valgono il primo contratto in Bundesliga con i Fraport Skyliners. A Francoforte viene notato dagli scout NBA che lo chiamano per partecipare all’NBA Top 100 Camp. A questo segue nel 2016 il Basketball without Borders Camp NBA di Helsinki. Bonga diventa così uno dei migliori prospetti del basket europeo. Si dichiara eleggibile per il draft 2018 e viene scelto alla 39ª chiamata dai Philadelphia 76ers. I Sixers lo girano poi ai Lakers che decidono di spedirlo in G-League. Con i South Bay tiene una media di 11 punti a partita che lo riporta nel mondo NBA. Cambia due squadre. A Washington e a Toronto però non trova spazio. Chiude la sua esperienza oltreoceano con 143 gare giocate, accettando in estate la chiamata del Bayern Monaco.
Nel sistema di Trinchieri Bonga può stare in campo con o senza Lučić ed in qualsiasi ruolo. Con il suo recupero il coach italiano sa di avere una carta in più da giocarsi nella difficile rincorsa ai playoff.