Il 6 Nazioni 2013 dell’Italia

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Negli ultimi anni l’Italia del rugby ha abituato gli appassionati a partite sofferte, un ricambio generazionale che stenta a decollare, continui cambi tecnici, ma nel 2013 la nostra nazionale fece divertire i suoi tifosi arrivando terza a pari punti con la Scozia nel 6 Nazioni.

Inizio scoppiettante

Il Torneo del 2013 fu per l’Italia la fine di un ciclo, l’ultima competizione dove giocarono insieme giocatori trascinatori come Martin Castrogiovanni, oltre che Andrea Lo Cicero che a fine torneo annunciò il suo ritiro dal rugby. Che sarebbe stata una competizione diversa dalle altre volte, quando la nazionale si era sempre ritrovata a lottare per evitare il cucchiaio di legno (titolo attribuito alla squadra che si classifica all’ultimo posto), lo si intuì al debutto il 3 febbraio allo stadio Olimpico di Roma, avversaria la Francia, vicecampione del mondo nel 2007.

In pochi minuti l’Italia andò in vantaggio 7-0, ma i francesi recuperarono fino al 7-5, passando anche in vantaggio 13-15. Castrogiovanni e Luciano Orquera si caricarono la squadra sulle loro spalle portando la nazionale guidata allora da Jacques Brunel ad un’importante vittoria 23-18 contro la nazionale transalpina, portando un grande entusiasmo tra i tifosi e gli appassionati della palla ovale.

Ritorno sulla Terra

La seconda giornata registrò una brutta battuta d’arresto, la nazionale andò in Scozia dove perse pesantemente 34-10, dimostrando di essere la brutta copia di quella squadra che aveva incantato al debutto; delusero principalmente i cardini della squadra, su tutti Sergio Parisse. I tifosi si chiesero quale fosse la vera  Italia, quella che aveva vinto contro la Francia, oppure quella fantasma e smarrita vista in Scozia? La risposta si ebbe nel successivo incontro a Roma contro il Galles, vincitore del 6 Nazioni nel 2012.

All’Olimpico gli azzurri diedero segnali di ripresa, soffrendo in mischia, dove Castrogiovanni fu anche ammonito. Fu una partita dove la nazionale andò subito in svantaggio, perdendo la seconda partita consecutiva. In Inghilterra la squadra allenata da Brunel sfiorò una storica vittoria giocando una bella partita, perdendo solamente 18-11. Per tifosi e appassionati le tre sconfitte consecutive furono la dimostrazione che anche l’edizione 2013 del torneo sarebbe stata sofferta, ma la partita giocata contro l’Inghilterra aveva rincuorato tutti visto che gli azzurri avevano dimostrato di avere una buona condizione fisica.

Mancato punto di svolta

Il torneo per l’Italia si chiuse a marzo a Roma contro l’Irlanda dove al termine di un incontro combattuto la nostra nazionale vinse 22-15, festeggiando al termine un sorprendente terzo posto, con l’appendice finale dell’emozionante saluto a Lo Cicero che chiuse  al meglio la sua carriera. Quello che poteva e doveva essere il punto di  partenza per il rugby italiano si rivelò purtroppo un fuoco di paglia, a partire dal tour in Sudafrica nello stesso anno a giugno. L’Italia  infatti entrò in una forte fase calante, e della gestione tecnica di Conor O’ Shea  da menzionare vi è solo il match vinto contro il Sudafrica nel 2016.

Il movimento rugbistico in Italia sta vivendo un forte calo, le accademie nate con lo scopo di scovare giovani talenti, hanno  formato giocatori, ma pochi rispetto a quanto previsto. Sul piano del gioco inoltre, quello italiano è lento e prevedibile, e il ricambio generazionale fatica a produrre risultati. Anche agli ultimi Mondiali, quelli disputati in Giappone, la nostra nazionale non è riuscita a superare il primo turno del torneo. La nuova gestione tecnica, quella di Franco Smith, sta faticando a produrre risultati, ma la speranza è che l’Italia del rugby torni competitiva nel più breve tempo possibile.

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Pubblicato da Christian Scala

Romano, diplomato al liceo linguistico Hegel, frequenta il corso di Scienze della Comunicazione all'Università Roma tre. Grande passione per il ciclismo e appassionato di calcio, ha collaborato con Centro Mare Radio e attualmente scrive per Torremare e L'ortica, due riviste online.