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Nello sport molte sono le imprese a sorpresa, non solo ai campioni più affermati, ma anche a quelli meno conosciuti o non abituati a stare sotto la luce dei riflettori. Una di queste riguarda la Turris, squadra di Torre del Greco, provincia di Napoli, che nel 1996-97 tornò in C1 nonostante a inizio anno fu vittima di contestazioni da parte dei tifosi.
Il condottiero “nemico”
Torre del Greco, quarta città della Campania, nota nel mondo per il corallo, “l’oro rosso“. La sua squadra di calcio, la Turris, nel 1994 venne ripescata in C1, con alla guida l’allenatore Antonio Merolla, torrese di nascita. I due anni successivi furono avari di emozioni: retrocessa in C2 l’anno seguente, la squadra corallina fu ripescata, salvo retrocedere di nuovo in C2 nel 1996, tra la delusione dei tifosi e della dirigenza. Nell’estate successiva la dirigenza ebbe dei cambiamenti: i fratelli Acampora con il loro cognato Gerardo Apparenza si fecero affiancare nella gestione della società da un comitato di cui facevano parte gente come Vittorio Bisbiglia, Franco De Cimma e Giuseppe Sasso, il cui primo atto fu quello di assumere come direttore sportivo Felicio Ferraro. Il suo ingaggio portò alla contestazione dei tifosi poiché il nuovo ds era di Torre Annunziata, la cui squadra, il Savoia, è la più grande rivale della Turris.
Ulteriori dissidi tra gli ultras e la dirigenza ci furono quando fu annunciato il nuovo allenatore, Salvatore “Ciccio” Esposito, ex giocatore e faro del centrocampo della Fiorentina che nel 1969 conquistò il suo secondo scudetto. Nelle sue esperienze da allenatore aveva portato il Fano dalla C2 alla C1 nel 1990, ma essendo anche lui di Torre Annunziata, da parte dei tifosi ci fu il timore che la dirigenza stesse facendo in modo di rovinare la Turris. Tra i primi tangibili risultati spiccarono i pochi abbonati, anche se la società fece un duro lavoro per formare la rosa. L’arrivo di giocatori come Antonio Dell’Oglio non fermò la preoccupazione dei tifosi per le sorti della Turris; preoccupazione che aumentò quando alla prima giornata i corallini persero a Viterbo, ma mister Esposito rassicurò i tifosi assicurandogli che la squadra sarebbe entrata nei playoff.
Rullo compressore
Il riscatto dei corallini ci fu alla prima casalinga, allo stadio Amerigo Liguori, quando con le reti di Tommaso De Carolis e Paolo Russo, venne battuto il Teramo. La tifoseria però continuava a contestare e la giornata seguente la Turris perse in trasferta contro la Battipagliese con un rigore di Di Baia; i giocatori furono accusati di non pensare al bene della squadra, mister Esposito dopo quella sconfitta decise di chiudere gli allenamenti ai tifosi, richiamando i giocatori a fare il loro dovere e ad essere orgogliosi di giocare nella Turris. I risultati non si fecero attendere e la squadra corallina cambiò completamente passo arrivando alla fine del girone di andata al quinto posto e perdendo fino alla fine del campionato solamente quattro volte.
Alla penultima giornata gli ottimi risultati della squadra rischiarono di essere vanificati dalla sconfitta in casa contro il Taranto. La paura dei tifosi era quella di assistere alla beffa ma, battendo l’Albanova, la Turris si guadagnava l’accesso ai playoff, traguardo garantito dall’allenatore a inizio campionato. Durante il campionato la squadra disputò un’amichevole contro il Napoli. In vista dei playoff i tifosi di vecchia data avevano paura di assistere a delusioni come quelle degli anni ’60 quando per esempio nel 1966 sfumò la D dopo spareggi contro Sessana e Paganese o ancora quando nel 1970 perdendo a Roma lo spareggio contro il Sorrento la Turris non andò in C. Inoltre nei più giovani erano ancora nella mente la delusione del 1994 contro il Sora, con i corallini in C1 tramite ripescaggio.
L’ultima gioia
La Turris allenata da Esposito scacciò via le paure dei tifosi di vecchia e nuova data in semifinale contro il Catania: al Cibali ottenne un buon pareggio e al ritorno la partita per motivi di ordine pubblico anziché a Torre De Greco si giocò allo stadio Partenio di Avellino dove grazie a una rete di Giuseppe Antonaccio festeggiò il passaggio in finale. L’ultimo ostacolo verso la C1 era il Benevento. La partita si disputò il 15 giugno 1997 ancora al Partenio di Avellino. La Turris giocò quella partita con un’inedita maglia stile blaugrana. Dopo un primo tempo insidioso, la squadra campana cambiò volto nella ripresa vincendo 2-0 e sancendo il ritorno in C1, traguardo impensabile a inizio anno. Riguardo la maglia i corallini giocarono per molto tempo, fino al fallimento del 2003, con la scritta “Torre Del Greco città dei fiori e del corallo”.
Quella fu per tanti anni l’ultima soddisfazione per la Turris. Il campionato seguente fu fatto l’errore di rivoluzionare la squadra partendo dal suo condottiero: al posto di Esposito, andato ad allenare l’Ascoli (tornerà in C2 nel 1998-99), fu chiamato Gabriele Geretto. La Turris tornò mestamente in C2, ma il peggio doveva ancora venire. Arrivò la retrocessione in D nel 2001, la società era in piena crisi economica, altre due retrocessioni consecutive fino alla Promozione con la triste gestione societaria di Domenico “Mimmo” Pesce. Nel 2003 il fallimento e la ripartenza dall’Eccellenza con il nome di Gaudianum Torrese. Da allora il tentativo di ogni presidente è stato quello di riportare la Turris in C. Quel traguardo per vari motivi è sempre sfuggito, complice anche dirigenti non sempre all’altezza della situazione. Con l’avvento però nel 2017 di Antonio Colantonio alla guida della società le cose cambiarono e ora si aspetta solamente il prossimo Consiglio Federale che sancirà il ritorno dei corallini in C. La Turris è una squadra che rispetta il motto presente sullo stemma cittadino “Post fata resusgo“, risorgere dopo la morte, per una squadra che si è sempre rialzata dalle difficoltà.